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31/12/2016

Dragonball Super

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Pregi e Difetti

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di Lorenzo Vannucci
Dragon Ball Super, nuova saga televisiva che attualmente vanta 77 episodi, riprende e sviluppa,  in modo leggermente diverso, la trama già vista in  Dragon Ball Z:La battaglia degli dei  (lungometraggio del 2013). Collocato cronologicamente tra la sconfitta di Majin Bu e i quattro anni precedenti il Torneo di Arti Marziali in cui Goku combatte contro Ub, Toyama sviluppa banalmente gli avvenimenti tra il 517° ed il 518° capitolo del manga, e tra il 288° e il 289° episodio della saga.
Oltre alla resa grafica, approssimativa e scadente in alcuni passaggi, la sceneggiatura, invece di approfondire la natura delle decisioni dei personaggi e il loro agire, propone un universo in espansione che amplia gli orizzonti e i confini di Goku e compagni, costretti a combattere con personaggi di altre galassie. Per quanto alcuni personaggi siano azzeccati, in Dragon Ball Super questo continuo attaccamento agli universi e ad un eventuale conflitto tra i guerrieri del cosmo svilisce la vera caratterizzazione dei personaggi. Goku, ad esempio, nel film Dragon Ball Z: La battaglia degli dei , non accetta di aver raggiunto lo stadio di Super Sayan God grazie all'aiuto dei propri compagni, rimproverandosi e rammaricandosi sotto il profilo morale.
Dragon Ball Super è una serie che, a differenza delle altre,  parte con estrema calma, mostrandoci momenti, come nel GT, di vita quotidiana in cui emergono i personaggi nella loro naturalezza. L'introduzione del Dio della distruzione, Bills Sama, sa di ripetitivo considerando che Goku aveva già affrontato in passato il Supremo e l'essere Perfetto. Tuttavia, il suo essere collerico ma viziato, amante del cibo ma vendicativo, fa di lui un personaggio spassoso e innovativo che si pone come anti-villain della serie.
Un fattore penalizzante, come accennato in precedenza, è la ripresa di Dragon Ball Z: La battaglia degli dei e di Dragonball: la resurrezione di F. Per quanto possa sembrare ripetitivo, approfondire e sviluppare un'ora e mezza di film, riprendendo l'entrata in scena delle divinità più importanti di questa nuova serie e il ritorno di Freezer, è una cosa positiva che serve a rendere giustizia a due saghe concettualmente interessanti.


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Per quanto riguarda la struttura, Dragonball Super si distingue dalle saghe precedenti perché, invece di riprendere il classico torneo Tenkaichi, viene proposto un torneo a squadre:  uno scontro intergalattico fra l'universo sette di Goku e compagni e uno parallelo, l'universo sei. Un torneo non per certificare chi è più forte, ma organizzato solo per capriccio di due divinità antitetiche – ma allo stesso tempo più simili di quanto loro vogliano ammettere – che, per scommessa, si giocano la Terra. Un torneo che, ad eccezione di Hit e del nuovo Sayan, non presenta validi avversari: tra i combattenti, Botamo, gelatinoso e grasso, esteticamente piacevole ma del tutto inutile; e Magetta, un robot che sputa fuoco ed emana calore, che si rivelerà  un ammasso di ferraglia.
Per quanto Frost, un Freezer apparentemente buono del sesto universo, Hit e il nuovo Sayan siano personaggi/avversari ben più interessanti, questi non trovano un seguito nella trama venendo sconfitti in pochissimo tempo. Anche la squadra di Bills si rivelerà una delusione: dei cinque personaggi, tre sono completamente inutili e inadeguati: Majin Bu si addormenta e non partecipa, Piccolo viene sconfitto subito e Moneka, che prende parte al torneo solo perché spacciato da Bills come “il migliore eroe con cui ha mai combattuto”, al fine di far credere a Goku che nella galassia esista un combattente più forte di lui, è un totale fallimento.
Per quanto Toyama si sforzi di proporre un Dragonball più strategico - si veda gli stati del calore del robot o la nuova capacità di fermare il tempo per colpire gli avversari-, il desiderio e lo spirito combattivo di Vegeta e di Goku rovinano il tutto. Il Super Sayan per antonomasia, infatti, finisce troppo spesso per giocare con i suoi avversari (Bills e Freezer), togliendo drammaticità, tematiche e sviluppi interessanti alla narrazione. Egli, per la sua testardaggine, perde lo scontro contro il suo acerrimo nemico Freezer, e, per testare i suoi veri poteri durante il torneo, rischia di venire ucciso dalla sua stessa aura. Inoltre, il protagonista dell'anime perde molta della sua bellezza perché viene meno il suo essere ingenuo -  aveva vissuto isolato dal mondo -, finendo per essere un  vegetale che ha solo voglia di combattere. Goku, da essere poco sveglio, diventa un ottuso; Junior finisce per fare da badante a un neonato; Crilin, Gohan e compagni non sono altro che delle comparse la cui forza è del tutto inadeguata ai livelli raggiunti; Bulma invece diventa un’eroina con un ruolo spesso decisivo e risolutivo per l'evoluzione della trama.
Ben più interessante, la decisione di riportare in gioco il Trunks del futuro, mettendolo a confronto con viaggi del tempo molto più rischiosi e pericolosi di quelli intrapresi in Dragon ball Z; la nuova figura di Zamasu, un villain controverso dilaniato dai doveri di un Dio e Black Goku, una copia perfettamente identica del nostro protagonista, ma del tutto malvagia e concorde con i piani del personaggio sopracitato.

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La cosa migliore, e forse più sorprendente di questa serie, è senza dubbio il finale del tutto atipico, ossia la sconfitta di Goku e compagni. Nonostante l'apparizione di Trunks e di  Vegeth (frutto della fusione tra Son Goku e Vegeta), il male trionfa. L’avversario Zamasu, creduto sconfitto dai nostri eroi, è ancora vivo: si scompone in migliaia di molecole intrappolando, al suo interno, i pochi sopravvissuti. Un finale tragico, in cui nemmeno il Super Saiyan God, il dio dei Saiyan, può nulla. Goku e compagni, di fronte a Bills e Zamasu, restano dei semplici Saiyan,  inermi davanti alla potenza di questi nuovi Dei con i quali si trovano a combattere.
 Dragonball ci ha insegnato valori come la giustizia, la speranza, l'orgoglio, l'amicizia, l'umiltà e l'amore che, in questa serie, vengono meno e la cui assenza tolgono molta credibilità a una nuova stagione che, altrimenti, sarebbe stata molto più interessante.

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Immagini tratte da:
www.forbes.com


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