Nel 1940 l'Unione Sovietica invade i paesi baltici. La Lituania, la Lettonia e l'Estonia si trovano occupate dalle forze di Stalin, e governate da partiti comunisti insediati per mezzo di elezioni pilotate. Un anno dopo, nel 1941, migliaia di cittadini vengono accusati di attività anticomunista e deportati in campi di concentramento in Siberia. Appena quindicenne, Lina viene arrestata senza motivo dalla polizia politica sovietica assieme al fratello minore ed alla madre, trascinata in strada e caricata su un camion. È l'inizio di un viaggio che li porterà fino in Siberia, a lavorare e a morire in campi di concentramento sovietici. La prigionia di Lina duretà 10 anni, in una tremenda lotta per la sopravvivenza, con la speranza di riuscire a ritornare a casa e riunirsi, alla fine, con il padre disperso.
Simili cose, a volte, vanno mostrate, non solamente spiegate. Per questo durante tutto il romanzo c'è uno sguardo asettico, neutrale, quasi da documentario. Eppure è impossibile rimanere indifferente rispetto a ciò che accade a Lina, così come non si può non ammirarne il coraggio e la forza: pur in quell'inferno, è possibile lottare per mantenere la dignità, per sostenersi a vicenda, persino per amare.
Avevano spento anche la luna è un libro che andrebbe letto con attenzione e partecipazione, consci che la storia di Lina è basata su fatti realmente accaduti. Il libro di Ruta Sepetys riesce a metterci di fronte alle due facce dell'essere umano: il suo essere capace delle più atroci ed impensabili crudeltà, ma anche, persino nelle situazioni più disperate, di una forza incredibile. Un romanzo che riporta alla luce una delle pagine più buie della storia europea, ma capace di lasciare il segno come pochi: perché, in questi casi, la cosa davvero importante è non dimenticare. IMMAGINI TRATTE DA: - Copertina: http://www.anobii.com/books/ - Ruta Sepetys: http://www.yalsa.ala.org/thehub/wp-content/uploads/2014/03/RutaSepetys.jpg
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Maggio 2023
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