COMUNICATO STAMPA Da novembre 2021 a marzo 2022, dopo il lunghissimo periodo di chiusura forzata a causa della pandemia Covid-19, si riapre il sipario con la stagione teatrale del Teatro Pacini di Fucecchio, gestito dal Teatrino dei Fondi con la direzione di Enrico Falaschi, con il sostegno di Comune di Fucecchio, Ministero della Cultura, Regione Toscana, Città Metropolitana, Unicoop Firenze. La stagione intitolata Sipario Blu, giunta alla settimana edizione, conta sette appuntamenti di grande livello, con una varietà di proposte in grado accontentare un ampio pubblico. Con un’offerta vivace e di qualità contamina tradizione e innovazione per una stagione d’autore che vanta grandi nomi della letteratura e non solo da Dante a Pasolini, dai noti drammaturghi Edoardo Erba, Yasmina Reza. Calcheranno il palcoscenico due dei più importanti rappresentanti del teatro di narrazione, Marco Baliani e Ascanio Celestini. Non mancherà una prima nazionale del Teatrino dei Fondi con Muratori, un lavoro tragicomico, che fa riflettere sulla condizione del teatro ai giorni nostri. Ci sarà spazio per la comicità toscana con Paolo Hendel, Riccardo Goretti e Andrea Kaemmerle. Chiuderà gli appuntamenti, pochi giorni prima della “giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, Ninni Bruschetta, volto noto del piccolo e del grande schermo, offrendo un’occasione per soffermarsi sulla mafia. Il Teatro Pacini torna a essere un luogo di incontro e di confronto di idee, di condivisione. ![]() Apre la stagione giovedì 4 novembre alle ore 21:30, Lella Costa, una “mattatrice”, brillante e unica nel suo genere, con Intelletto d’amore, Dante e le donne, un racconto scritto da Gabriele Vacis e Lella Costa stessa dedicato alle donne dantesche che parlano in prima persona al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”. ![]() Giovedì 25 e venerdì 26 novembre debutta il nuovo spettacolo del Teatrino dei Fondi, Muratori di Edoardo Erba, uno degli autori più importanti e brillanti autori italiani, con la regia di Enrico Falaschi e con l’interpretazione di Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda. Un lavoro comico e al tempo stesso serio e poetico che ci fa riflettere sulla difficile condizione attuale del teatro, che senza troppe remore, talvolta, può essere distrutto per dare spazio a qualcosa di più utile… ![]() Giovedì 16 dicembre Paolo Hendel, Riccardo Goretti e Andrea Kaemmerle sono i protagonisti di Toscanacci, un viaggio nella cultura della Toscana più autentica da Boccaccio a Collodi, da Malaparte a Bianciardi. Uno spettacolo all’insegna della comicità e dell’ironia, in salsa toscana. ![]() Venerdì 14 gennaio Marco Baliani, raccontastorie e narratore, è sul palco del Pacini con il suo cavallo di battaglia Kohlhaas, scritto a quattro mani da Baliani e Remo Rostagno, una riflessione epica sulla giustizia e sulle conseguenze che la reazione dell'individuo all'ingiustizia può comportare. Kohlhaas, raccontato magistralmente da Baliani, affronta un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili, di un mercante di cavalli, vittima della corruzione dominante della giustizia statale. ![]() Sabato 5 febbraio è la volta di ART di Yasmina Reza, una delle maggiori drammaturghe in lingua francese, autrice, tra gli altri, de “Il dio del massacro” da cui Roman Polanski trasse il film “Carnage”, una produzione del Teatro della Tosse di Genova. Una commedia crudele e divertente con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi che vede protagonisti tre personaggi che si confrontano sulla qualità artistica di un quadro, dando vita a un affresco quasi cinematografico, in cui personalità e nevrosi arrivano ad incrinare, forse in modo irreparabile, il loro stesso rapporto. ![]() Giovedì 