Nella serie infinita dei numeri naturali, ne esistono alcuni particolari, dotati di un'aura magica che li rende speciali e unici: i numeri primi. Mattia e Alice, nella Solitudine dei numeri primi, sono due numeri vicini, separati da un solo numero pari, ma mai abbastanza da incontrarsi. Questa la condizione del numero primo e, apparentemente, dei due protagonisti: al centro del libro regna la solitudine, sempre presente nella loro vita, causata dalle conseguenze irreversibili delle loro sventure adolescenziali.
Se i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno, se ne stanno in disparte abbandonati al loro stato di solitudine, esistono dei numeri, chiamati principi gemelli, che vivono in coppia ma che, per la strana logica dell'universo, sono divisi da un ostacolo insormontabile, il numero pari. Vicini, ma mai abbastanza da toccarsi, unici, e infiniti, perché nella serie infinita, continuando a contare, ci si imbatte sempre in due gemelli, distanti anni luce dagli altri, ma sempre stretti l'uno l'altro nella loro solitudine. Mattia e Alice arrivano a sfiorarsi, a superare quell'apparente Muro di Berlino dettato dai pregiudizi della società. In un mondo avverso, che vede in loro degli emarginati (basti pensare il disagio di Mattia al compleanno della compagna di classe «gli altri invitati erano sparpagliati a gruppetti nel soggiorno. La maggior parte dei maschi faceva ondeggiare la testa avanti e indietro a tempo, mentre le ragazze vagavano con lo sguardo per la stanza. Alcuni di loro tenevano in mano un bicchiere. In sei o sette ballavano sulle note di "A question of time". Mattia si domandò come facessero a sentirsi a loro agio, ad agitarsi in quel modo sotto gli occhi di tutti. Poi pensò che era la cosa più naturale del mondo e che proprio per questo lui non ne era capace»), Mattia e Alice sopravvivono ai pregiudizi della società. Il primo diventa, nonostante l'autolesionismo e il ricordo atroce della sorellina gemella abbandonata in un parco, professore affermato di matematica, la seconda, invece, inferma dopo un'esercitazione sciistica, riesce a dare un senso alla sua vita apparentemente diventando fotografa.
Alice e Mattia, sin dall'infanzia, stringono un'amicizia particolare: dopo essersi incontrati ad una festa, i due, nonostante decidano di svolgere la propria esistenza autonomamente, finiscono per cercarsi per tutta la vita. Quando sembra che tra i due ci sia una svolta, quel primo bacio che sembra sciogliere il ghiaccio tra i due, ecco il litigio, le prime incomprensioni, la scoperta di Alice della mania autolesionistica di Mattia e la decisione di quest'ultimo di partire per l'estero. Separati, ma uniti da un sottile filo conduttore, Mattia decide di proseguire quella carriera matematica che lo vedrà diventare un affermato professore, mentre Alice sceglie la strada della fotografia. Innamorata di Fabio, i due entrano in crisi da una parte per il ricordo di Mattia, vivido e impresso nella mente di Alice tormentata da quale sia il vero male del suo amico, dall'altra per la sua sterilità, causata dalla anoressia. Strade che si dividono, giardini che si biforcano, per usare una citazione di Borges, che finiscono in questo libro per ricongiungersi, almeno per un secondo. Nonostante la relazione con Nadia, Mattia non esita a ricercare Alice al giungere di sue notizie: i due, senza essersi visti per quasi vent'anni, si rivedono, scatta la scintilla, quel secondo bacio che sembra finalmente porre fine a questa tormentata amicizia, per giungere ad una nuova paralisi che vedrà Mattia separarsi da lei intraprendendo una vita fondata su regole matematiche e fisiche.
Mattia e Alice sono due numeri primi gemelli, due persone che, nella loro condizione di solitudine, si riconoscono dando vita da una parte ad un'affinità profonda, dall'altra, per la stessa natura del numero, non riescono a conciliare quella distanza incolmabile perché irrimediabilmente separati da un altro numero. La loro distanza non può essere colmata, perché categorica. I personaggi di Alice e Mattia sono dunque dei vincitori, o degli sconfitti? Indubbiamente, la loro non è una solitudine assoluta: la vicinanza e la comunione con altri numeri, che però non sono primi gemelli, è possibile. Se pensiamo al numero 3, per sua natura sarà più “vicino” al numero 4, tanto da toccarlo, nonostante il 5 gli sia radicalmente più affine. Proprio perché “diversi”, Mattia e Alice sono vittime non tanto delle loro sventure, ma del loro tentativo di sopravvivere ai pregiudizi della società, che impone determinate regole per evitare di essere un emarginato. Alice non è una vinta, anzi, da una parte trasforma la passione per la fotografia in un elemento di riscatto, riuscendo a tramutare il suo sogno nel cassetto in un mestiere remunerativo che le dà l'indipendenza dopo l'esperienza fallimentare con Fabio, dall'altra si vendica di Viola, “nemica” di infanzia che si faceva gioco delle sue debolezze, rovinandole il matrimonio e bruciando le foto del medesimo.
Mattia, forse, è l'unico apparentemente sconfitto: si rifugia nel suo mondo, fatto di numeri, frazioni e strane formule matematiche, consapevole, tuttavia, della sua scelta. Il bello di Mattia è che, in tutto il romanzo, rimane ancorato alla sua logica razionale, decidendo di non cambiare nemmeno di fronte all'amore per Alice.
Nel mondo reale, sono gemelli perfetti i DSA che, nonostante siano soggetti alle continue incomprensioni dei docenti e presi di mira dai compagni perché lenti, timorosi e balbuzienti hanno numerosi punti di forza (tra cui la forte vena creativa potendo vantare un maggiore sviluppo cognitivo in specifiche aree), capaci di capirsi e sostenersi tra loro. Lo sono pure quelle persone definite brutalmente “poco carine”, “cicciotelle”, “sfigate”, capaci, nell'arco della vita, di prendersi rivincite al cospetto di chi le aveva derise. I numeri primi, o meglio i numeri perfetti, sono tutte quelle persone neglected, che rimangono vittime, per un motivo o per l'altro, della società che vede in loro delle persone non indispensabili e per questo da buttare. Persone timide, silenziose, omosessuali, di colore, dawn, vittime di una società che, troppo spesso, non le comprende. Persone che, come Mattia e Alice, si distinguono dalla massa, e per questo giudicati diversi agli occhi della società. Ma mentre Mattia e Alice restano legati indissolubilmente da una condizione profonda e radicata che lega inscindibilmente un primo gemello a un altro e che, automaticamente, li tiene di fatto lontani quel tanto che basta perché non si incontrino davvero, questi ultimi sono legati da un unico obiettivo, essere parte integrante della società, ed essere riconosciuti in essa.
Bibliografia
P.Giordano, La Solitudine dei Numeri Primi
Immagini tratte da:
www.pinterest.com www.ondacinema.it cinesound.altervista.org
2 Commenti
Paola
17/6/2020 11:30:54
"Persone timide, silenziose, omosessuali, di colore, dawn, vittime di una società che, troppo spesso, non le comprende." : ma allora non ha capito niente del libro scusi
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