8/10/2016 A spine-chilling journey into Gothic. Recensione di The Oxford Book of Gothic Tales, a cura di Chris BaldickRead Now![]()
Se finora mi sono dedicato ad approfondimenti o riflessioni sulle letterature europee, con l’articolo di questa settimana inizia un ciclo di recensioni e il primo testo è The Oxford Book of Gothic Tales (1992), a cura di Chris Baldick, professore di Letteratura inglese presso il Goldsmiths College a Londra .
La miscellanea si apre con una lunga introduzione del curatore dove si delineano i caratteri della narrativa gotica. Gotico è tutto ciò che richiama a un passato perduto, dimenticato e violento della nazione inglese, cioè il Medioevo, l’epoca che precede la modernità e l’introduzione di una spiritualità riformata nel regno (Rodman Jones 2016, Baldick 1992: xi-xii).
Baldick ripartisce la raccolta in tre sezioni: la prima che comprende racconti che coprono il XVIII secolo, la seconda la produzione gotica ottocentesca e la terza include testi gotici contemporanei.
A mio giudizio, il pregio della silloge consiste nella scelta dei testi. Il curatore non si è limitato a testi canonici della moda gotica, come The Fall of the House of Usher di Poe, ma ha anche selezionato racconti anonimi o sconosciuti anche a un pubblico più sofisticato. Ne sono un esempio The Poisoner of Montremos (1791) di Richard Cumberland e l’anonimo The Friar’s Tale (1792). La vicenda del primo verte su un processo dell’Inquisizione spagnola nei confronti di un giovane accusato di aver ucciso la propria fidanzata, ma si scoprirà una verità molto più amara nel finale. Forte è la critica alla Chiesa romana e al Sant’Uffizio e ai suoi metodi investigativi, oltre che all’emersione di cupidigia e incesto, alcuni dei motivi tipici della narrativa gotica. Il villain caratteristico della letteratura gotica, sotto forma di un nobiluomo e di una religiosa cattolica romana, si manifestano nel secondo racconto, ambientato in un convento francese. La critica al Cattolicesimo romano e agli intrighi tipici del clero sono amplificati in tutto il racconto, ma, tuttavia, essi sembrano essere mitigati da un richiamo a una religione deista e tollerante nel finale del testo da parte dell’anziano abate (Long Hoeveler 2014).
Come emerge da queste brevi considerazioni, Baldick è riuscito a coniugare il gotico “tradizionale”, ricco di elementi immaginifici, fantastici, macabri e sanguinolenti, ma sceglie anche di far emergere un lato insolito di questa produzione, cioè un’inaspettata vena di tolleranza in una letteratura nata come propaganda del Protestantesimo britannico contro la Chiesa di Roma. Consiglio per tutti gli appassionati e non solo la lettura di questa significativa antologia, soprattutto per i racconti anonimi o di autori non noti nell’ampio panorama del gotico.
Bibliografia:
Baldick, C (1992) The Oxford Book of Gothic Tales. Oxford: Oxford University Press. Long Hoeveler, D (2014) The Gothic Ideology: Religious Hysteria and Anti-Catholicism in British Popular Fiction, 1780-1880. Cardiff: University of Wales Press. Rodman Jones, M (2016) Early modern medievalism, in D’Arcens (ed. by) The Cambridge Companion to Medievalism. Cambridge: Cambridge University Press: 89-103. Immagini tratte da: http://www.gold.ac.uk/ecl/staff/c-baldick/ https://global.oup.com/academic/product/the-oxford-book-of-gothic-tales-9780199561537?cc=it&lang=en&
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