24 febbraio torna sul palco del Pacini Ascanio Celestini, scrittore, attore e narratore con il suo ultimo lavoro Museo Pasolini. A cento anni dalla nascita del celebre autore, Ascanio Celestini ci guida in un ipotetico “Museo Pasolini” attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l’ha conosciuto. ![]() Venerdì 18 marzo, tre giorni prima della “giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” chiude la stagione Ninni Bruschetta, volto noto del piccolo e grande schermo, che nel corso della sua carriera che si è sempre dedicato a soggetti di valenza sociale con Il mio nome è Caino. In scena l’attore siciliano interpreta la storia di quest’uomo, chiamato dal destino a essere un mafioso, e, per questa ragione, premiato dagli altri col nome di “Caino”. L’intenso racconto si intreccia alle musiche, frutto di uno studio condiviso con l’interprete, composte ed eseguite dal vivo dalla pianista, compositrice e direttrice d’orchestra Cettina Donato. PROGRAMMA
Giovedì 4 novembre 2021 h 21:30 LELLA COSTA Intelletto d’amore, Dante e le donne Un racconto di Gabriele Vacis e Lella Costa Venerdì 25 e sabato 26 novembre h 21:30 Teatrino dei Fondi Muratori di Edoardo Erba regia Enrico Falaschi con Alberto Ierardi, Marta Paganelli, Giorgio Vierda Venerdì 25 e sabato 26 novembre h 21:30 Teatrino dei Fondi Muratori di Edoardo Erba regia Enrico Falaschi con Alberto Ierardi, Marta Paganelli, Giorgio Vierda Prima nazionale Giovedì 16 dicembre h 21:30 Paolo Hendel, Riccardo Goretti e Andrea Kaemmerle Toscanacci Venerdì 14 gennaio h 21:30 Marco Baliani Kohlhaas Sabato 5 febbraio h 21:30 Teatro della Tosse ART di Yasmina Reza con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi Giovedì 24 febbraio h 21:30 Ascanio Celestini MUSEO PASOLINI Venerdì 18 marzo h 21:30 Ninni Bruschetta IL MIO NOME È CAINO Di Claudio Fava Regia Laura Giacobbe Per l’accesso in sala è obbligatorio il green pass Rinnovo abbonamenti dal 14 ottobre Nuovi abbonamenti dal 21 ottobre Vendita biglietti singoli dal 28 ottobre Biglietti Settore 1 intero: 18 euro - ridotto (soci Unicoop Firenze, under 25 e over 65) 16 euro Settore 2 intero: 15 euro - ridotto (soci Unicoop Firenze, under 25 e over 65) 13 euro Abbonamento Intero 100 euro - ridotto 90 euro Per info: Nuovo Teatro Pacini Piazza Montanelli snc Fucecchio 0571 540870 / 353 4104119 Teatro Pacini 0571-462825 Ass. Teatrino dei Fondi info@teatrinodeifondi.it info@nuovoteatropacini.it
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di Lorenzo Vanni La volgarità serve a mettere alla prova chi legge, serve a rendersi conto se quella persona si accorge che è tutto uno scherzo. Usare la volgarità serve a sottolineare quel che c’è di importante nel proprio discorso: Marco Malvadi è toscano e quindi lo usa con attenzione alla maniera di Federico Maria Sardelli e Giorgio Marchetti, i suoi maestri. Malvaldi è infatti interessato alla mescolanza tra registro aulico e volgare.
I romanzi del barlume girano tutti intorno a un bar, una barista, un banconista, e alcuni vecchietti. Ovviamente quando arriva il covid, non è possibile ignorarlo dato che i bar sono stati tra le attività commerciali più colpite. Sul covid si può scherzare, ma va fatto nel modo giusto: uno scrittore, pur essendo limitato nei movimenti durante il lockdown, non smette mai di lavorare e, almeno per quanto riguarda l’aspetto lavorativo, non cambia quasi niente. Chi ha un bar ha invece la necessità di stare aperto per lavorare e quindi continuare a guadagnare. La cosa veramente importante in un romanzo come quello di Malvaldi è la capacità di far ridere, ed è un meccanismo che funziona solo quando si sa che la situazione presentata nel romanzo non potrebbe mai verificarsi nella realtà e questo