COMUNICATO STAMPA SABATO 4 E DOMENICA 5 DICEMBRE DI SCENA LA QUINTA OPERA DELLA STAGIONE 2021/22, MARÍA DE BUENOS AIRES MARÍA DE BUENOS AIRES Opera tango Omaggio ad Astor Piazzolla nel 100° dalla nascita Musica di ASTOR PIAZZOLLA Testo di Horacio Ferrer María Martina Belli Payador Ruben Peloni El Duende Daniel Bonilla-Torres regia Carlos Branca Orchestra Arcangelo Corelli Davide Vendramin bandoneon direttore Jacopo Rivani Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto coordinamento produttivo danza MM Contemporary Dance Company danzatori Michele Merola coreografo scenografia Giulio Scutellari e Carlos Branca aiuto regista Rosanna Pavarini bozzetti costumi Carla Mellini realizzazione costumi Nuvia Valestri nuova coproduzione Ravenna Festival, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro di Pisa e Teatro di Chieti con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia A cent’anni dalla nascita di Astor Piazzolla, ha debuttato a luglio scorso a Ravenna Festival, come primo di una serie di omaggi al compositore e bandoneonista argentino, la nuova produzione di María de Buenos Aires, l’opera-tango che nel 1968 rivoluzionò i canoni della musica tradizionale argentina, in uno spettacolo che non ha mai avuto altri paragoni se non con sé stesso. In un sordido angolo di Buenos Aires, l’operaia Maria incontra i suoni seduttori del tango. Ne viene avvinta, incontrando presto il male di una città che la trasforma in cantante e poi in prostituta. Muore, ma non il suo spirito, che continua a vagare in forma di spettro in una metropoli affollata di perditempo, ladri e assassini, finché Maria non rinasce per dare alla luce una bambina, una nuova sé stessa, condannata all’eterno ritorno delle cose. Il realismo magico sudamericano, spietato e poetico, si incarna nel capolavoro teatrale di Astor Piazzolla, autore di questa tango-operita unendo sacro, profano e fantastico, un mondo in cui si nasce sotto cattiva stella quando “dio è ubriaco”. E il tango, ipnotico e rapinoso, scandisce l’alternarsi di vita e di morte come un giudice inflessibile. Biglietti ancora disponibili (da 30,00 a 10,00 Euro) al Botteghino del Teatro, al servizio prevendita telefonica 050 941188 e online su www.vivaticket.com. VENERDI’ 3, SABATO 4 E DOMENICA 5 DICEMBRE IN STREAMING LA TRILOGIA VERDIANA. Per chi invece non potrà recarsi a teatro, i canali web e social del Verdi renderanno finalmente disponibili le tre produzioni della Trilogia Popolare di Verdi, realizzate a ritmo di record a settembre e pensate sin dall’inizio per la versione video, così da raggiungere l’ampio pubblico, italiano e internazionale, che non ne ha goduto dal vivo, dare maggiore visibilità ai giovani talenti dei cast selezionati con il nuovo meccanismo delle audizioni senza mediazioni e dare infine un senso di sostegno concreto alla promozione del territorio pisano grazie all’idea innovativa di usare la città come scenografia di tutte le opere, in una continua mise en abyme o rispecchiamento di Pisa e delle sue eccellenze estetiche sul palco d’opera. Nel rispetto di un teatro popolare, orizzontale, democratico che consenta l’accesso a tutti, in linea con i prezzi calmierati delle poltrone del Verdi, la Trilogia online sarà avrà accesso gratuito a dimostrazione tangibile che si può – e si deve - mantenere un budget sano senza penalizzare il pubblico. 