Stanislavskij è stato un attore, regista, scrittore e teorico russo noto per essere l’ideatore del metodo che porta il suo stesso nome.
Il metodo Stanislavskij è il primo importante sistema dedicato alla recitazione dell’attore. Prima di esso l’attore imparava a recitare dall’esperienza sul palcoscenico e dall’imitazione degli attori più esperti. Stanislavskij ha voluto dare basi razionali all’apprendimento dell’arte della recitazione servendosi per la prima volta dell’interiorità psicologica dell’attore. Amava infatti chiamare il suo metodo psicotecnica, nome che ne evidenziava i due ingredienti fondanti: il suo essere una tecnica, con obiettivi concreti realizzati attraverso degli strumenti e un modello di riferimento precisi, ma soprattutto il suo focalizzarsi sul lavoro dell’attore su se stesso, attraverso e sulla propria interiorità. Il suo metodo, articolato e puntuale, supportava l’attore di teatro nel lavoro su di sé e sul personaggio ed aveva come obiettivo quello di renderlo in grado di mettere se stesso, le proprie peculiarità e i propri vissuti nella drammatizzazione e di esprimersi, pertanto, con verità. Nel metodo Stanislavskij il lavoro inizia con l’allenamento dell’io dell’attore che deve riuscire a raggiungere una consapevolezza di sè tale da poter intervenire razionalmente sui meccanismi interiori che stanno alla base dell’immedesimazione con una determinata emozione, attraverso esercizi di rilassamento, concentrazione, comunicazione e immaginazione. Fondamentale è per Stanislavskij il concetto di verità: l’attore non deve imitare, deve essere il personaggio, cioè deve viverlo. Per far sì che questa verità venga percepita come tale viene data molta rilevanza all’insieme dei fatti e situazioni che si possono ricostruire a partire dal testo: ambientazione, passato e futuro del personaggio. Una volta ricostruito questo sottotesto, l’attore deve ricorrere al magico se, cioè mettere se stesso nei panni del personaggio, domandandosi “Se io mi trovassi nelle sue condizioni, come mi comporterei?”. Partire da se stessi vuol dire che non si può partire da ciò che non si è, ma tuttavia il proprio io non è un punto di arrivo, bensì solo un punto di partenza; non si tratta di riversarsi nel personaggio, ma è l’inizio di una gestazione che porta al parto di un altro. Altro elemento fondamentale del metodo è la memoria emotiva: per esprimere le emozioni del personaggio l’attore deve trovare punti in comune con la sua vita, andare a ritroso e ricercare quei momenti che hanno provocato sentimenti analoghi a quelli del personaggio. Questo processo è molto lontano dall’immedesimazione per cui l’attore scompare in virtù del personaggio. Qui si tratta di una simbiosi vivente tra vita dell’attore e vita del personaggio, che partecipano entrambi alla creazione di una terza vita. BIBLIOGRAFIA - Monica Curvetino, Il metodo per essere attore – Il lavoro introspettivo tra arte e psicologia Immagine tratta da: - http://www.postpopuli.it/13343-teatro-il-metodo-stanislavskij/
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Maggio 2023
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