suscita il riso. Accade nei film della commedia all’italiana e il modello principale per Malvaldi è Amici Miei. I bar non sono un luogo ignorabile: sono un luogo democratico in un certo senso perché chi arriva per primo viene servito per primo. L’Italia è il paese noto per il cibo e l’intrattenimento, ma dobbiamo tenere presente che dietro tutta questa qualità c’è un retroterra di cultura alimentata nel tempo. Di questo ci siamo resi conto ancora di più durante questo periodo. Può accadere ovviamente che uno scrittore dica sciocchezze, la cosa importante è che le critiche che vengono rivolte siano fondate. Se si riesce solo a indignarsi per l’argomento trattato dallo scrittore, spesso è perché per primi si è poco oggettivi sull’argomento. Per scrivere un giallo si deve partire dalla fine. Uno strumento che Malvaldi usa è il cubo di rubik: deve essere scomposto riprendendolo con una telecamera per poi ricomporlo al contrario. Si deve sapere fin dall’inizio chi è l’assassino e ne deve essere ricostruita l’identità andando a ritroso. In chimica questo corrisponde al secondo principio della termodinamica: con il passare del tempo aumenta l’entropia di un oggetto, cioè aumenta la capacità delle singole componenti di un oggetto di unirsi e formare un legame stabile. Un altro strumento a cui fare ricorso è quello dell’analogia, il “come se”: tutti questi strumenti non si devono vedere, il testo deve essere fluido, anche se alle spalle c’è un lavoro di scrittura e revisione teoricamente infinito. Fonte immagine: Amazon.it COMUNICATO STAMPA AL TEATRO NUOVO-BINARIO VIVO SI RIAPRE IL SIPARIO SULLA STAGIONE DI TEATRO CONTEMPORANEO E WORLD MUSIC PISA, 16 ottobre 2021 – Si riapre il sipario di Teatro Nuovo-Binario Vivo che animerà i weekend (dal venerdì alla domenica) nella piazza della Stazione dopo la battuta d’arresto causata dall’emergenza sanitaria. Il calendario della Stagione di Teatro Contemporaneo e World-Music “Realtà Immaginarie” sarà ricco di spettacoli volti a dare nuova linfa al panorama culturale della città. «I teatri, meta di artisti e compagnie che, viaggiando di palcoscenico in palcoscenico, portano con sé da ogni parte del mondo, racconti, gesti, melodie, emozioni e sogni – spiega il direttore artistico di Teatro Nuovo – Binario Vivo, Carlo Scorrano – Ogni sera, tra platea e palcoscenico si forma una comunità che respira e si emoziona insieme, che si saluta alla fine della rappresentazione, ma che per l’intensità dell’esperienza nella memoria di artisti e spettatori è destinata a durare nel tempo. La stagione 2021-22 di Teatro Contemporaneo nasce dal desiderio di accompagnare gli spettatori in un lungo viaggio, tra storie, sentimenti, immagini e musiche. Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo: Fondazione Pisa per aver abbracciato il nostro progetto e Coop Firenze, Due esse Immobiliare, Assicurazione Bertolini e il Dopolavoro Ferroviario di Pisa per averci sostenuto». «Giunta alla sua terza edizione, la rassegna di Calendario Popolare si conferma essere un appuntamento rituale, che va dalla Musica di tradizione orale alla World-Music, che richiama pubblico da tutta la Toscana – afferma il direttore artistico di Calendario Popolare, Francesco Salvadore – Quest’anno una selezione autentica e raffinata di esperienze musicali fra le migliori che si muovano nel panorama italiano ed europeo». Presente all’incontro anche il consigliere Soci Coop Pisa, Lorenzo Evangelisti. Si inaugura la Stagione venerdì 22 ottobre alle ore 21 con lo spettacolo DITA DI DAMA con Laura Pozone, per la regia di Laura Pozone e Massimiliano Loizzi (Produzione Teatri di Roma), tratto dal libro omonimo di Chiara Ingrao. Gli anni delle lotte operaie, raccontati non attraverso lo “stereotipo” della violenza, della tensione e del piombo, ma attraverso una storia tutta al femminile di formazione d’amore e amicizia. A seguire sabato 30 ottobre salgono sul palco del Teatro Nuovo i grandi padri della musica salentina, gli OFFICINA ZOE’. Venerdì 12 e sabato 13 novembre va in scena la tragedia moderna CORPO D’ALTRI di Silvia Lazzeri e Francesca Orsini, prodotta da Binario Vivo e Teatro dell’Aglio, testo di Giuseppe Manfridi. Sabato 20 novembre sarà la volta di ARLECCHIN DELL’ONDA di Enrico Bonavera (l’Arlecchino ufficiale del Piccolo di Milano) e Barbara Usai, produzione di Teatri di Mare, Cajka, la storia di un uomo e una donna separati dalla ricerca di un futuro migliore al di là del mare. Sabato 27 novembre la formazione di 16 elementi fra danzatori, suonatori e “Tenore” porteranno a Pisa la cultura musicale e coreutica di Orgosolo con MURALES DI ORGOSOLO. Domenica 28 novembre e domenica 5 dicembre torna il FESTIVAL NESSIAH, palcoscenico di riferimento della cultura ebraica, con il concerto ad ingresso libero diretto da Andrea Gottfried. Si prosegue sabato 4 dicembre con MURATORI, uno spettacolo comico, contornato da tinte poetico-riflessive sulla condizione di fragilità vissuta dal teatro contemporaneo, con Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Marta Paganelli (Produzione Teatrino dei Fondi, testo di Edoardo Erba). Sabato 11 dicembre SORRY BOYS di e con la pluripremiata Marta Cuscunà, prodotto da Centrale Fies, porta alla luce i paradossi della pubblica opinione sulla libertà di scelta. Venerdì 17 dicembre il gruppo di punta della world-music siciliana UNAVANTALUNA. Venerdì 14 gennaio 2022 si prosegue con lo spettacolo ICARO di e con Serena Gatti e Raffaele Natale, prodotto da Azul Teatro, una versione rivisitata in chiave moderna del personaggio mitologico. Sabato 22 gennaio arriva la tarantella con il gruppo TELAMURE’ TARANTELLA ROOTS. Tossicodipendenza, dolore, solitudine, temi centrali di IN EXITU di e con Roberto Latini (4 volte Premio Ubu) e prodotto da Lombardi-Tiezzi in scena sabato 12 febbraio; mentre sabato 19 febbraio il carnevale sarà festeggiato con il concerto TARANTELLA MONTEMARANESE. Sabato 26 febbraio IDONTWANNAFORGET di e con Francesco Bressan e Marina Romondia, una storia fatta di foto e ricordi. Sabato 12 marzo è la volta di ROBIN HOOD L’EROE MUORE SEMPRE PER ULTIMO, regia di Carlo Scorrano, testo Federico Malvaldi, prodotto da Binario Vivo, una storia ambientata in un futuro distopico dove un potere centralizzato si impone con la forza. Venerdì 18 marzo BIRKIN TREE la più importante band italiana di musica irlandese. In conclusione, domenica 27 marzo andrà in scena ANIMALI DA BAR, spettacolo vincitore del Premio Hystrio Twister 2016 con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi testo e regia di Gabriele Di Luca, prodotto da Carrozzeria Orfeo. In scena anche spettacoli dedicati ai più piccoli. Domenica 24 ottobre alle ore 17 con KANU, un racconto africano, spettacolo vincitore del Premio Inbox bambini 2019; domenica 31 ottobre SERVIZIO FAVOLE tratto dalle favole di Gianni Rodari della Compagnia Tedacà; domenica 14 Novembre MOZTRI di Luna e GNAC Teatro; domenica 28 novembre AZZURRA BALENA di Habanera Teatro; domenica 12 dicembre FANTASTICA di Azul Teatro, un omaggio a Gianni Rodari; venerdì 7 gennaio 2022 TALAMANÙ ERRANTE con la clownessa Emanuela Poggi. Per informazioni sugli spettacoli e biglietti potete consultare il sito www.teatronuovopisabinariovivo.it o contattare il numero: 392.3233535. di Agnese Macchi Jon Krakauer nasce a Brooklyn il 12 aprile del 1954, è un saggista appassionato di alpinismo. Diviene infatti noto per i suoi libri concernenti la vita nella natura, l’avventura e in particolare l'alpinismo.
