Parlare di André Gide (1869-1951) significa tratteggiare uno scrittore anticonformista e fortemente libertario, forte anche della consapevolezza della sua omosessualità (un tratto che ricompare frequentemente nella sua opera).
Nato in una rigorosa e austera famiglia calvinista, Gide ben presto si affranca dalla rigida atmosfera familiare, coltivando una relazione con la cugina fino a realizzare la propria omosessualità. Questo aspetto emerge nel romanzo L’Immoraliste (1902, “L’immoralista”), dove il protagonista, un professore universitario parigino di nome Michel, si dedica a una vita sregolata dopo aver riscoperto i piaceri durante un soggiorno in Tunisia, finendo per trascurare la moglie, la quale muore di parto. L’immoralista del titolo è proprio il protagonista che affida al lettore il racconto della sua esistenza. Emerge chiaramente anche l’interesse dell’autore per la psicologia dei personaggi: egli infatti si dedica allo studio dell’evoluzione del personaggio di Michel, che, da totalmente disinteressato ai piaceri della vita, finisce, per enantiodromia, ad assuefarsi a una vita edonistica.
A mio parere è degno di nota il romanzo La symphonie pastorale (1919, “La sinfonia pastorale”). Due sono i protagonisti della vicenda: la giovane Gertrude, cieca e orfana, e un pastore protestante. Tema del romanzo è proprio la cecità: se Gertrude è fisicamente cieca e incapace di vedere, l’amore che il religioso prova per lei è chiaro; egli ha consapevolezza dei suoi sentimenti, ma fa di tutti per non “vederli”; li nasconde, proprio perché nel suo ufficio pastorale le indicazioni bibliche sono fondamentali. Anche in questo caso siamo di fronte allo studio di un uomo: un rigido pastore, che scopre di cedere alle tentazioni dell’amore.
La parodia e la satira nei confronti della società francese dell’epoca (unita alla sempre presente analisi introspettiva) emerge nel celebre Les Caves du Vatican (1914, “I sotterranei del Vaticano”). La provincia francese si rianima per salvare il papa, imprigionato da un massone nei sotterranei del Vaticano. Il romanzo, tuttavia, si concentra di più sulla psicologia di Jules Lafcadio, di cui tratteggia con maestria i disturbi della personalità, quasi con piglio freudiano.
André Gide non si sottrae allo sperimentalismo letterario che contraddistingue gli anni ’20 (si pensi a Eliot e alla Terra Desolata (1922)). In questo clima si inserisce il romanzo Les Faux-Monnayeurs (1925, “I falsari”). È impossibile definire un intreccio ben preciso in questo testo, dove più storie e personaggi si intrecciano. Il protagonista, Edouard, si sta dedicando a un romanzo, “I falsari”, il cui protagonista è egli stesso un romanziere. I falsari sono sì coloro che falsificano il denaro, ma, nell’ottica dell’autore, essi sono coloro che avvelenano rapporti e sentimenti. Va inoltre detto che quest’opera di Gide è un’appassionata difesa dei diritti e delle persone LGBT.
In un’epoca in cui le minoranze LGBT sono continuamente sotto minaccia (basta pensare ai turpi lager creati ad hoc in Cecenia per gli omosessuali) o dove si vive quasi esclusivamente di apparenza invece che di sostanza, la lezione etica e morale di André Gide ha ancora tanto da dire.
Immagini tratte da: https://www.ibs.it/falsari-libro-andre-gide/e/9788845283284 http://le-citazioni.it/autori/andre-gide/ https://www.flickr.com/photos/aorloff/5376952477 https://www.amazon.com/Symphonie-Pastorale-Andre-Gide/dp/B00A4EEYFO
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Febbraio 2023
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