3 dicembre LA TRAVIATA Violetta, Irene Celle Flora Bervoix, Eleonora De Prez Annina, Francesca Maionchi Alfredo Germont, Emanuele D'Aguanno Giorgio Germont, Badral Chuluunbaatar Gastone, Carlo Enrico Confalonieri Il Barone Douphol, Emil Abdullaiev Il Marchese d’Obigny, Michelangelo Ferri Il dottor Grenvil, Levan Makaridze La Morte Alice Bachi Danzatori solisti Daniela Maccari e Ivan Ristallo 4 dicembre RIGOLETTO Duca di Mantova, Zi-Zhao Guo Rigoletto, Alberto Gazale Gilda, Francesca Benitez Sparafucile, Levan Makaridze Maddalena, Clarissa Leonardi Giovanna, Galina Ovchinnikova Conte di Monterone, Emil Abdullaiev Marullo, Gianluca Andreacchi Matteo Borsa, Carlo Enrico Confalonieri Conte di Ceprano, Alessandro Martinello Contessa di Ceprano, Eleonora De Prez Il Paggio, Ilaria Cassai La Maledizione Alice Bachi 5 dicembre IL TROVATORE Il Conte di Luna, Cesar Méndez Leonora, Carolina López Moreno Azucena, Victória Pitts Manrico, Murat Karahan Ferrando, Levan Makaridze Ines, Greta Lirussi Ruiz, Alessandro Vannucci La Strega Alice Bachi direttore Marco Guidarini, regia Enrico Stinchelli disegno luci e video mapping Angelo Sgalambro coreografia Daniela Maccari Orchestra e Coro Arché
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1/12/2021 Da giovedi a domenica al Niccolini Carlo Cecchi torna con due perle del repertorio eduardianoRead NowCOMUNICATO STAMPA Carlo Cecchi, ritorno al Niccolini di Firenze con due perle del repertorio eduardiano Da giovedì 2 a domenica 5 dicembre 2021 Teatro Niccolini - via Ricasoli, 3/5 - Firenze Marche Teatro, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Elledieffe DOLORE SOTTO CHIAVE SIK SIK L'ARTEFICE MAGICO Due atti di Eduardo De Filippo Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta Regia Carlo Cecchi Innovatore della scena che ha attraversato il Novecento, Carlo Cecchi è stato protagonista di molte stagioni del Teatro Niccolini di Firenze. E su questo palcoscenico torna, da giovedì 2 a domenica 5 dicembre, portando con sé due perle del repertorio eduardiano, “Dolore sotto chiave” e “Sik sik l’artefice magico”, un dittico sul mondo del teatro come metafora della vita. Con Carlo Cecchi, che cura anche la regia, salgono sul palco Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella e Marco Trotta. Inizio ore 19,30 (domenica 5 dicembre ore 16). Biglietti posti numerati 17/20/27 euro. Prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com, su www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana. Sconto per soci Coop, under 21 e over 65. Si accede con Green Pass. “Dolore sotto chiave” è una girandola di situazioni grottesche, un gioco beffardo sul senso della morte, sulla sua permanenza nelle nostre vite, sulla sua esistenza nella nostra quotidianità. C’è un po’ di morte in ogni vita, sembra dirci il drammaturgo, e lo fa con irresistibile comicità. Nasce come radiodramma nel 1958 con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell’autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 e nel 1980 con Luca De Filippo e Angelica Ippolito. “Sik Sik l’artefice magico”, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento. “Come in un film di Chaplin – spiega Carlo Cecchi – è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. Si -Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme alla moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik Sik decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro. Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio delle due “spalle” del mago, i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per il pubblico. Carlo Cecchi restituisce con questo dittico l’amarezza e il realismo di Eduardo De Filippo, la sua capacità di graffiare anche con una sola, fulminea, invenzione paradossale. Un confronto tra due intelligenze inflessibili e rivoluzionarie che hanno da sempre combattuto, dentro e fuori la scena, per un “teatro vivente”. Un rigoroso esempio di coscienza critica nel classico gioco “del teatro nel teatro”, proprio attraverso quella contrapposizione tra realtà e finzione, spinta oltre l’asfittico dibattito tra vita e forma. di Matelda Giachi ![]() Genere: Drammatico, Musicale Anno: 2021 Durata: 137 min Regia: Stephen Chbosky Cast: Ben Platt, Julianne Moore, Kaitlyn Dever, Amy Adams, Daniel Pino, Amandla Stenberg Sceneggiatura: Steven Levenson (dal musical di by Steven Levenson, Benj Pasek, Justin Paul) Fotografia: Brandon Trost Montaggio: Anne McCabe Musica: Benj Pasek, Justin