Christa Wolf (nata Ihlenfeld, 1929-2011) è una delle più importanti voci della letteratura tedesca contemporanea, la cui attività intellettuale è riflesso del suo impegno politico nella DDR.
Ella fa proprie le tesi del socialismo letterario, che esclude qualsiasi sperimentalismo, ma si ancora in un saldo rapporto con la realtà e con la rappresentazione mimetica di quest’ultima, una consapevolezza che l’autrice fa propria durante il suo viaggio nell’URSS. Contemporaneamente, nel 1961, è testimone della costruzione del muro di Berlino e da lì la sua attività letteraria prende le mosse: nel 1963 scrive Il cielo diviso ("Der geteilte Himmel"), dove tematizza i rapporti tra Manfred, uomo capitalista e della Germania Ovest, e Rita, giovane donna della neonata Germania Est. Il testo si configura come romanzo di formazione di Rita, la quale riesce a crearsi una propria vita senza tradire gli ideali della Repubblica Democratica Tedesca. Il romanzo godette di una certa fortuna grazie alla riduzione cinematografica del marito della scrittrice, Konrad, dove l’istanza socialista si fa ancora più marcata.
Wolf si serve anche del mito greco per rendere ancora più forte e tangibile la sua critica alla società occidentale. Nel 1983 pubblica, sia nella DDR che nella Germania Ovest, il romanzo Kassandra, dove la guerra di Troia è raccontata da un punto di vista particolare, quello della donna. Il testo assume tendenze femministe, in quanto descrive la graduale uscita di Cassandra dal mondo della corte e la sua liberazione dal patriarcato del mondo greco. Al tempo stesso l’opera di Wolf è anche un’analisi autobiografica della condizione della DDR: un mondo soffocante e centralizzato, continuamente controllato dalla Stasi (il cui operato è magnificamente reso nel celebre film “La vite degli altri”).
La vena femminista e la preoccupazione per una società totalizzante emergono anche nella sua riscrittura di Medea del 1996, dove la scrittrice tedesca fa propria la lezione di Luce Irigaray, la quale cerca la liberazione della donna dal dominio maschile e patriarcale (cfr. Irigaray 1975: 44). L’ambientazione classica permette di Wolf di decostruire la storia di due celebri donne e di fornirne una versione diversa rispetto a quelle tradizionali.
Le ultime opere dell’autrice si confrontano col suo ruolo di intellettuale nella società della società tedesca dopo la riunificazione del 1989, testi che hanno fatto sì che la Wolf diventasse l’espressione letteraria più compiuta della DDR (Augustine 2004). Quella della Wolf è stata un’esperienza letteraria e umana a tutto tondo: non soltanto inquadrata nelle attività della Repubblica Democratica Tedesca, ma anche un’intellettuale inattuale (à la Nietzsche), che guarda al mito classico con la propria consapevolezza di socialista militante, consegnandoci una versione inedita della Grecia antica.
Bibliografia Augustine, DL (2004) “The Impact of Two Reunification-Era Debates on the East German Sense of Identity” German Studies Review (German Studies Association). 27 (3): 569-571. Cercignani, F (1988) Existenz und Heldentum bei Christa Wolf. „Der geteilte Himmel“ und „Kassandra“. Würzburg: Königshausen & Neumann. Irigaray, L (1975) Speculum. L’altra donna. Milano: Feltrinelli. Immagini tratte da: https://unbuonlibrounottimoamico.wordpress.com/2012/04/25/medea-voci-christa-wolf/ http://www.viaggio-in-germania.de/cielo-diviso.html http://www.lafeltrinelli.it/cinema/dvd-film/florian-henckel-von-donnersmarck/vite-altri/8032807019956 http://www.goodreads.com/book/show/153480.Medea
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Febbraio 2023
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