Appuntamento sabato 18 febbraio alle 21 con la commedia firmata Ribalta Teatro. Il pomeriggio alle 18 incontro con la compagnia e il drammaturgo Franco Farina Una commedia ironica e leggera sul rapporto tra l’essere umano e l’ambiente al Teatro Nuovo di Pisa con "Il Pelo nell'Uovo". Si tratta del secondo spettacolo della trilogia scritta, diretta e interpretata da Ribalta Teatro e andrà in scena sabato 18 febbraio alle 21. Il testo e la regia sono di Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Luca Oldani. In scena Alberto Ierardi e Giorgio Vierda. L’appuntamento con ‘Il Pelo nell’Uovo’ sarà preceduto da un incontro alle 18 con la compagnia sul tema dello spettacolo e sul lavoro artistico de La Ribalta, mediato da Franco Farina, drammaturgo e docente di Teatro dell'Università di Pisa. Stando a ciò che scriveva Ludwig Feuerbach nel 1862 “L’uomo è ciò che mangia”, oggi dovremmo essere qualcosa che assomiglia molto ad una creatura obesa, le cui zampe cedono sotto un peso cinque volte superiore alla norma, che vive a pochi centimetri dalle montagne di escrementi che produce solo grazie al fatto di trovarsi costantemente sollevata da terra, in virtù della pressione da ogni lato esercitata da corpi di propri simili e causata del sovraffollamento dell’ambiente in cui vive, in un tempo senza più notti né riposo. Questa creatura è...uno dei 24 miliardi di polli allevati ogni anno sul nostro pianeta. Lo spettacolo si interroga, con ironia e leggerezza, sul rapporto tra l'essere umano e il cibo, sul legame culturale che abbiamo con la tavola e sugli allevamenti intensivi, grandi responsabili delle emissioni di CO2 e di gas serra. La commedia è suddivisa per quadri, che, come opere d’arte assestanti e collegate l’una all’altra, cercano di rappresentare una mappa di quello che è stato finora il nostro rapporto con il cibo e di quello che invece potrà essere, consegnandoci, con il sorriso, una nuova attitudine, ma senza imporre nessuna morale di fondo. Prevendite: https://www.ciaotickets.com/biglietti/il-pelo-nelluovo-pisa Biglietteria del Teatro Nuovo di Pisa: aperta martedì, mercoledì, giovedì dalle 16 alle 19. Altrimenti la sera dello spettacolo a partire da un’ora prima dall’inizio. Informazioni: 392.3233535; teatronuovo.binariovivo@gmail.com
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di Matelda Giachi ![]()
Genere: Drammatico, Musicale, Biografico
Anno: 2022 Durata: 158 min Regia: Todd Field Cast: Cate Blanchett, Mark Strong, Julian Glover, Nina Hoss, Sydney Lemmon, Noémie Merlant, Allan Corduner, Vincent Riotta, Sam Douglas, Lucie Pohl, Lee R. Sellars Sceneggiatura: Todd Field Fotografia: Florian Hoffmeister Montaggio: Monika Willi Musica: Hildur Guðnadóttir Produzione: EMJAG Productions, Focus Features, Living Films, Standard Film Company Distribuzione: Universal Pictures Paese: USA
Ha un’impostazione biografica il nuovo film di Todd Field, che torna alla regia dopo sedici anni, almeno all’inizio. Racconta le vicende di Lydia Tár, tra le più rinomate compositrici e direttrici d’orchestra. In particolare, è la prima donna a dirigere un’importante orchestra tedesca. La incontriamo all’apice della sua carriera, mentre promuove un libro e prepara un’importante esibizione dal vivo. Perché in questo momento e non, ad esempio, prima? Perché l’apice del successo è anche l’apice del potere ed è proprio questo quello che il film vuole esplorare: il suo impatto su chi lo detiene e sugli altri, la sua mutabilità e la sua forza corruttrice da cui Tár non è immune; è anzi parte di quella macchina perversa di abusi e soprusi che porta avanti chi pensa di essere legittimato dalla propria posizione. Succede però che questo meccanismo si inceppa e il mondo di Tár comincia a franarle intorno, fino a farle perdere tutto: fama, rispetto, affetti.
Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e nella rosa dei candidati a Miglior Film alla prossima edizione degli Oscar, il film non è in realtà tra le pellicole più impressionanti dell’ultimo anno. Ha una resa un po’ confusa, idee poco chiare su cosa voglia essere, passa dal genere biografico al thriller, fino a diventare distopico; è sicuramente voluto, affinché lo stile segua la caduta del personaggio, ma molto poco fluido nella resa.
Quello che è il vero valore di Tár è la sua protagonista. Il regista non ha nascosto che il personaggio sia stato scritto specificatamente per Cate Blanchet e si vede: ogni lato del suo immenso talento è messo in risalto e confluisce in una delle sue più magistrali interpretazioni, se mai se ne potesse stillare una classifica. Magnetica nei gesti, nella postura, nell’uso della voce. Lo spettatore la segue ipnotizzato dal suo carisma e non importa se non si sa niente del mondo della musica. Quello che già si sa in sala a Venezia, prima ancora di terminare la visione, prima ancora che il Festival sia giunto alla sua conclusione, è che la Coppa Volpi è già sua, senza bisogno di vedere altro. E la nomination all’Oscar è solo una conseguenza naturale.
