di Lorenzo Vannucci Il Giorno della Civetta, romanzo di Leonardo Sciascia, tratta di come il capitano Bellodi, uomo proveniente dall´Italia settentrionale, ex partigiano e uomo democratico, riesca a risolvere un misterioso caso di criminalità, il caso Colasberna, in una Sicilia, quella degli anni ´50, tormentata dalla criminalità organizzata e dalla corruzione. Due spari, un uomo si accascia a terra, nessuna traccia del colpevole. Il movente per Bellodi è chiaro: il rifiuto della protezione offerta dai mafiosi a Colasberna ha portato alla sua morte. Bellodi, incarnazione dell'ideale di giustizia, entra in un mondo dominato dal silenzio, dall'omertà, dall'assoluta mancanza di fiducia nello stato "che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". L'interrogatorio tra Bellodi e il mafioso Arena mostra ancora una volta come l'Italia, vista con gli occhi del capitano, sia del tutto diversa, inconciliabile, da quella sicula. Due realtà lontane, incompatibili, simbolo di una nazione spaccata in due. Sconfitto, torna a Parma, guardando con rabbia e incredulità alla soluzione del caso. Qui si rende conto di come l'immagine che i settentrionali hanno del sud è solo uno stereotipo della sua vera condizione (mare, sole, Taormina/mafia, sangue, morte). La Sicilia viene guardata dagli italiani con sospetto, con una curiosità, spesso superficiale, di chi crede che sia un paese, per quanto affascinante, attraente, sottosviluppato, lontano anni luce dal ricco e benestante nord. Questa differenza tra nord e sud viene rimarcata nel capitolo III del romanzo Il Giorno della Civetta, dove il lettore apprende che il capitano Bellodi è di origine settentrionale, parmense, giovane di età, alto e di colorito chiaro. Durante l'interrogatorio, due fratelli della vittima, sentendolo parlare, lo definiscono “un continentale. La forza di tale espressione lascia Bellodi perplesso, convinto che i siciliani, nonostante i diversi problemi del paese, siano intelligenti, mai pigri, sempre pieni di iniziativa. Investigatore alla ricerca della soluzione di una serie di delitti, ma allo stesso tempo uomo del Nord che vuole tuttavia capire la società in cui opera, Bellodi va al di là dello stereotipo mostrando, attraverso l'indagine sull'omicidio di un povero impresario edile, una Sicilia a tratti oscura, spietata, piena di violenza, di appalti truccati dove regna la mafia, garante dello stato sociale. Lo stesso Sciascia dichiara, in linea con Bellodi «mi ci romperò la testa», di come la Sicilia sia irrimediabile, e di quanto sia necessario «continuare a lottare, a pensare, ad agire come se non lo fosse». Il capitano Bellodi, pertanto, non è altro che lo specchio di Sciascia, sospeso tra l’amore per la terra sicula e la rabbia verso quelli che hanno macchiato una terra di grandi bellezze.
Immagini tratte da: www.SiciliaFan.it
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Febbraio 2023
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