Nel 1996 negli Stati Uniti viene pubblicato il suo libro più celebre, “Nelle terre estreme", estensione e rielaborazione di un lungo articolo scritto precedentemente per la rivista “Outside". Jon si imbatte per caso nella storia di Christopher McCandless, un giovane ragazzo trovato morto nel settembre del 1992 in un autobus abbandonato nelle terre selvagge dell'Alaska. Jon rimane colpito da questa vicenda, e decide di ricostruire gli ultimi mesi di vita del ragazzo. Tramite il diario pervenuto vicino al cadavere, in cui Chris appuntava la sua vita da nomade in Alaska, Jon riesce a ricostruire le ultime settimane di vita e anche le cause della morte. Ebbene si, Chris, un ragazzo poco più che ventenne, laureato in scienze sociali con voti discreti, appartenente a famiglia borghese, aveva scelto di bruciare i suoi soldi, mollare le sue agiatezze e partire, un piede dopo l'altro, sotto falsa identità, attraverso il continente americano, sognando di varcare un giorno le porte dell'Alaska. Le testimonianze di chi lo ha incontrato e conosciuto durante il percorso sono state raccolte e hanno permesso di conoscere il viaggio, gli ultimi mesi di vita di Chris. Tra questi una coppia di sgangherati, un mietitore che offrirà lavoro a Chris, una giovane cantante hippie che si innamorerà di lui. Il personaggio piú rilevante che ha incrociato il cammino di Chris è forse Ron, un anziano ex alcolista rimasto solo al mondo, che si offrirà di adottare il ragazzo, il quale però, seppur con difficoltà, non accetterà la proposta per continuare a inseguire il sogno dell’Alaska. Il viaggio di Chris dura due anni, la sua famiglia, con la quale i rapporti erano da tempo difficili, vive nel dolore e nell'attesa di vedere il figlio tornare. In casa McCandless ci si interroga su cosa possa essere mancato a Chris, aveva appena avuto in dono un’auto nuova, e il denaro necessario per continuare a studiare. Il padre di Chris non se lo riesce a spiegare, Chris non si riesce a fermare. C’è un motore, dentro alcuni, che li costringe al movimento, all’evasione. Può far parte del sistema anche il desiderio di volerne uscire fuori. Cosa significano quei pezzi di carta che scandiscono i passaggi più importanti della nostra vita (diplomi, lauree, documenti matrimoniali, testamenti)? A che cosa servono i soldi se il padre di Chris, nonostante tutti i suoi averi, era così povero da pensare che un’auto nuova potesse appagare la sete di vita del figlio? Cosa si è ridotta ad essere la vita di un uomo? Una manciata di decenni passati a lavorare per vivere, a rincorrere soldi e contarli, senza avere poi il tempo di spenderli felicemente, perché è proprio vendendo il proprio tempo che si sono ottenuti. Un susseguirsi di anni, sacrifici, rinunce, circondati da migliaia di oggetti inutili e completamente innecessari, che qualche allettante pubblicità ci ha facilmente convinti a comprare. Che cosa è la vita, se non ritrovarsi un giorno in una cassa da morto e accorgersi solo in quel momento che è finita, che è trascorsa seguendo una via che mai abbiamo scelto, la via che ti illude ma ti manda al macello. Questo è il capitalismo, questo è il consumismo che svuota gli uomini della propria essenza e li riempie di oggetti, argomenti e priorità inutili. Questa è quella bestia di società, dalla quale Chris ha voluto distaccarsi, dalla quale chi avverte ancora residui della propria vera natura vuole distaccarsi. Tuttavia la vita in Alaska non si presentava come facile, gli insetti avevano ricoperto la carne dell'alce che Chris con moltissima sofferenza aveva ucciso per nutrirsi, con un coltellaccio faceva un altro buco sulla sua cintura, e poi un altro. Un’altra notte ancora chiudeva il diario e poi gli occhi con lo stomaco aperto dalla fame. Un altro giorno stremato camminava, a fatica teneva lo sguardo dritto davanti a sé, quando gli occhi d’improvviso gli si riempirono del colore di succulente bacche, sulle quali si lanciò incautamente. La fame lo aveva annebbiato, ma è il nutrirsi che l'avrebbe poi ucciso. Morì infatti per un'intossicazione da bacche velenose, dopo giorni di agonia e sofferenza, nell' autobus che gli faceva da riparo. Sulla sua bocca il sorriso di chi può affermare di aver vissuto, e a fianco a lui il suo diario, il compagno e il testimone più importante, che ci ha permesso di conoscere la meravigliosa storia di quest’uomo. Una lettura fortemente consigliata, soprattutto per i giovani, perché possano scegliere in libertà il proprio cammino, secondo la voce che sentono dentro e non ricalcando pacchetti di vita già fatti e confezionati dai nostri strozzini. Un invito alla libertà, alla riflessione, all’evasione; un invito alla convivenza e all’amicizia con la natura, in vista di un futuro rinnovato, in cui le priorità sociali cambieranno radicalmente. Un invito a crearsi uno schema, e non a stare dentro quelli imposti da altri; un invito a differenziarsi, a costruirsi un’identità che non sia fatta solo di dati anagrafici. Christopher ce l’ha fatta, certo come tutti gli uomini non è potuto sfuggire alla morte e ha pagato tutti i suoi errori, ma come pochi sono riusciti a fare, è morto da uomo libero. Oggi un pensiero va a Christopher e alla sua impresa, che insegna a perseguire la propria meta compiendo un passo dopo l'altro, per quanto lontana essa si trovi. Ciao Chris. Immagini tratte da www.cultora.it di Lorenzo Vanni Questo libro è stato più difficile da scrivere del precedente “A riveder le stelle” perché il Purgatorio lo conoscono in pochi, ma è comunque collegato all’Inferno. Nel finale della prima cantica, viene presentato Lucifero che viene precipitato dal Paradiso, ma la terra lo rifiuta e rimane incastrato dalla vita in su. Dall’altro lato sorge la montagna del Purgatorio sulla cui vetta c’è il Giardino dell’Eden dove si trova Beatrice. Quando Dante arriva, Beatrice si arrabbia con lui perché ha amato un’altra donna; il poeta scoppia a piangere e Beatrice lo perdona.
