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11/9/2016

L’amica geniale 

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Tra i 10 migliori libri del 2015 per il New York Times scopriamo insieme chi si nasconde dietro Elena Ferrante e uno dei suoi romanzi di maggior successo.
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di Eva Dei

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Chi è Elena Ferrante? Ancora oggi non sappiamo rispondere a questa domanda, ma sappiamo che i suoi libri sono diventati un vero e proprio fenomeno editoriale, soprattutto in America, dove il New York Times ha inserito L’amica geniale tra i 10 migliori libri del 2015. L’assoluta volontà di anonimato, se da un lato non ha fermato la caccia all’autore misterioso (tra le ipotesi più accreditate si nomina Domenico Starnone, sua moglie Anita Raja o Goffredo Fofi), dall’altra non ha impedito la fortuna dei suoi romanzi. Forse il Paese dove hanno avuto meno risonanza, almeno inizialmente, è proprio l’Italia (anche se Amazon ha inserito L’amica geniale al primo posto tra i libri più venduti in Italia negli ultimi 12 mesi); c’è chi vede questa scelta come una trovata di marketing, altri come una volontà di tenersi lontania dal circo mediatico, in favore di un successo dato solo dai meriti della propria opera. Non resta che chiederci se questi meriti siano sufficienti a spiegare il successo di L’amica geniale.
Il romanzo esce nel 2011 per la casa editrice E/O. Primo libro di una serie conclusasi al quarto volume, inizia con un prologo che sembra fare da cornice alla storia vera e propria. Rino chiama Elena (voce narrante), chiedendole se ha notizie della madre. La madre è Raffaella Cerullo, detta Lina, anche se Elena ammette che per lei è sempre stata solo Lila. Inizia così un lungo flash back: Napoli, un rione di periferia, le famiglie che la abitano, le vite che si intrecciano e al centro Elena e Raffaella, anzi Lenù e Lila. Siamo nell’Italia degli anni ’50, Lenù e Lila sono due bambine abbastanza diverse: insicura, disciplinata e bisognosa di conferme la prima, forte, spavalda e di un intelligenza brillante la seconda. Le seguiamo crescere nel rione, giocare con le loro bambole nel cortile, studiarsi fino a diventare amiche. Sono diverse, ma complementari, amiche ma rivali, mai nessuna delle due riesce a prevalere totalmente sull’altra. Cercano di condizionarsi, ma in realtà spesso riescono solo a provocarsi un reciproco senso di inadeguatezza; è quando si arriva a questo punto che però entrano in gioco la solidarietà e la complicità.
La trama non sembrerà brillare per originalità, però il modo con cui l’autrice delinea i profili delle due ragazzine ha indubbiamente qualcosa di particolare. Non c’è la nascita di una comune amicizia, un sodalizio, un legame di profondo e paritario di affetto, c’è qualcosa di più viscerale, di meno limpido, ma forse più umano. “C’era già allora qualcosa che mi impediva di abbandonarla” ci dice Lenù; è attratta dalla compagnia di Lila, dalla sicurezza che i suoi gesti riescono a infonderle. Lila si comporta spesso in modo cattivo ma anche in questo c’è dell’accettazione, una sorta di sodalizio: “Quello che fai tu, faccio io”. E non può che essere così nel rione: “Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi. (…) Far male era una malattia”. Questo ammissione di consapevolezza non implica l’assenza della volontà di cambiamento, di riscatto, semplicemente si preferisce lacerare immediatamente qualsiasi velo illusionistico.
L’amica geniale è una storia di gente comune, ma leggendola vi ci sentiamo immersi, viviamo anche noi in quel rione di Napoli, intrecciamo le nostre vite con quelle delle famiglie che la abitano. Intanto le protagoniste attraversano l’adolescenza, si avvicinano, ma si allontanano anche per lunghi periodi, legate a scelte e destini diversi. Allo stesso tempo il rione subisce i cambiamenti del tempo: in seguito alla guerra si intravede un certo benessere, c’è chi decide di andarsene, chi invece resta e prova a far fortuna, inserendosi negli ambigui giochi di forza che legano le varie famiglie. La narrazione scorre fluida e trascinante (proprio come quella che usa Lila nelle lettere che incantano Lenù) e ci porta ad un finale che in realtà non è tale: tutto si ribalta e al lettore non resta altro da fare che iniziare dalla prima pagina del secondo volume, Storia del nuovo cognome.

Foto tratte da:
http://www.edizionieo.it/book/9788866320326/l-amica-geniale

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