Voto: 6 COMUNICATO STAMPA Al Teatro Augusteo di Napoli, Piazzetta duca d’Aosta 263, in scena “Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta, con la regia di Claudio Di Palma, da venerdì 3 a domenica 12 febbraio 2023. La celebre commedia di Scarpetta, capolavoro assoluto di comicità, rivive di nuova luce nell’adattamento diretto da Claudio Di Palma. Siamo negli anni Cinquanta, la filodiffusione invade per la prima volta i luoghi pubblici con l’intento di pacificare gli animi agitati da un vortice di affannoso arrivismo. Qui ritroviamo le avventure di Felice Sciosciammocca, giunto a Napoli per fare visita al nipote Ciccillo, che gli ha fatto credere di essere medico e proprietario di una clinica “per matti”. Le frustrazioni, le speranze, le ambizioni degli stravaganti personaggi si trasformano in assolute follie agli occhi dello stralunato Sciosciammocca, regalando al pubblico irresistibili spunti di travolgente comicità. Con Massimo De Matteo (Felice Sciosciammocca), e con Giovanni Allocca (Errico), Raffaele Ausiello (Peppino), Andrea de Goyzueta (Don Carlo), Angela De Matteo (Amalia), Renato De Simone (Michele), Luciano Giugliano (Ciccillo), Valentina Martiniello (Rosina), Ingrid Sansone (Concetta), Federico Siano (Raffaele). Scene Luigi Ferrigno, costumi Giuseppe Avallone, aiuto regia Peppe Miale, assistente alla regia Manuel Di Martino, è una coproduzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, S.G.A.T., Tradizione e Turismo - Teatro Sannazaro. Ticket al botteghino o su bigliettoveloce.it. Platea € 35,00. Galleria € 25,00. Informazioni su teatroaugusteo.it o allo 081414243. Di Marianna Carotenuto Dal 20 al 29 Gennaio 2023 al Teatro Augusteo di Napoli è in scena il musical “Sette spose per sette fratelli”, una nuova e divertente edizione di uno dei musical internazionali più amati dal pubblico, interpretato da un cast eccezionale di 22 artisti, tra danzatori, cantanti e attori, tra cui spiccano i due protagonisti: Diana Del Bufalo e Baz, coppia artistica affiatata e talentuosa, che lavora insieme da ormai un anno. E’ proprio al Teatro Augusteo che lo spettacolo “Sette spose per sette fratelli” ha festeggiato il primo compleanno. Il musical, tratto dall’omonimo film Hollywoodiano del 1954 diretto da Stanley Donen, è ambientato sulle montagne dell’Oregon del 1850 dove vivono i sette fratelli Pontipee. Il fratello maggiore, Adamo, sente il bisogno di una moglie che si occupi delle faccende domestiche. Un giorno, in una locanda del villaggio incontra la cameriera Milly e se ne innamora. Il sentimento è ricambiato anche dalla giovane fanciulla, così i due si sposano e partono per la fattoria Pontipee. Qui Milly si accorge che Adamo l’ha ingannata, poiché dovrà occuparsi anche dei suoi sei rozzi fratelli, della cui esistenza non era al corrente. Ma la giovane, caparbia e tenace, dopo non poca fatica iniziale, mette in riga i ragazzi, dandogli molti consigli sull’igiene e le buone maniere. Visti gli ottimi risultati comincia segretamente a progettare l’incontro dei sei cognati con le sue amiche del paese, in occasione di una festa di paese. Dopo vari fraintendimenti, risse, un rapimento, ma tante risate, alla fine i sei fratelli riescono a sposare le loro amate. Grandioso il lavoro del regista e coreografo Luciano Cannito e la direzione musicale di Peppe Vessicchio, che hanno reso lo spettacolo un mix perfetto di melodie, danze, canto e dialoghi, sapientemente interpretati dagli attori, supportati da un grande e realistico impianto scenografico ed eccezionali costumi, creati secondo i canoni di Broadway e di West End, con un rimando al mondo ironico dei western di Quentin Tarantino. La traduzione è firmata da Michele Renzullo, la stessa della storica edizione del 1998 della Compagnia della Rancia con Raffaele Paganini, solo con alcune variazioni nell’adattamento di testi e liriche. Il risultato è davvero stupefacente. Lo spettatore è fin da subito coinvolto, grazie agli attori che girano tra i corridoi e parlano con il pubblico. Tutti in sala restano estasiati dalla performance dei cantanti e ballerini, e attratti dagli effetti speciali che rendono tutto molto realistico, come il fumo che esce dal caminetto della casa o la neve che cade sulla scena. Non mancano le risate e gli spunti di riflessione sul ruolo della donna, con il rimando al racconto de “Il ratto delle Sabine”, emblema della mentalità maschilista, che però la Milly di Diana Del Bufalo ha saputo mitigare con il suo atteggiamento forte e deciso. Noi de IlTermopolio invitiamo tutti a vivere questa emozionante esperienza, ricordandovi che è in scena fino al 29 Gennaio 2023 al Teatro Augusteo di Napoli. Ticket al botteghino del teatro, nelle rivendite autorizzate o su teatroaugusteo.it (Platea € 55,00 / Galleria € 44,00). Info: 081414243. Immagini: Teatro Augusteo Foto dell’autore 18/1/2023 "Sette spose per sette fratelli”con Diana Del Bufalo e Baz in scena al Teatro AugusteoRead NowDiana Del Bufalo e Baz, esplosivi, divertenti, vulcanici, nuova coppia