Le donne hanno una concezione moderna nella Commedia e una delle più importanti del Purgatorio è Pia de’ Tolomei, uccisa dal marito per gelosia. Pia è l’unica figura che si preoccupa per Dante e per cui quest’ultimo prova compassione a causa della sua fine. Il marito si trova all’Inferno, nella Caina dove si trovano i traditori dei parenti. Il Purgatorio venne istituito come regno ultraterreno dalla Chiesa nel 1274, quindi non era così chiaro per Dante e i suoi contemporanei che cosa fosse. Dante lo immagina come una montagna, come un anello di collegamento tra l’uomo e Dio, dove si trovano i peccatori che al termine della loro vita si sono pentiti e grazie a questo pentimento non sono finiti all’inferno. Sulla terra le donne che rimangono pregano per le anime del Purgatorio in modo che un giorno possano accedere al Paradiso. Le donne sono in Dante quelle che si prendono cura degli altri e in questo senso sono figure moderne. L’opera di Dante è improntata al realismo per più motivi: il primo è che l’esistenza dell’aldilà per chi viveva nel Duecento era una certezza; il secondo, più importante, è che quello che Dante vede nell’aldilà viene ricollegato alle vicende storiche italiane di allora anche dando indicazioni geografiche e astronomiche. In questo senso si può dire che Dante crea un cosmo, tenendo fermi i riferimenti di Aristotele e dei Padri della Chiesa. Nonostante siano passati settecento anni dalla morte di Dante, la sua opera è più viva che mai e parla di noi. Ovviamente cita molti suoi contemporanei che al tempo erano figure note, ma che oggi non ci dicono niente eppure nonostante questo ci sono molti nomi che ci rimangono impressi. Molti sono gli artisti che nel tempo hanno ripreso alcune sue locuzioni o modi di dire: Ariosto, Foscolo, Shakespeare, Fenoglio. Segno che le parole di Dante non cessano mai di ispirare. Immagine tratta da: amazon.it 7/10/2021 La Prima assoluta di "Frammenti coniugali" all'Avamposti Teatro Festival dal 7 al 10 ottobreRead NowCOMUNICATO STAMPA Lei, lui e il Lockdown: ad Avamposti Teatro Festival lo spettacolo ispirato a “Scene da un matrimonio” PRIMO STUDIO DRAMMATURGICO Da giovedì 7 a domenica 10 ottobre 2021 - ore 21 Teatro Studio Mila Pieralli - via G. Donizetti, 58 – Scandicci (Firenze) Il Teatro delle Donne FRAMMENTI CONIUGALI Liberamente ispirato a “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman Regia e drammaturgia di Gabriele Giaffreda Con GABRIELE GIAFFREDA e ELENA MIRANDA Poteva esistere un momento migliore di questa stretta attualità, anzi, di questa attualità "ristretta" per portare alla luce riflessioni sui rapporti umani e nello specifico quelli tra coniugi? Liberamente ispirato a “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman, “Frammenti coniugali” è lo spettacolo con Gabriele Giaffreda e Elena Miranda che va in scena, in prima assoluta, da giovedì 7 a domenica 10 settembre al Teatro Studio di Scandicci (Firenze), nell’ambito di Avamposti Teatro Festival organizzato dal Teatro delle Donne. Ancora una volta il teatro si fa motore vivo di questi interrogativi, specchio com'è da secoli di ciò che nella vita di tutti giorni, semplicemente, siamo. Le chiusure forzate hanno portato la famiglia a ritrovarsi, le coppie a confrontarsi e, senza scappatoie fisiche e mentali, ad uscirne rafforzati, distrutti o pieni di interrogativi. “Frammenti coniugali”, in questo primo studio drammaturgico, prova a mettere in atto la sua analisi nelle pieghe di un matrimonio come tanti, lasciandosi ispirare da una delle principali opere realizzate sull’argomento, “Scene da un matrimonio” di Bergman, ma discostandosene, tentando di raccontare un'evoluzione diversa del rapporto coniugale, forse più contemporanea, sicuramente più “sporca", che non può prescindere dal concetto di perenne pericolosità di una storia d’amore. Perché l’amore è rischio, è sfida. Sempre. Si parla di un amore terreno, reale, pur facendo i conti con i meccanismi meschini che il vivere quotidiano inevitabilmente innesca. Certezze (apparenti) e rivoluzioni. Risate e lacrime. Piccole tempeste emotive singole ed egoiste non solo