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15/10/2016

La degenerazione democratica di Vergini delle Rocce  alla base del “superuomo” dannunziano  

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di Lorenzo Vannucci

 Un primo passo verso le tematiche nietzschiane, o meglio, un primo utilizzo di tematiche di questo autore è nel romanzo Le Vergini delle Rocce, ove si realizza un primo consistente approccio ad una lettura politica del filosofo tedesco. Protagonista è Claudio Cantelmo, un aristocratico decadente, sintesi perfetta tra il superuomo dannunziano e l'esteta,  alla ricerca di una donna con cui generare un figlio che possa costituire il primo segno di una nuova  aristocrazia.
L’artista, secondo Cantelmo, non deve isolarsi all’interno della sua cultura (Sperelli), ma trasformarsi in un uomo di azione, capace con le proprie idee di  finalizzare la sua condizione di vate; proprio grazie all'elevazione spirituale del poeta – un essere superiore rispetto alla pochezza della massa -, Cantelmo si fa “portavoce” di una nuova era. «L'Italia post-unitaria è un teatro di ignominiose violazioni e osceni connubi, una foresta infame popolata da malfattori, il campo di azione delle più basse cupidigie, un vero rigurgito di cloache», dice con violento sarcasmo Cantelmo guardando con disprezzo alla condizione degradata della gloriosa Roma.
Quei valori di eguaglianza, decantati dalla rivoluzione francese, devono essere superati in favore di un potere fatto di pochi, un'oligarchia in cui solo chi ha diritto di aspirare al potere solo chi, per virtù di sangue, ha ereditato dai loro antenati il gusto per la bellezza. Compito dello stato e del poeta, sempre più vate e capace con le sue idee di elevarsi al di là della massa, è di ricacciare i plebei
nella loro condizione naturale di schiavi «Il mondo, quale oggi appare, è un dono magnifico largito dai pochi ai molti, dai liberi agli schiavi: da coloro che pensano e sentono a coloro che debbono lavorare».
Il sogno di una nuova stirpe che possa abbattere lo stato borghese e democratico fondato sulla massa viene alimentato da quel modello “Bismarckiano” dello stato forte, attuando allo stesso modo della Germania una
politica aggressiva verso l’esterno che possa ridare luce e gloria all'antica potenza imperiale.

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Cantelmo pertanto, guardando con commiserazione il destino della gloriosa Roma, vede nella vecchia aristocrazia – «i patrizi non devono limitarsi a guardare al passato ne colludere in alcun modo col potere politico e finanziario» –  la principale causa della supremazia delle masse.
“Aspettate dunque e preparate l’evento. Per fortuna lo Stato eretto sulle basi del suffragio popolare e dell’uguaglianza, cementato dalla paura, non è soltanto una costruzione ignobile, ma è anche precaria. Lo Stato non deve essere se non un istituto perfettamente adatto a favorire la graduale elevazione di una classe privilegiata verso un’ideale forma di esistenza. Sull’uguaglianza economica e politica, a cui aspira la democrazia, voi andrete dunque formando una oligarchia nuova, un  nuovo reame della forza; e riuscirete in pochi, o prima o poi, a riprendere le redini per domar le moltitudini a vostro profitto. Non vi sarà troppo  difficile, invero, ricondurre il gregge all’obbedienza. Le plebi restano sempre schiave, avendo un nativo bisogno di tendere i polsi ai vincoli. Esse non avranno dentro di loro giammai, fino al termine dei secoli, il sentimento della libertà”.
In questa società utopica e ideale, in quanto Cantelmo si rende conto che questa modello di società non è ancora attuabile, l'esteta-superuomo D'Annunzio si  propone non solo di farsi portavoce dei caratteri della stirpe
latina, ma di  trasmettere le ricchezze ideali della stirpe in un figlio.

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 Nelle Vergini delle Rocce, pertanto, D'annunzio supera il semplice modello estetico incarnato da Andrea Sperelli nel Piacere (il disprezzo del suo tempo solo per motivazioni prettamente estetiche, limitandosi al gusto dell'arte in polemico isolamento dal mondo), decantando un uomo che, conscio della propria superiorità intellettuale, vuole affrontare la realtà combattendo la corruzione della società borghese facendosi portavoce di una potenziale rinnovamento.
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Bibliografia:
B.Squarotti, Il primo novecento
S.Guglielmino, Guida al Novecento
http://fascinointellettuali.larionews.com/le-vergini-delle-rocce-il-superuomo-dannunziano-e-lestetica-contemplativa/

Immagini tratte da:

-Il fascino degli intellettuali
-biografieonline.it
-Il fascino degli intellettuali

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