del teatro musicale italiano dal talento vocale dirompente, sono i protagonisti del musical “Sette spose per sette fratelli”, in scena al teatro Augusteo di Napoli, Piazzetta Duca D’Aosta 263, da venerdì 20 a domenica 29 gennaio 2023, con la regia e coreografia di Luciano Cannito e la direzione musicale di Peppe Vessicchio. Dal libretto di Lawrence Kasha & David Landay; liriche di Johnny Mercer; musica di Gene De Paul; canzoni aggiunte di Al Kasha e Joel Hirschhorn; traduzione di Michele Renzullo; scene Italo Grassi; costumi Silvia Aymonino; produzione FDF Entertainment - Roma City Musical - Art Village. “Sette Spose per Sette Fratelli” è uno dei musical più amati dal pubblico italiano. Questa nuova e divertente edizione, con un cast di 22 interpreti tra danzatori, cantanti e attori supportati da un grande impianto scenografico e meravigliosi costumi, progettati e creati secondo i canoni estetici e spettacolari di Broadway e di West End, è ispirata al celebre e omonimo film di Hollywood, ma con uno sguardo ai personaggi e alle ambientazioni del mondo ironico dei western di Quentin Tarantino. Oregon, 1850, in una fattoria tra le montagne vivono i sette fratelli Pontipee. Adamo, il fratello maggiore, pensa sia arrivata l’ora di trovare una moglie che si occupi della casa e della cucina. Conosce Milly, cameriera della locanda del villaggio, tra i due è colpo di fulmine. Adamo e Milly si sposano e partono per la fattoria. Arrivati a casa Pontipee, Milly scopre che dovrà prendersi cura non solo del marito, ma anche dei suoi fratelli, sei rozzi montanari rissosi e refrattari all’igiene personale e alle buone maniere. Milly mette in riga i sei ragazzi e comincia segretamente a progettare di unire i sei cognati con le sue amiche del paese. L’occasione si presenta a una festa danzante annuale, in cui i sei fratelli Pontipee, puliti e ben vestiti, danno prova della loro abilità alle amiche di Milly. La festa vedrà opposte le squadre dei cittadini e dei montanari, degenerando presto in una rissa. I fratelli Pontipee tornano sconsolati alla loro fattoria e Milly scopre che i sei ragazzi si sono innamorati delle sue amiche. Sanno però che i genitori delle ragazze non acconsentiranno mai alle nozze, così organizzano un rapimento…
Ticket al botteghino del teatro, nelle rivendite autorizzate o su teatroaugusteo.it (Platea € 55,00 / Galleria € 44,00). Info: 081414243. 16/1/2023 La Pergola si lascia di nuovo emozionare dai Grandi del teatro: Glauco Mauri e Roberto Sturno presentano, in prima nazionale, Interno BernhardRead Nowdi Matelda Giachi Prosegue la stagione teatrale alla Pergola di Firenze e, questo gennaio, lo fa con grandi nomi. In scena dal 10 al 15 gennaio, Glauco Mauri e Roberto Sturno hanno presentato, in prima nazionale, “Interno Bernhard”, titolo che racchiude due testi dell’autore austriaco Thomas Bernhard: Il Riformatore del Mondo e Minetti, ritratto di un artista da vecchio. Il primo vede protagonista un intellettuale misantropo e incattivito, in attesa di ricevere una laurea honoris causa per il suo trattato su come riformare il mondo. Eliminando l’umanità, è la sua tesi. Ma, dato che l’autorità accademica intende premiarlo, probabilmente nessuno lo ha letto davvero con attenzione e questo lo inacidisce ulteriormente. E’ affidato a Roberto Sturno, che ne sa rendere la rabbia e il disprezzo come nessuno. Minetti è stato scritto dall’autore per un suo attore, Bernhard Minetti. E’ la storia di un artista dimenticato che, la notte di capodanno, aspetta nella hall di un albergo che gli venga data un’ultima occasione di interpretare il Re Lear di Shakespeare e che, nell’attesa, si lascia andare al fiume dei ricordi. In scena Glauco Mauri che, insieme alla malinconia e alla rabbia del personaggio, porta sul palco, come suo solito, cuore e una grande, permeante umanità. Un ruolo che sembra scritto anche per lui che, nell’arco della sua carriera, è stato Re Lear numerose volte. Si tratta di testi duri, politici, provocatori. Attraverso due personaggi diversi e due diverse solitudini, lo scopo è quello di valutare il ruolo dell’intellettuale, dell’artista nella società. Niente di più attuale in un momento in cui il teatro e con lui il cinema, sono stati relegati al ruolo di mero intrattenimento, dimenticando che invece nascono con lo scopo di ispirare nello spettatore importanti riflessioni di vita. E’ sempre un’emozione rivedere sul palco questi due pilastri del teatro italiano, tra gli ultimi baluardi di una generazione potente e carismatica, che ha dedicato la propria vita al palcoscenico. La compagnia Mauri Sturno è tra le più longeve, nasce precisamente nel 1981. I due fondatori sono ormai una famiglia; abitano l’uno sopra l’altro e Mauri è lo “zio” dei figli di Sturno. Ogni performance è come un lascito, un’eredità da raccogliere e custodire. Glauco Mauri, in scena, si spoglia dei suoi 92 anni e torna un leone; insieme sono avvolti da un’aura di grandezza senza tempo. Quando il sipario si chiude puoi solo alzarti e applaudire.
