Dopo essere stato presentato a numerosi festival internazionali come il Munich Film Festival e il Jerusalem International Film Festival, ed essere approdato in Italia al Film Festival Forum - Festival dei Diritti Umani della XXI Triennale di Milano, il Cinema Arsenale di Pisa ha proiettato martedì 26 marzo “Vita activa, the spirit of Hannah Arendt”, documentario della regista israeliana Ada Ushpiz. Il film è stato proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano.
La pellicola ripercorre la vita della controversa studiosa in ordine cronologico, in un percorso che attraversa tutte le tappe più importanti: la nascita, la famiglia, la morte del padre, l’infanzia, gli studi, il controverso rapporto con il filosofo Martin Heidegger, i due matrimoni, la fuga prima in Francia e poi in America, la sua partecipazione al processo di Adolf Eichmann a Gerusalemme. Proprio le sue parole in relazione a questo processo, quello che lei definì “la banalità del male”, le costarono numerose critiche e anche l’accusa di essere un’ebrea contro gli ebrei. Immagini storiche di repertorio si alternano a interventi di persone che l’hanno conosciuta, brani di lettere a lei indirizzate trovano risposta nelle sue parole. Attraverso le immagini capiamo che non è stata controversa soltanto la vita pubblica di quella che è stata una delle più influenti filosofe del XX secolo, ma anche la sua vita privata: particolare rilievo sembra assumere la sua già citata relazione con Martin Heidegger con cui la Arendt manterrà dei rapporti per tutta la sua vita, anche quando si scoprirà il legame del filosofo con il regime nazista. Attraverso le testimonianze di chi le era caro, i luoghi in cui ha vissuto, sofferto e amato, capiamo che nonostante tutto Hannah Arendt non si è mai tirata indietro, ha continuato a seguire e raccontare le ferite aperte del suo tempo. I conflitti, le guerre, il problema dei rifugiati, che non erano soltanto senza stato, ma soprattutto senza diritti, come questa situazione abbia potuto favorire l’ascesa dei totalitarismi, tutte tematiche che si dimostrano ancora oggi più attuali che mai. Virginia Del Re della Casa della Donna di Pisa, nella sua introduzione al film, ha esplicitato benissimo quella che è la chiave del documentario e della stessa figura della Arendt: una donna con una incredibile libertà e forza di pensiero. Il “pensiero” è stato un concetto fondamentale per la stessa Arendt; lo ritroviamo anche nella sua opera Vita Activa, che non a caso dà il nome alla pellicola. Già nelle prime righe la Arendt definisce il pensiero come una forma di azione. Per lei “Non ci sono pensieri pericolosi. Il pensiero in se stesso è pericoloso”. Ecco quindi che gli aspetti autobiografici raccontati dalla regista servono principalmente a far comprendere il pensiero, le riflessioni, il modo di “agire” di Hannah Arendt e come per lei sia stato importante non rinunciarvi mai. Immagini tratte da: http://cartacarbonefestival.it/cartacarbone-al-festival-soleluna-proiezione-vita-activa-the-spirit-of-hannah-arendt-ada-ushpiz/
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Maggio 2023
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