di Cristiana Ceccarelli La festa della donna è appena passata. L’evento a cui si ricollega e le modalità con cui viene ricordata e festeggiata sono svariate e non immuni da trite ripetizioni nelle proposte e nelle critiche. Per la ricorrenza vorrei proporre la lettura di questo thriller in cui mi sono imbattuta durante una delle mie infinite ricerche tra le proposte ebook. Il libro è Il giardino delle farfalle di Dot Hutchison, pubblicato nel 2017 da New Compton.; è il primo capitolo della The Collector Strategy e per settimane è rimasto in vetta alla classifica dei thriller più venduti di Amazon. La storia delle ragazze rapite e tatuate come lepidotteri dal Giardiniere, l’uomo che le collezionava e le segregava nell’immenso giardino vicino alla sua villa, è raccontata attraverso la voce di Maya, una delle Farfalle sopravvissute all’incendio che quattro mesi prima aveva distrutto il giardino. La storia della segregazione viene ripercorsa in flashback durante l’interrogatorio di Maya con i due agenti di polizia che si occupano del caso, ed è quindi intermittente nel ricordo frastornato della ragazza ancora traumatizzata dall’esperienza, a cui si legano eventi della sua vita precedente, digressioni e racconti sul rapporto con le altre. Maya però non è il suo vero nome, così come non lo sono nemmeno quelli delle altre ragazze: è la specie delle farfalle che lui ha scelto per ognuna di loro. È un thriller che cattura per la novità della storia, per l’inventiva del contesto e del rapporto tra i personaggi, per la precisione della descrizione del mondo e delle procedure inventate dal Giardiniere: un mondo con regole proprie, talmente acute da risultare reale, possibile. Nessun aspetto è omesso o dimenticato, ogni minimo dettaglio è spiegato, ogni situazione è calcolata, prevista, a specchio della mente malata e ossessiva dell’uomo che lo ha progettato. È un modo per ricordarci quanto la nostra persona sia stata e sia ancora troppe volte associata e scambiata a mera figura, piana, senza spessore, da spostare nell’ambiente a piacimento secondo regole decise da altri; e nel libro le ragazze sono scelte per il loro essere figura rappresentativa di una bellezza che tale deve rimanere, sia questa fisica o interiore, che non può essere altro oltre che bellezza, che essendo però soggetta a caducità e alle regole del tempo deve essere colta e immediatamente preservata, cristallizzata; come un ritorno eterno alla crisalide. “Le creature bellissime hanno vite molto brevi, così mi aveva detto al nostro primo incontro. Lui se ne assicurava e si forzava di dare alle sue Farfalle una strana specie di immortalità.” Un thriller asfissiante, e non solo per la prigionia cui le ragazze sono costrette, in un giardino immenso antitetico allo stereotipo del luogo di prigionia tetro e desolato,ma per la condizione e le procedure cui sono sottoposte e obbligate; ma soprattutto paralizzante per il destino ineludibile che le aspetta. C’è chi ha già deciso per loro, ha già deciso tutto; anche quando devono morire. E il sapere quando condiziona la vita ha un certo amaro torpore, che stona così tanto con la libertà delle farfalle, da rendere le ali tatuate sulle loro schiene una grottesca simbologia della libertà perduta, della vita negata. Qui si parla di donne costrette da un uomo a vivere sapendo quando moriranno senza la possibilità di decidere come spendere e a cosa dedicarsi durante questo tempo, se non vedersi costrette alla routine imposta e scandita dall’esaudimento dei suoi piaceri e desideri. Ma nonostante questo il focus non è sul Giardiniere, che compare ma non viene demonizzato, ma sulle ragazze che si rivelano capaci di sopportare la situazione con il sostegno reciproco, che si incoraggiano e si curano, pur consapevoli dell’ineluttabile destino che le aspetta. Il centro sono proprio loro, forti anche nelle debolezze riconosciute, nella ricerca e richiesta di aiuto che è la perseveranza del non volersi mai davvero abbandonare a ciò che è già stato deciso, nonostante il terrore, il dolore e l’agghiacciante consapevolezza delle condizioni. Le Farfalle trovano il modo di vivere anche all’interno del più cupo e atroce dei contesti, provano a carpire da questo un qualche barlume di vera esistenza, aggrappandosi a sensazioni, piccoli eventi, a se stesse, alle altre. Nonostante sia l’uomo che innesca la storia con il loro rapimento, le donne sono qui protagoniste, contrariamente a ciò che potrebbe sembrare, non perché qualcuno le ha scelte, ma per quello che sono e possono essere: amiche, coinquiline, amanti, lavoratrici, vittime, suicide, rivali, leader, confidenti, forti, coraggiose oltre il possibile; cioè persone, persone straordinarie. Immagini tratte da: amazon.it
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Maggio 2023
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