Interno Bernhard prosegue il suo cammino al Teatro Argentina di Roma dal 17 al 29 gennaio 2023. Immagini tratte da foto di Manuela Giusto LITOST IN SCENA AL CARACOL: LA PERFORMANCE DI MIOZZO VA OLTRE I CONFINI In programma questa domenica sera a cura di Binario Vivo La danza come linguaggio per affrontare il tema del rapporto con l’altro. Litost – The Otherness andrà in scena al Caracol domenica 20 novembre alle 19.30. Una performance nata dall’idea della danzatrice Marianna Miozzo che si è aggiudicata il prestigioso premio Move Off 2020. Questo sarà il quinto appuntamento della rassegna itinerante “Teatro Necessario”, a cura dell’associazione Binario Vivo che per anni anima il Teatro Nuovo di Pisa, chiuso ora per lavori nella piazza della Stazione. Lo spettacolo è rivolto al significato di “confine” sul quale si arrestano le possibilità di una comunicazione trasparente, diretta, e al limite strutturale su cui si apre la scena dell’incomunicabile. Dopo una tournée in Palestina, luogo per eccellenza in cui si intrecciano le diversità e si verificano conflitti su quel confine che segna la separazione tra identità e alterità, l’artista ha deciso di utilizzare il muro come oggetto archetipico attorno al quale organizzare la riflessione e l’operazione artistica. Il muro rappresenta in modo molto efficace la spinta ad evitare il confronto con le alterità che mettono in pericolo l’unificazione in una identità ideale (litost). E allo stesso tempo porta sempre con sé la possibilità di essere abbattuto, scavalcato, scritto, di compiere un atto che lo trasfiguri conducendoci alla prossimità liminare di un incontro.
Biglietto unico: 8 euro Prevendite: https://oooh.events/evento/litost-the-otherness-caracol-20-novembre-2022-biglietti/ Per l’ingresso allo spettacolo è necessaria la tessera Arci (possibilità di farla in loco): 10 euro Info: 392.3233535; teatronuovo.binariovivo@gmail.com Stagione completa: www.teatronuovopisabinariovivo.it -- Ufficio Stampa - Teatro Nuovo Pisa Piazza della Stazione 16, Pisa, IT 56125 www.teatronuovopisa.it | Tel. +39 392 323 3535| Facebook | Instagram COMUNICATO STAMPA Sabato 29 ottobre si inaugura la stagione serale della Città del Teatro di Cascina (PI) con la nuova produzione di Fondazione Sipario Toscana “Italia – Brasile 3 a 2 Il ritorno” di e con Davide Enia, spettacolo coprodotto con il Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Fondazione Armunia Castello Pasquini – Castiglioncello Festival Inequilibrio. La stagione serale “La Città e il Teatro” vedrà in scena 12 spettacoli da ottobre ad aprile. Ad inaugurarla, sabato 29 ottobre, sarà Italia- Brasile 3 a 2 Il ritorno di e con Davide Enia la nuova produzione di Fondazione Sipario Toscana e Teatro Metastasio di Prato, in collaborazione con Fondazione Armunia Castello Pasquini – Castiglioncello Festival Inequilibrio, e proseguirà con alcuni degli artisti più rappresentativi del teatro contemporaneo quali Emma Dante, Marco Baliani, Lucia Calamaro, Chiara Francini, Motus/Silvia Calderoni, giovani compagnie come Kepler-452, Gli Omini, Consorzio Altre Produzioni Indipendenti fino ad arrivare alle contaminazioni di musica e teatro con Ramy Essam/Babilonia Teatri, Ginevra di Marco e Gaia Nanni. «Abbiamo pensato di chiamare questa stagione “Il teatro e la città”, nella convinzione di quanto sia indispensabile coltivare il legame che esiste fra la Fondazione come Centro di Produzione Teatrale, l’unico in Italia ad avere sede in una città non capoluogo di Provincia e il territorio in cui opera. Come sempre il nostro obiettivo è condividere con il pubblico alcune fra le migliori proposte teatrali presenti nel circuito nazionale, per nutrire quel dialogo mai interrotto tra palco e platea, in quel luogo e in quel tempo preciso che è il momento in cui si va in scena. Come se fossimo elementi differenti e complementari di una stessa orchestra, il pubblico è parte fondante dell’evento teatrale, quanto chi esercita il mestiere del teatro, dal pubblico non possiamo