6/8/2016 Genesi di un successo: dal pessimismo dell'epoca di Margaret Thatcher alla società consumistica di Tony Blair. Il riadattamento filmico di TrainspottingRead Now
Trainspotting, nel 1993, nonostante il favore del pubblico, venne giudicato negativamente dalla critica per i contenuti troppo espliciti e scandalistici. Prima del '93 Irvine Welsh era un personaggio poco noto, e solo grazie al primo romanzo, Trainspotting, lo scrittore e drammaturgo scozzese si fece conoscere dalla stampa internazionale.
Nel 1996, il film di Danny Boyle ottenne un successo internazionale: nel Regno Unito incassò 12 milioni di sterline, 16 milioni di dollari negli Stati Uniti e 72 milioni di sterline nel resto del mondo. L'adattamento cinematografico riscosse un vero e proprio trionfo – miglior film dell'anno secondo la Miramax, nella top ten dei dieci film britannici, nella top cento dei film di sempre - anche se, paragonato ad altri film usciti nel 1996, la portata del suo successo può essere in parte sminuita: Pulp Fiction incassò il doppio di Trainspotting, mentre Indipendece Day ben dieci volte tanto. Danny Boyle, regista e produttore cinematografico inglese, era entrato nel mondo della produzione filmica nel 1994 con Shallow Grave, film di particolare importanza per capire la genesi letteraria di Trainspotting. Il mondo della droga, del sesso, la comparsa di Evan McGregor come attore protagonista, il pupazzo meccanico di un bebè che ruota la testa, la storia di tre giovani ragazzi drogati di Edimburgo che, dopo aver trovato un loro amico morto con una valigetta piena di soldi, vedono sgretolarsi le loro amicizie sono tutte tematiche centrali di Trainspotting. La casa discografica Polygram finanziò 85000 milioni di sterline per consentire di portare a termine l'opera, una cifra ben al di sopra delle aspettative dello stesso Welsh, che aveva iniziato a girare il film con un budget risicato di un milione e settecentomila sterline. Il cast, composto da giovani attori di talento (Ewan McGregor, Mark Renton, John Lee Miller, Sick Boy, Robert Carlyle, Begbie e Ewen Bremmer, Spud), la bravura del regista e dello scenografo consentirono comunque al film di ottenere vari riconoscimenti, tra cui una nomination all'Oscar come miglior adattamento scenografico. Dal punto di vista della realizzazione, Boyle si dovette confrontare con una società diversa rispetto agli anni '80 descritti da Welsh. Negli anni '90 si respirava aria di ottimismo, si stava affermando il partito laburista di Tony Blair e in Gran Bretagna c'era un rinnovato sentimento di speranza e il consumismo la fa da protagonista. Mentre Renton e compagni nel romanzo rimangono imprigionati a Edimburgo, incapaci di lasciarsi alle spalle Leith e il mondo della droga, nel film, ad un certo punto, i ragazzi decidono di andare sulle Highlands. Questo fatto, apparentemente privo di importanza, conferisce al film una chiave di lettura totalmente diversa dal romanzo: la scelta di Renton, Spud, Tommy e Sick Boy di prendere il treno, lasciandosi alle spalle Leith per andare in località della Scozia a loro fino a quel momento sconosciuta, costituisce un importante novità rispetto al libro. Nel libro i personaggi prendono il treno, ma solo per acquistare droga. Nel film, invece, la gita alle Highlands può essere letta come un tentativo di fuga. Quando arrivano nel nord della Scozia, Sick Boy chiede stupito: ‘Now What?’. Sick Boy non è abituato ad un posto del genere, e rimane allibito quando Tommy propone di andare a fare una passeggiata: “Are you serious?” Il finale del romanzo, nonostante un esito positivo (Mark effettivamente riesce a lasciarsi alle spalle Edimburgo e Leith), lascia qualche dubbio sul cambiamento etico-morale di Renton: "He could now never go back to Edimburgh, even to Scotland, ever again. There, he could not be anything other than he was. Now free them all, for good, he could be what he wanted to be. He'd stand or fall alone. This thought both terrified and excited him as he contemplated life in Amsterdam" (p. 342-343).
