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23/7/2016

Tennyson: i giorni che non ci sono più

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Andrea Di Carlo

Il sec. 19° rappresenta per l’Inghilterra un’età di grande progresso e avanzamento tecnologico: l’Esposizione universale del 1851 fu l’occasione migliore per mostrare al mondo la grandeur dell’Impero britannico e delle sue colonie e la Rivoluzione industriale proseguiva spedita sulla sua strada. Ma non tutto è oro quel che luccica: il Darwinismo minava secoli di incrollabile fede nei dogmi biblici, ma, soprattutto, nell’ordine delle cose. La voce che meglio interpretò questo senso di smarrimento e di inquietudine fu Alfred, Lord Tennyson (1809-1892), dal 1850 Poeta Laureato
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L’opera di Tennyson si inscrive in quel processo di ricreazione del Medioevo noto come medievalismo (D’Arcens 2016, Matthews 2015), concentrandosi in modo particolare sulle leggende arturiane: questo vagheggiamento romantico “per i giorni che non ci sono più” (come recita una sua poesia) esprime il suo senso di smarrimento e il tentativo estremo di recuperare una dimensione perduta (Riede 2000). L’autore è anche celebre per le sue poesie di argomento classico, tra cui spicca il monologo drammaticoUlysses (1833). Ispirato al canto XXVI dell’Inferno dantesco, l’Ulisse del poeta britannico è la rappresentazione più viva e più efficace dell’artista e dell’intellettuale romantico, che non accetta la passività e la staticità della società vittoriana e la cui filosofia è riassunta nel celebre verso to strive, to seek, to find, but not to yield (“lottare, cercare, trovare, ma non arrendersi”)
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Tennyson non è soltanto il poeta medievaleggiante e classicheggiante, ma è, soprattutto, il Poeta Laureato, custode del senso patrio e voce pubblica nei momenti più duri. Del 1854 è la poesia The Charge of the Light Brigade, dove egli commemora la morte dei soldati dell’esercito inglese alla battaglia di Balaclava, durante la guerra di Crimea. Con riferimenti biblici (“la valle della morte” richiama il Salmo 23), egli esalta il sacrificio dei soldati britannici, che il poeta definisce “i nobili seicento”.
Il Tennyson più privato e autobiografico emerge nella poesia In Memoriam A.H.H (1849), dedicata alla morte dell’amico Arthur Henry Hallam, dove emergono i suoi dubbi religiosi e le sue insicurezze, soprattutto nel verso there lives more faith in honest doubt, believe me, than in half the creeds (“la fede più autentica, credetemi, esiste nel dubbio onesto, che in metà dei credi”).
Con Alfred Tennyson siamo di fronte a uno dei poeti più cari agli Inglesi, ma soprattutto a un fine versificatore e a una solida voce per le ansie e i dubbi, quelle stesse ansie e quegli stessi dubbi da cui il poeta non era esente.

 

BIBLIOGRAFIA
 
D’Arcens, L (ed. by)(2016)The Cambridge Companion to Medievalism: Cambridge, Cambridge University Press.
Matthews, D (2015) Medievalism: A Critical History: Woodbridge, Boydell Brewer.
Riede, DG (2000)  “Tennyson’s Poetics of Melancholy and Imperial Imagination” Studies in English Literature (40) 4: 659-678.


Immagini tratte da:
 
- Carbon print of Alfred, Lord Tennyson, Pubblico Dominio, Wikipedia inglese, voce Alfred, Lord Tennyson.
 
- Blake’s watercolour for Dante’s Inferno XXVI Ulysses, Pubblico Dominio, Wikipedia inglese, voce Ulysses (poem).

 
 

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