prescindere e non vogliamo farlo: il rischio che correremmo è quello di un’inutile autoreferenzialità. La stagione teatrale è un percorso che facciamo insieme ai nostri spettatori, sera dopo sera, stagione dopo stagione, frutto di un lavoro costante che abbiamo la fortuna di poter condividere nel suo momento finale, quando va in scena ogni singolo spettacolo. Questo significa anche esercitare un continuo ascolto, un confronto tra teatro e società e in questo senso produrre e programmare spettacoli che “ci parlano”, che parlano alle nostre diverse sensibilità, idee, convinzioni, credo sia significativo e importante.» - così presenta la stagione serale il direttore artistico Luca Marengo. LA CITTÀ E IL TEATRO - STAGIONE SERALE 2022-23 Sabato 29 ottobre alle ore 21.00 alla Città del Teatro di Cascina Pisa, si inaugura la stagione serale con uno degli artisti più riconosciuti e premiati del panorama teatrale italiano: Davide Enia che porterà in scena il nuovo spettacolo “Italia – Brasile 3 a 2 Il ritorno” una produzione Fondazione Sipario Toscana con il Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Fondazione Armunia Castello Pasquini – Castiglioncello Festival Inequilibrio. Il lavoro ha debuttato questa estate al Festival dei Due Mondi di Spoleto e al Festival Inequilibrio di Castiglioncello, e dopo essere andato min scena al Teatro Metastasio di Prato, sarà ospitato nei più importanti teatri italiani, tra i quali Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Teatro Nazionale di Napoli, Teatro Nazionale di Genova. Enia sarà accompagnato dalle musiche di Giulio Barocchieri e Fabio Finocchio. Il 2022 è stato l’anno del quarantennale della partita al Sarrìa di Barcellona, stadio che oggi non esiste più, e del ventennale del debutto dello spettacolo 2Italia – Brasile 3 a 2”. La nuova messa in scena rivisiterà il testo originale, la regia, le luci, le musiche. Il mondo è cambiato, diverse sono le urgenze, i tempi sono cupi e l’esperienza del lockdown ha segnato uno spartiacque che rimette in discussione lo stesso dispositivo teatrale, la sua urgenza, il suo fine. Sabato 26 novembre Marco Baliani porta in scena “Una notte sbagliata, per la regia di Licia Maglietta. Lo spettacolo - spiega l’artista - è una tappa di ricerca del teatro post-narrazione, una narrazione dove il linguaggio orale del racconto non riesce più a dispiegarsi in un andamento lineare, ma si frantuma, produce loop verbali in cui il Tempo oscilla, senza obbligati nessi temporali. Un turbine linguistico sostenuto da un corpo che agisce l’evento in maniera performativa, un corpo che si metamorfizza a mano a mano che l’azione prosegue e che ricorda la body art degli anni ‘70. Un montaggio drammaturgico che tiene conto delle nuove percezioni con cui viene veicolata la realtà, nuove forme comunicative con cui il teatro si misura e si rinnova. Sabato 3 dicembre “darwin inconsolabile (un pezzo per anime in pena)” di Lucia Calamaro, una delle autrici più significative e riconosciute del teatro italiano, con Riccardo Goretti, Gioia Salvatori, Simona Senzacqua, Maria Grazia Sughi. Una madre anziana che si finge morta per ricevere attenzione dai tre figli sempre occupati, distratti, disamorati, assenti. La tanatosi è una pratica molto diffusa tra gli animali che per scampare l’aggressione del predatore “fanno il morto”. Potrebbe essere un monito, un richiamo, un avvertimento, una metafora. Una madre che simboleggia il pianeta? Forse. Sabato 14 gennaio Chiara Francini sarà in scena con il suo nuovo spettacolo “Una ragazza come io” un monologo che unisce comicità e intrattenimento tra citazioni e sapiente umorismo, un piccolo grande varietà con musica ed effetti speciali in un gioco di contrasti eleganti. Venerdì 20 gennaio Marco Ceccotti, attore e autore porta in scena un’originale e dissacrante commedia sul devastante quieto vivere.