Paul, Dan Romer Produzione: Marc Platt Productions Distribuzione: Universal Pictures Italia Paese: USA Evan è uno studente del liceo con forti problemi di ansia sociale e il suo psichiatra gli ha dato il compito di scrivere lettere motivazionali a se stesso. Una di queste lettere finisce in mano a Connor, anche lui estremamente problematico; un disagio che manifesta con aggressività, diversamente dall’invece remissivo Evan. Quando il ragazzo viene trovato morto suicida con in tasca la lettera scritta appunto da Evan, i genitori di Connor si aggrappano all’idea che il figlio avesse finalmente trovato un amico. Per non deluderli, Evan inventa un’amicizia mai esistita. La bugia a fin di bene lo porta, tra le altre cose, ad uscire dal guscio, assaporare la vita che ha sempre solo sognato e a farsi conoscere da quei coetanei per cui è sempre stato invisibile, finché la faccenda non gli sfugge inevitabilmente di mano. Esce al cinema il 2 dicembre ma l’idea dietro Caro Evan Hansen comincia a svilupparsi all’incirca una decina di anni prima, nel 2011, dalla collaborazione tra i produttori esecutivi del film Benj Pasek e Justin Paul e lo scrittore Steven Levenson. Nel 2015 debutta inizialmente a teatro a Washington, per poi approdare a Broadway l’anno successivo, dove ottiene un successo straordinario, riconosciuto ufficialmente con sei Tony Awards tra cui quello per il Miglior Musical e per il Miglior Attore Protagonista a Ben Platt. La strada per il cinema a questo punto è spianata, la Universal Pictures si fa carico del progetto e Platt accetta di riprendere il ruolo di Evan. Solitudine, isolamento, incomunicabilità in un’era in cui i social danno l’illusione di una connessione quando forse, in realtà, finiscono per amplificare le distanze, sono i temi centrali di questo musical. Un film di cui sono protagonisti gli adolescenti, quella fascia di età che più di tutte cerca e necessita di comunicazione e di un senso di unità e appartenenza, e che allo stesso tempo fa più fatica a stabilirla. La versione cinematografica di Caro Evan Hansen ha così trovato il suo regista naturale in Stephen Chbosky, da sempre sensibile alle tematiche adolescenziali, come abbiamo potuto vedere precedentemente in Noi Siamo Infinito, da lui scritto e diretto. E’ principalmente ad un pubblico giovane che quindi il film si rivolge, ma non solo, perché nella società mordi e fuggi in cui viviamo forse un po’ tutti ci ritroviamo involontariamente isolati, fatto che la pandemia sembra avere solo inasprito. Caro Evan Hansen è un musical a forte impatto emotivo; soprattutto nella sua prima parte; va a scavare nel profondo dello spettatore portando alla luce sentimenti repressi e lacrime liberatorie. Il percorso del protagonista procede attraverso il più grande maestro di tutti, l’errore, e lo porta a scoprire l’importanza di essere se stessi. Sentir cantare Ben Platt rende comprensibile la volontà della Universal di averlo di nuovo nel ruolo di Evan nonostante l’età visibilmente avanzata rispetto a quella richiesta dalla parte, e che la presenza di un gruppo di coprotagonisti evidentemente più giovani certo non dissimula. L’interpretazione ha però la meglio sull’anagrafica. Un po’meno coinvolgente la seconda parte che porta allo sciogliersi del nodo narrativo, il che forse però dà anche equilibrio alla drammaticità delle tematiche trattate. Il film è stato presentato in anteprima ad Alice nella Città in occasione della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, un’edizione particolarmente sensibile a questi temi, che si ritrovano anche in uno dei prodotti di maggiore successo di questo periodo, quale Strappare Lungo i Bordi di Zerocalcare, presentato in anteprima nella stessa sede. Segno che, forse, vi è una grande necessità di affrontare l’argomento.
Voto: 7/8 |
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Febbraio 2023
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