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16/7/2016

Tra genio e follia

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di Lorenzo Vannucci

Dall’Orlando Furioso al Don Quijote, dal concetto di “creazione” in Coleridge e Mallarmé fino a Mary Shelly, notiamo dal XVIII al XIX una costante, ossia il tema della follia. È vero che tra queste opere letterarie ci sono grandi differenze, eppure la follia come strumento di conoscenza dell’io rimane un tema molto forte capace di accomunare tutti questi scritti. Baudelaire, Rimbaud, Flaubert, Torquato Tasso, Ian Mc Ewan, solo per citarne alcuni.
 L’attenzione morbosa per i particolari, all’apparenza trascurabili, ha caratterizzato la vita di molti scrittori e scrittrici. Cosa dire di Gustave Flaubert, autore di Madame Bovary, ossessionato dalla ricerca maniacale della forma perfetta? «Una buona frase di prosa deve essere, al pari di un buon verso, impossibile da cambiare e altrettanto ritmata e sonora», scrisse Gustave Flaubert il 22 luglio 1852. Quattro anni, sette mesi e undici giorni: questo il tempo impiegato dallo scrittore francese per portare a termine il suo lavoro, fatto di interruzioni e rifacimenti, in maniera soddisfacente. Giornate intere alla ricerca della musicalità, dello stile “perfetto”. L'eterno conflitto tra il detto e il non detto, tra la necessità di proporre qualcosa di nuovo al pubblico e l'esigenza di rimanere all'interno di un canone definito. Questa è la vita di Flaubert, un ciclo ossessivo di “nuovo e sempre uguale”, per dirla alla Benjamin.
 Un'ossessione, potrebbe essere definita, un pensiero che si insinua lentamente nella mente, fino ad impossessarsene completamente. Una compagna inseparabile, che ti accompagna costantemente e ti costringe a vivere il senso di inquietudine che ne deriva. Un pensiero che, come afferma Coelho, « all'inizio ti sfiora appena e finisce per essere la sola cosa a cui riesci a pensare». Pensieri che, nell'attimo in cui sembri riuscire a liberartene, si ripresentano nel tuo inconscio sotto forma di incubo. Per dirla alla Freud, l'ossessione è la vittoria dell'es sulla razionalità, delle pulsioni inconsce sulla praticità delle cose.
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Una coalizione a ripetere, un qualcosa che, senza volere, sappiamo che si ripresenterà inevitabilmente. Non solo amore, ma anche quella compulsione profonda radicata nell'uomo descritta da Bauman. Homo consumens, scrive il sociologo polacco, vale a dire una creatura consumata perennemente da un unico grande desiderio inappagabile: il consumo.
Tutto può diventare ossessione: Chiaro dell'Erma in Hands and Soul è perennemente insoddisfatto della sua opera, Van Gogh per tutta la propria esistenza si arrovella sul senso della vita, sul proprio posto in questo mondo, e sul senso ultimo della propria opera e dell'arte. Tasso è costantemente ossessionato dai particolari, tanto da essere rinominato dai coetanei “genio folle”.
 Follia, genio, e ossessione, questo accomuna lo spirito creativo di poeti, romanzieri e musicisti. Cosa dire della camicia bianca di Mark Twein o della casacca di Balzac prima di buttarsi in un fiume di parole? Di Carrol, Hardy e Hemingway, che trascorrevano le loro giornate in piedi alla ricerca della vena creativa? Di Truman Capote, capace di concentrarsi solo con un bicchiere di Sherry? Abitudini, ricorrenze, scetticismo, atteggiamenti compulsivi ossessivi che si ritrovano in James Joyce, Flannery O'Connor, Edgar Allan Poe, Dan Bown, Fredrich Schiller e molti altri ancora.
 Atteggiamenti, pensieri, di cui spesso è difficile disfarsi. Mark Renton in Trainspotting prova a liberarsi dell'immagine della piccola Dawn, del senso di colpa di aver ucciso la figlia di Lesly dopo aver giocato a calcio con il corpo della piccola, senza avere successo. Un chiodo fisso, un'immagine ricorrente fino a quella celebre scena con Mark agli arresti domiciliari chiuso in camera convinto che lo spettro di Dawn stia camminando sulla parete di camera sua.
 Questa presenza, costante e ripetuta nella mente, di immagini che non lasciano tregua e spazio allo scrittore si ritrova anche in molti romanzi di Musil.

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Claudine di Incontri, Regine di I fanatici, Agathe dell' Uomo senza qualità non è altro che la ricerca ossessiva del passato di Martha, il tentativo disperato da parte di Musil di ricostruire tutte le storie pre e extra matrimoniali di Martha. Voyerismo e ossessioni sessuali potrebbe essere definita una sua autobiografia postuma.
 E cosa dire delle ossessioni di Italo Svevo, tormentato dalla relatività dell'esistenza, o dei tormenti di Parise in L'odore del sangue? L'incontro al Caffè Rosati, il vestito della Fioroni bianco e nero, i continui tradimenti, l'ossessione del protagonista dopo la scoperta fortuita di una relazione misteriosa tra la sua compagna e un altro uomo.
Ossessione che, in alcuni romanzi, si trasforma in dissezione anatomica di un sentimento amoroso. È il caso di Un amore di Buzzati, romanzo complesso in cui da un semplice deja vu - la convinzione di avere visto una persona per strada prima di quel particolare momento -, Doringo si auto convince che questa persona è una figura importante per la sua vita. «Per quanto egli cerchi di ribellarsi, il pensiero di lei lo perseguita in ogni istante millimetrico della giornata, ogni cosa persona situazione lettura ricordo lo riconduce fulmineamente a lei attraverso tortuosi e maligni riferimenti».
Un mondo, quello di Buzzati, non tanto distante da quello attuale. Si finisce per leggere i messaggi in rubrica, “fregare” il telefono, farsi dare la password di Facebook, chiamare il proprio partner ogni due minuti. Non più fiducia e rispetto, ma forme di divieto ingiustificate.

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Sitografia:

http://www.scrivo.me/2014/02/06/letteratura-ossessione/
http://www.parodos.it/letteratura/manierismo.htm
http://users2.unimi.it/mgriccobono/wp-content/uploads/Appunti-Madame-Bovary.pdf

Bibliografia
AAVV “Antologia Critica”, in Dino Buzzati, Un amore, Milano, Mondadori, 1963 
Cesare Garboli, “Prefazione”, in Goffredo Parise, L'odore del sangue, p. VIII.
L.Pietromarchi,
L’illusione orientale. Flaubert e l’esotismo romantico, Milano, Guerini, 1990.

P. Cogny
, L’”Education sentimentale” de Flaubert, Paris, Librairie Larousse, 1975.

I.Svevo, La coscienza di zeno, Milano, Giuseppe Monreale Edizione, 1930

G.Parise, L'odore del sangue, Milano, Rizzoli, 2004

R.Musil, Incontri, Roma,  Kogoi edizioni, 2013

R.Musil, I fanatici, Torino, Einaudi, 1964

R.Musil, Un uomo senza qualità, Torino, Einaudi, 1940

D.Buzzati, Un amore, Milano, Mondadori, 1963
I.Svevo, Senilità, Milano, Dell'Oglio editore, 1965
Immagini tratte da:
- www.inliberta.it
- www.premioceleste.it
- nuvolegialle.blogspot.com

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