“Questa splendida non belligeranza (Una storia così, poi così e infine così)” con Giordano Domenico Agrusta, Luca Di Capua, Simona Oppedisano. La pièce racconta di una famiglia, padre-madre-figlio, in cui la mancanza di comunicazione si manifesta nell’incapacità ̀di esprimere i propri sentimenti. Questo spettacolo ha vinto il Premio In-Box 2022 con il maggior numero di voti nella storia del Premio. Sabato 28 gennaio “Gli altri. Indagine sui nuovissimi Mostri” un reportage teatrale di Kepler-452, regia di Nicola Borghesi, drammaturgia di Riccardo Tabilio. L’indagine parte dalla domanda: Chi sono gli Altri? Sono gli Hater, gli odiatori di professione. Persone comuni che sui social tra foto di vacanze e animali alimentano roghi virtuali. Kepler-452 si propone di contattarli e di tentare un dialogo all’apparenza impossibile, là dove anche la follia del razzismo e del fascismo possono essere ascoltate, col coraggio del confronto e senza rinunciare alle proprie idee. Lo spettacolo ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International. Sabato 4 febbraio “Giulio meets Ramy/Ramy meets Giulio” di Valeria Raimondi e Enrico Castellani (Babilonia Teatri), con Ramy Essam, Enrico Castellani, Valeria Raimondi e Amani Sadat. Babilonia Teatri parte dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo per metterci di fronte al trattamento che generalmente spetta agli egiziani invisi dal regime. Sul palco Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la voce della rivoluzione, dal 2014 in esilio con un mandato di cattura per terrorismo, cantore da sempre di libertà e giustizia per il suo popolo. Sabato 25 febbraio Silvia Calderoni in “MDLSX” una produzione Motus per la regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, drammaturgia di Daniela Nicolò e Silvia Calderoni. MDLSX è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata. È fuoriuscita da tutte le categorie. Martedì 7 marzo Emma Dante porta in scena “Pupo di zucchero. La festa dei morti.” Liberamente ispirato a “lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. Lo spettacolo racconta la storia di un vecchio alle prese con i propri ricordi, intento a preparare un tradizionale pupo di zucchero per la ricorrenza dei morti. La suggestione del dolcetto antropomorfo, simbolo di un’antica credenza radicata nel Sud Italia, ha il potere di evocare i fantasmi della sua famiglia. I cari richiamati dall’aldilà come visioni della vita che fu invadono il silenzio della sua casa buia e vuota. Un turbinio vivace e inebriante di gesti, musiche e voci che si spegnerà al riapparire di tutti i personaggi nelle loro vere sembianze: quelle orrende della morte, convitata muta ma ineluttabile, cui Cesare Inzerillo ha dato corpo con le sue dieci sculture simili alle mummie dei Cappuccini esposte nelle catacombe di Palermo. In scena Carmine Maringola, Nancy Trabona, Maria Sgro, Federica Greco, Sandro Maria Campagna, Giuseppe Lino, Stephanie Taillandier, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Martina Caracappa, Valter Sarzi Sartori. Sabato 25 marzo “Ok Boomer. Anch’io sono uno stronzo” di Nicolò Sordo, regia Enrico Castellani, Valeria Raimondi (Babilonia Teatri). In scena Nicolò Sordo e Filippo Quezel. Il testo, vincitore del 14° Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli 2021, racconta il sabato pomeriggio in un negozio di articoli sportivi. Un ragazzino, beccato a rubare un paio di Nike Air, porta accidentalmente alla luce una realtà ben più torbida che si cela nel seminterrato del negozio: un laboratorio dove lavorano immigrati irregolari ridotti in schiavitù. Un manipolo di eroi improvvisati cerca disperatamente di salvarli, ma solo per salvare se stessi e le proprie esistenze mediocri. Una finta lotta al capitale, un rimpallo di colpe tra “boomers” che immancabilmente scaricano la responsabilità del loro ennesimo fallimento sul ragazzino adolescente. Uno spettacolo che non fa sconti a nessuno e che svela i paradossi che ci circondano e incarniamo. Lo spettacolo è una pruduzione Fondazione Sipario Toscana, con La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale di Vicenza e Romaeuropa Festival.
