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Rainer Maria Rilke (nome completo: René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, 1875- 1926) è uno dei più importanti poeti e scrittori del Novecento, la cui produzione è venata dal forte senso religioso e dall’inquietudine prodotta dall’irruzione della modernità. Di origine boema, Rilke, come tanti intellettuali e scrittori del secolo scorso, è un apolide, un cittadino senza patria, che si trova a suo agio in tutta Europa (mi piace evidenziare di come si tratti di un atteggiamento opposto al provincialismo italiano e al protezionismo dilagante sia in Europa che negli Stati Uniti). Rilke si distingue subito per la diversità con cui si approccia a Dio: esce infatti, tra il 1899 e 1903 il Breviario (Das Stundenbuch), un’opera complessa in cui il rapporto col divino non sottostà più alle regole e alle norme ecclesiastiche. La raccolta è influenzata dalla struttura dei breviari medioevali, ma moderni sono i temi: il divino è di ascendenza spinoziana, di tipo panteistico e vivo. Dio ha una sua consistenza e una sua natura propria, sottratta dal dominio della Chiesa, ha una sua volontà di potenza nietzschiana, che Rilke definisce “il più oscuro” e “Dio vicino”. Il Rilke poeta, tuttavia, è celebre per quelle che sono note come “poesie delle cose” (Dinggedichte). I soggetti di questi testi non sono facilmente identificabili, poiché essi sono apparenti: nella celebre poesia Der Panther (“La pantera”) è ciò che si nasconde dietro la pantera a essere oggetto della poesia. La pantera è infatti simbolo del poeta, il quale, chiuso e intontito nelle sbarre della gabbia, si risveglia soltanto nel momento in cui ha l’ispirazione. Rilke risente dell’influenza della critica nietzschiana alla scienza e alle sicurezze positivistiche, che stanno piano piano venendo meno. Rilke si pone anche come mentore: nelle sue Lettere a un giovane poeta (1903-1908) egli dà preziosi consigli a un giovane poeta su come intraprendere la carriera letteraria in un’epoca di stravolgimento e rivoluzione come è l’inizio del Novecento. Egli è anche autore di un romanzo, fortemente contraddistinto dall’ansia del nuovo secolo, “I quaderni di Malte Laurids Brigge” (Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge, 1910). Il protagonista è un nobile danese decaduto, il quale si trova a Parigi all’approssimarsi del primo conflitto mondiale. Si sente l’influenza della riflessione filosofica di Kierkegaard sulla personalità di Malte, il quale, in una prosa espressionistica, descrive una Parigi alienata e ansiosa dal progresso e dalla tecnica (immagine qui). Con questo breve ritratto emerge un poeta sradicato, moderno e cosmopolita, lontano dalle seduzione nazionalistiche e provinciali forti oggi come all’epoca. Rilke bene illustra il Modernismo e il suo sperimentalismo. Immagini tratte da: - http://allspirit.co.uk/poetry/poets/rilke-rainer-maria/ - https://uk.pinterest.com/pin/288300813615445307/ -http://www.booktopia.com.au/die-aufzeichnungen-des-malte-laurids-brigge-rainer-mariarilke/prod9783843027687.html
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1 Commento
paola
6/2/2021 21:39:45
Se vi fa piacere ascoltarla, letta per voi....
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Maggio 2023
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