anche nel torto di Cristiana Ceccarelli Il presupposto è che tutti vogliono avere ragione, sempre. Non importa quanto sia vero quello che viene detto, l’importante è che venga creduto da chi ascolta e che l’interlocutore non sappia come contro argomentare, non sappia trovare falle di ragionamento nelle quali insinuarsi per distruggere quanto proposto. La verità qui non importa, importa il modo con cui le idee e le credenze vengono proposte. La verità oggettiva e la validità conseguente all’approvazione sono due cose diverse. Quante volte ci siamo accorti di aver supportato una tesi credendola vera per poi scoprire il contrario, mantenendo comunque la posizione iniziale? Quante altre invece sapevamo a priori di dire il falso, cercando comunque di convincere l’altro? Chi non vorrebbe sempre avere ragione? E come fare per ottenerla? Ce lo insegna Arthur Schopenhauer, filosofo tedesco, considerato uno dei maggior pensatori del XIX secolo con “L’arte di ottenere ragione”, un libro sulla dialettica, redatto nel 1830-31, che con i 38 stratagemmi proposti renderà imbattibile chiunque si cimenti nella studio e nella messa in pratica delle direttive del maestro; perché avere ragione è un’arte e come tale deve essere rispettata e coltivata. Copertina del libro “L’arte di ottenere ragione”, Arthur Schopenhauer. La dialettica è l’arte di disputare, e di farlo per ottenere la ragione: non importa con quali mezzi, se leciti o meno, quello che conta è portarla dalla propria parte, convincere il pubblico.
E la sua esistenza, per il filosofo, è da attribuire alla cattiveria del genere umano, perché se fossimo leali ci importerebbe solo di portare alla luce la verità, senza curarci se questa è conforme all’opinione propria o di altri. Il libro quindi non solo insegna l’arte di ma fa’ molto riflettere sul bisogno dell’uomo di primeggiare costantemente sull’altro, con un comportamento egoista e vanesio che eclissa la possibile ricerca di un benessere comune; non importa infatti se la verità viene trovata, a meno che non siamo stati noi a scovarla. Ma per farlo, per riuscire sempre ad avere ragione e abituarsi alla slealtà come asso nella manica, bisogna fare esercizio, perché la dialettica naturale è un bene distribuito in modo diseguale. Astuzia e destrezza, spesso innate, sono in quest’arte necessarie per sostenere la propria tesi o demolire quella dell’avversario; ci vogliono prontezza e riflessione, e la dialettica deve insegnare come sferrare attacchi o difendersi da quest’ultimi, senza preoccuparsi della verità, percepita nella contemporaneità come sostegno al proprio argomento e mai come fine ultimo. Come se affermare di dire il vero lo rendesse tale, senza bisogno di prove. Ma la dialettica, oltre alla conquista della ragione, ci permette di essere più consapevoli di ciò che ci circonda e dell’altro che parla, ci rende più liberi nella possibilità di comprendere ciò che viene detto, discernendo tra menzogna e verità. Ci permette quindi di essere meno manipolabili, meno influenzabili, perché grazie ad essa, avendo imparato come combattere per le proprie idee a ogni costo o poter mentire dicendo apparentemente il vero, sappiamo riconoscerla e decidere di non farlo; possiamo combattere la slealtà. Ecco quindi 38 buoni motivi per imparare a vincere in quella che è stata definita la scherma mentale.
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Febbraio 2023
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