Sabato 1 aprile “Donne guerriere” con Ginevra di Marco e Gaia Nanni e con Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni), Andrea Salvadori (Chitarre, tzouras e elettronica), drammaturgia di Manuela Critelli e Ganfranco Pedullà, regia Gianfranco Pedullà. Lo spettacolo rende omaggio alle “donne guerriere” del nostro tempo. Vere combattenti che, con le loro scelte e la loro stessa vita, sono diventate pagine autentiche e indelebili della nostra memoria. Sulla scena si intrecciano musica e teatro in un caleidoscopio di frammenti scenici che tendono alla ricomposizione dei linguaggi: il canto, il monologo, il dialogo, la musica, il ritmo, la poesia. Una cosa nuova ma, in realtà, molto antica. La stagione serale si concluderà sabato 15 aprile con “La famiglia Campione” della compagnia Gli Omini con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini e Giulia Zacchini. La storia di una famiglia come tante, con dieci personaggi, tre generazioni a confronto, tre gli attori visibili in tutto. Così che il gioco si sveli pian piano e ognuno sia nonno, padre e figlio di se stesso. La famiglia Campione è un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia fiorentina e più di ottanta giovani. I personaggi sono dieci ma assumono i modi, le parole e le storie di centinaia di persone conosciute per strada. Programma completo www.lacittadelteatro.it Biglietti da 13 a 22 € +dp PREVENDITA BIGLIETTERIA DEL TEATRO Da lunedì al venerdì dalle 10 alle 14; mercoledì dalle 10 alle 14 e dalle 17 alle 19 Sabato 10 - 13 Circuito Boxoffice Toscana – TicketOne e on line Inizio spettacoli ore 21.00 La sera dello spettacolo la biglietteria aprirà alle ore 20.00. LA CITTÀ DEL TEATRO Via Tosco Romagnola 656, 56021 Cascina (Pisa) biglietteria@lacittadelteatro.it tel. 050/744400 cell. 345/8212494 www.lacittadelteatro.it 26/10/2022 Si apre il sipario di “Teatro Necessario”, la rassegna itinerante del Teatro Nuovo-Binario VivoRead NowCOMUNICATO STAMPA L’Associazione Binario Vivo, che da cinque anni anima il Teatro Nuovo di Pisa organizzando le proposte culturali di teatro contemporaneo, teatro per ragazzi e world music, a causa dei lavori di riqualificazione nella piazza della Stazione e in attesa di riaprire il sipario del teatro da gennaio 2023, lancia una innovativa rassegna itinerante dal titolo “Teatro Necessario”. La prima parte delle Stagione Teatrale 2022/2023 sarà quindi ospitata in altri spazi della città e nelle sue vicinanze: Teatro Olimpia di Vecchiano, Teatro Rossini di Pontasserchio, La Città del Teatro di Cascina, Sammartino spazio Arsenale, Caracol, Ex Wide e Lumiere. La presentazione è stata ospitata nel Foyer del Teatro Verdi di Pisa con la partecipazione del direttore artistico del Teatro Nuovo-Binario Vivo, Carlo Scorrano, Maria Piscopo di Binario Vivo, e la presidente Soci Coop Pisa, Angiolina Roventini. “Un ringraziamento di cuore all’accoglienza ricevuta da queste realtà, a Fondazione Pisa e a Unicoop Firenze che hanno creduto e sostenuto il progetto – dice il direttore artistico, Carlo Scorrano -. Teatro Necessario è una riflessione sul contributo che il teatro può dare, ha dato e darà ai cittadini. Uno spazio libero in cui poter dar forma alle idee e aperto all'intera comunità, dal bambino allo studente, dal lavoratore al pensionato. Spettacoli, concerti, seminari, corsi di formazione sono luoghi di incontro e scambio, espressione di libertà fondamentali. Tutto questo è teatro, uno strumento insostituibile, estremamente prezioso e necessario, ma anche fragile e quindi da tutelare e valorizzare sempre”. “Il concetto di teatro fuori dal teatro è un omaggio al leggendario regista Peter Brook, scomparso di recente – dice Maria Piscopo -. L’offerta sarà variegata e con una proposta di world music curata da Calendario Popolare di grande valore”.
Ad aprire la rassegna in viaggio sarà “Peergyntrip” di Stefano Sabelli (produzione Teatro del Loto) il 29 ottobre alle 21.15 al Teatro Olimpia di Vecchiano. Cuore dello spettacolo il senso di evasione dalla realtà da cui partirà un viaggio nei meravigliosi luoghi dell’opera di Ibsen e accompagnato da cornamuse e zampogne. Si prosegue con “Spine” di Massimo Barilla e il Premio Ubu Salvatore Arena (produzione Mana Chuma) con due appuntamenti e due location: il 31 ottobre alle 21 al Sammartino Arsenale Pisa e il 2 novembre alle 20 al Caracol (con apericena). Tre personaggi, ombre in una locanda senza avventori, ripetono ossessivamente una storia che, loro dicono, li ha attraversati e li ha resi testimoni per sempre. Altro grandissimo spettacolo con “Certi di esistere” di Alessandro Benvenuti (produzione Teatro Seven Cults) il 12 novembre alle 21.15 al Teatro Olimpia di Vecchiano. Commedia amara e un po’ scorretta in linea con la tipica comicità toscana, è la storia di “cinque personaggi in cerca di autore” precipitati in uno spazio sconosciuto e costretti a misurarsi con l’interpretazione di un testo improponibile. Il 17 e 18 novembre alle 21 al Sammartino Arsenale sarà la volta di “Sogno di una notte” di e con Laura Boriassi, Alessandro Caroti, Andrea Di Silvio, Francesco Pelosini e Matteo Martorana (produzione Stazione Teatrale), in una rilettura moderna di “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare, e con un finale totalmente inaspettato. Il 20 novembre alle 20 “Litost” di Marianna Miozzo sbarca al Caracol. Una performance