Quello che viene messo in risalto nel romanzo non è tanto la fuga da Edimburgo, quanto il trasferimento ad Amsterdam, la capitale dell'hashish. Le ultime parole, “as he contemplate life in Amsterdam”, non danno la certezza che Mark effettivamente sia cambiato dal punto di vista etico-morale. Il film non solo si chiude con Londra in lontananza e con Mark Renton in primo piano, ma ci mostra un Even Mc Gregor disposto a cambiare vita. Quel Mark che aveva scelto di non voler vivere - prendendo le distanze da tutti i valori della società consumistica – finisce nel film per scegliere la vita “I choose life”. Una visione, quella di Danny Boyle, al passo coi tempi e vicina al cambio di prospettiva riscontrato nel sequel Porno.
Per quanto riguarda la realizzazione filmica, John Hodge - lo sceneggiatore del film - si è trovato costretto a tagliare. Per riuscire a trasmettere il contenuto delle 343 pagine del libro in poco più di novanta minuti, Hodge riprende gli episodi clou e gli aspetti salienti della trama del libro e, grazie all'omissione di alcune scene e all'importazione di alcune novità, crea una trama solida mantenendo lo spirito dell'originale. A differenza del romanzo, in cui ci sono più voci narranti, Hodge sposta il centro dell'attenzione su Mark Renton. Un cambio di focalizzazione che ha consentito da una parte allo sceneggiatore di tagliare personaggi e dialoghi, dall'altra di fare in modo che il pubblico si affezionasse a Ewan McGregor. Un'altra presa di distanza dal romanzo, come accennato in precedenza, riguarda il diverso contesto storico in cui viene inserito il film: sulla scia dell'ottimismo presente durante l'amministrazione Blair, la versione filmica prende le distanze dal crudo realismo presente nel romanzo. Viene omessa la morte di Alan Venters - un tossicodipendente che, per aver trasmesso l'HIV a Tommy, subisce la sua atroce vendetta -, i veri motivi della morte di Matty - la toxoplasmosi -, la scena dei cani morti e degli scoiattoli uccisi atrocemente da una banda di teppisti.
Altre omissioni, differenze e incongruenze di minor importanza, frutto della rielaborazione di Hodge, sono: Sick Boy nel romanzo ha una figlia, la piccola Dawn, figlia di Leslie, che muore nella culla mentre gli altri sono intenti a cucinarsi uno schizzo. Nel film, invece, la madre è Alison. Nel romanzo Tommy muore di toxoplasmosi dopo essere stato lasciato dalla ragazza, nella pellicola invece è Matty ad ammalarsi. Mentre nel romanzo Dianne vede in Renton solo un potenziale fornitore di droga, nel film i due hanno una relazione di carattere sessuale. Anche nel romanzo è accennata una relazione, ma indubbiamente meno intensa della love story presente nel film di Danny Boyle.
Il film, dunque, per più versi, prende le distanze dal romanzo: John Hoodge, conformandosi ad un cambiamento di mentalità, ambienta Trainspotting negli anni 90', in una nuova atmosfera di ottimismo. Renton passa davanti a Weistminister e, sorridente, convinto di aver sconfitto la droga, parte per Amsterdam.
Bibliografia:
John Hodge, Trainspotting and the Shallow Grave, London, Faber and Faber, 1996, p.10 A.Kelly, Irvine Welsh, Manchester, Manchester University Press, 2005 B.Schoene, The Edimburgh Companion To Irvine Welsh, (ed), Edimburgh, Edimburgh University Press, 2010 R.Morace, Trainspotting: A Reader's Guide, London, Continuum, 2001 I.Welsh, Trainspotting,London, Vintage, 2004 Sitografia: Marco Ligas Tosi, Intervista al regista Danny Boyle e allo scrittore Irvine Welsh, Magazines, 1997, v X http://www.undo.net/it/magazines/933692059
Immagini tratte da:
- wwww.denofgeek.com - ww.dailyrecord.co.uk - aforismi.meglio.it
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