di un marito e di una moglie, ma di un uomo e di una donna. Produzione Il Teatro delle Donne. Drammaturgia e regia di Gabriele Giaffreda. Assistente Joe Manganas. Gli spettacoli si svolgono nel rispetto delle norme anti-Covid, occorre presentare il Green Pass e un documento all’ingresso. Biglietti da 5 a 14 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti a Scandicci, iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 - teatro.donne@libero.it), prevendite anche su www.ticketone.it. AVAMPOSTI TEATRO FESTIVAL - “A viva voce” è il titolo scelto dal Teatro delle Donne per l’edizione 2021 di Avamposti Teatro Festival, in programma fino a dicembre a Firenze, Scandicci e Sesto Fiorentino. “A viva voce” riflette ed invita a riflettere sull’attualità del mondo femminile e non solo. Pone l’accento sulla discriminazione e la violenza che le donne stanno subendo dall’inizio della pandemia, aggravando una situazione già drammatica, sulla precarietà del lavoro, identità di genere, rapporti generazionali e coniugali, migranti e accoglienza. Programma completo www.teatrodelledonne.com.
I partner del Teatro delle Donne sono Fondazione CR Firenze, Fondazione Teatro della Toscana, Comune Di Scandicci. Il festival è organizzato con il determinante contributo di Fondazione CR Firenze e con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune Di Firenze-Estate Fiorentina, Città Metropolitana, Unicoop Firenze. In collaborazione con Intercity Festival, Quartiere 4. IL TEATRO DELLE DONNE – Centro Nazionale di Drammaturgia Sede operativa: Teatro Studio “Mila Pieralli” – via G. Donizetti, 58 – 50018 Scandicci (FI) Sede legale: via A. Canova, 100/2 – 50142 Firenze Uffici: via Baccio da Montelupo, 101 – 50142 Firenze – tel. e fax 055.2776393 teatro.donne@libero.it - www.teatrodelledonne.com Gennaro Cannavacciuolo nei panni di Domenico Modugno Al Teatro Niccolini Firenze lo spettacolo omaggio a Mister Volare Giovedì 7, venerdì 8 sabato 9 ottobre ore 19,30 – domenica 10 ore 16 Teatro Niccolini - via Ricasoli, 3/5 - Firenze Volare, concerto a Domenico Modugno Di e con GENNARO CANNAVACCIUOLO Musiche dal vivo TRIO BUGATTI Regia Marco Mete Con oltre 500 repliche è ormai un “cult” del teatro italiano. Gennaro Cannavacciuolo approda da giovedì 7 a domenica 10 ottobre al Teatro Niccolini di Firenze e porta con sé lo spettacolo “Volare, concerto a Domenico Modugno”. Inizio ore 19,30, ad eccezione della recita domenicale, ore 16. Biglietti posti numerati 17/20/27 euro. Prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com, su www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana. Sconto per soci Coop, under 21 e over 65. Ricordiamo che per accedere al teatro occorre presentare il Green Pass e un documento d’identità. Definito dalla critica “un autentico gioiello”, Volare è tutto dedicato a Domenico Modugno: un tuffo emozionante nella storia della grande canzone italiana. Il recital di Gennaro Cannavacciuolo propone, in una reinterpretazione personale, le varie strade musicali percorse da Modugno. Nella prima parte, via con le canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O ccafè” a “La donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più famosa “Io mammeta e tu”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo a questo spettacolo. Nella seconda parte da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si na cosa grande”, “Resta cu mme” e così via sino all’ormai inno nazionale “Nel blu dipinto di blu”, cantato e danzato a mo di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire. Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo, applaudito dalla critica più esigente, che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche. Cannavacciuolo miscela il pathos di Di Giacomo al realismo triste-ironico di Eduardo, approdando con successo ad una comicità teatral-musicale dai mille volti. Programma completo, info e prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com - tel. 055 094 6404. Scarica la cartella stampa completa della stagione 2021 (foto, schede e video) https://bit.ly/3twSX5m Teatro Niccolini Via Ricasoli, 3/5 - Firenze Info tel. 055 0946404 (055 7378721 – press@eventipagliai.com) www.teatroniccolini.com - info@teatroniccolini.com di Tommaso Dal Monte Q (1999) è il primo romanzo del collettivo Luther Blissett, diventato poi Wu Ming, un gruppo che fa capo ad un’associazione attiva in campo sociale e culturale, nonché protagonista di un modo alternativo di fare arte ‒ ad esempio attraverso la diffusione delle loro opere senza l’esercizio del diritto d’autore. Q ha i tratti del romanzo storico tradizionale, in cui il protagonista d’invenzione si muove in un periodo storico descritto in maniera fedele con tanto di numerosi personaggi realmente esistiti. La storia comincia nel secondo decennio del Cinquecento, dove all’Università di Wittenberg, sotto la guida di Lutero, studia il nostro protagonista. La quasi totalità del romanzo è condotta dal suo punto di vista, in una prima persona che procede sincopata tra periodi brevissimi, spesso nominali. L’austerità della sintassi ricalca la tempra dell’eroe, che a sua volta è modellato secondo la filosofia agonista dei suoi autori: prima affascinato dall’antipapismo di Lutero, se ne allontana perché troppo vicino agli interessi dei ricchi principi tedeschi per abbracciare le lotte dei poveri contro i ricchi. Il romanzo segue la vita del protagonista e si articola in tre cicli: la rivolta dei contadini sollevata da Thomas Müntzer e conclusasi rovinosamente nella battaglia di Frankenhausen; il sogno utopico di Münster, la città in cui si era instaurato un regime teocratico e proto-comunista, assediata dai papisti e infine rasa al suolo; la diffusione clandestina del libro Il beneficio di Cristo negli anni del Concilio di Trento. Il protagonista è sempre dalla parte dei perdenti, rischia più volte di morire ed è costretto a cambiare ripetutamente identità per non farsi riconoscere. L’unica ragione che lo induce ad andare avanti è il desiderio di vendetta nei confronti di Q, l’anonimo informatore del cardinale Carafa che, da Roma, coordina la repressione anti-luterana. Q è una figura centrale, tanto da meritare il titolo del libro pur non essendone il protagonista. È un frate estremamente intelligente ma anche spietato, abile ad infiltrarsi tra i rivoltosi di cui ottiene la fiducia per poi tradirli e condannarli a morte. Esso non è animato da alcun desiderio di guadagno personale, ma dalla pura convinzione di “stare dalla parte giusta”, quella di Roma, del cattolicesimo e di Carafa. Nel suo cinismo è un personaggio molto affascinante e problematizza la visione del romanzo che, per com’è costruito, porterebbe ad empatizzare esclusivamente con le idee rivoluzionarie del protagonista. Ma Q è anche il fulcro delle mie critiche al testo e, secondo me, della sua riuscita imperfetta.
Come prima cosa, nel finale, Q viene catturato dal protagonista, ma, anziché mostrarsi fedele alla propria causa fino alla morte, si avvicina agli ideali ribelli del rivale e muore poco dopo per difenderlo. La conversione serve ideologicamente a sottolineare quale sia, nel romanzo, “la parte giusta”, ma riduce la grandezza luciferina dell’«occhio di Carafa». Ma il problema del romanzo non dipende tanto dal finale stucchevole, quanto dal senso rassicurante che promana Q. Esso è sì un micidiale infiltrato e quindi una figura destabilizzante, ma di fatto tutti i principali eventi del Cinquecento dipendono dalle sue soffiate. L’effetto complessivo è rassicurante perché i massacri di un secolo di lotte fratricide, religiose e politiche ricadono sulle spalle di un unico personaggio, trasmettendo un’impressione di ordine e la percezione che la Storia dipenda dall’uomo – o, anzi, da Un uomo. Lo spirito combattivo di Luther Blissett e del protagonista del romanzo si scontra con un complottismo di seconda mano: se il nemico viene individualizzato, se non c’è un sistema contro cui lottare ma pochi individui che decidono le sorti del mondo, a cosa serve ribellarsi? Si cade così in una rassicurante paralisi. FONTI: Immagine 1: Alamy |
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Febbraio 2023
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