sviluppata in Palestina, luogo per eccellenza di diversità in conflitto tra identità e alterità. Grande ritorno per la performer Marta Cuscunà a Pisa con lo spettacolo “La semplicità ingannata” (in collaborazione con Antitesi per la rassegna Arte e Libertà), il 24 novembre alle 21.15 al Teatro Rossini di Pontasserchio, dove Cuscunà riporta alla luce la vicenda delle Clarisse di Udine, giovani donne che nel ‘500 sfidarono qualsiasi convenzione per la libertà. Il 26 novembre alle 21 un nuovo concerto ospitato questa volta al Lumiere con il neofolk urbano dalle tinte arabeggianti e influssi europei di “Ziad Trabelsi Trio”, musicista e compositore tunisino e tra i fondatori dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Il 2 e 3 dicembre alle 21 è la volta di “Miss Mother” di Francesca Orsini allo spazio Sammartino Arsenale, il racconto di un rapporto malato tra una madre arrivista e la figlia bisognosa d’affetto costretta a partecipare ai concorsi di bellezza per piccole miss. Avanti tutta con uno dei grandi nomi della rassegna: Sergio Cammariere concerto in Trio il 9 dicembre alle 21 al Teatro di Cascina. Lo spettacolo rispecchia l’animo e l’approccio musicale unico dell’artista, una perfetta combinazione tra intensi momenti di poesia, intrisi di suadenti atmosfere jazz e coinvolgenti ritmi latini che accendono il live con calde atmosfere bossanova. Si prosegue l’11 dicembre alle 20 al Caracol con la cena con delitto “Sherlock Holmes incontra Miss Marple” di Paola Alberti (produzione La Compagnia del Delitto). Il 16 dicembre alle 21 all’Ex Wide, è la volta del concerto de La Maschera, gruppo di riferimento della scena contemporanea napoletana. Si chiude la rassegna il 18 dicembre alle 21 al Caracol con “Fuga di Gas” di e con Wilma, Paolo Olita e Fabio Buonocore (produzione Voci Sbagliate). In scena le elezioni politiche, di fronte la crisi energetica e il lupismo tecnologico, ‘Italia in gamba’ riuscirà a dare una “bocchettata” di speranza? Vi aspettiamo alle urne. Prevendite: www.oooh.events. Info: www.teatronuovopisabinariovivo.it oppure contattare il numero 392.3233535 o scrivere a teatronuovo.binariovivo@gmail.com di Lorenzo Vanni
Alla fine dell’Ottocento, Marcel Proust è uno scrittore ancora in cerca della sua vocazione. Ci sono tentativi di romanzo e scritti vari, ma nessuno di questi rivela il grande artista che conosceremo come uno di quelli che marchiano a fuoco il Novecento. È, invece, come tutti a vent’anni, un giovane promettente che cerca la propria strada e che, come ogni scrittore, si nutre di storie. La figura di Proust è al centro del romanzo di Mauro Baldrati intitolato Madame e pubblicato da Bompiani. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Proust non è il personaggio principale: lo è invece Veronique Fourier, un’anziana baronessa da cui lo scrittore si presenta per farsi raccontare i suoi ricordi legati a Charles Baudelaire che Madame Fourier aveva conosciuto. Precisiamo subito che il romanzo si pone come obiettivo quello di affermare una volta di più il potere delle parole e in modo particolare del racconto. Abbiamo una contrapposizione che si gioca tra due figure che sono Henri Fourier, il generale napoleonico marito di Madame Fourier morto anni prima, e dall’altra Proust, che come artista e scrittore promettente dà nuova vita alle cose. L’ambiente che circonda Madame Fourier nella prima parte del romanzo è fatto di decadenza, di progressiva rinuncia alla vita a cui la baronessa si è consegnata dopo la morte del marito. La sua vita non conosce variazioni significative almeno finché non conosce Marcel Proust: non è significativo sapere il nome dell’artista, avrebbe potuto essere chiunque altro e non avrebbe spostato di una virgola il significato generale del personaggio. Gli incontri che si tengono tra Proust e la baronessa sono fatti di racconti del passato in cui Baudelaire, il soggetto al centro del nuovo saggio di Proust, rivive suscitando l’interesse rapito del giovane autore. Questo interessamento del giovane per Madame Fourier e quel che ha da dire infonde una nuova vitalità nella donna che da quel momento in poi torna a frequentare i salotti più importanti e a rinnovare la casa, aspetto apparentemente secondario, ma che segna il passaggio psicologico da una mente chiusa che ha rinunciato a vivere a una mente aperta a fare nuove esperienze. Tutto è merito degli incontri con Proust (sostituibile con uno scrittore qualunque), mentre Baudelaire è solo un espediente narrativo. Proust non è importante di per sé, è importante perché rappresenta la forza misteriosa che rende possibile a una storia di uscire allo scoperto credendo nella possibilità che l’arte contamini la vita e la condizioni. Madame Fourier riesce a dare una svolta a quella fase della sua vita perché riesce a esprimere la storia che custodisce dentro di sé e che chiede di emergere; tutto quel che accade in seguito a quei racconti può essere vista come una palingenesi, ramificazioni che sono possibili una volta che la verità comincia a venire alla luce. Che poi è un modo per dire che le parole costruiscono mondi e modificano quelli esistenti. Un nuovo romanzo per un messaggio antico di cui la letteratura vive da sempre. Fonti immagini: otago.it |
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Febbraio 2023
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