di Cristiana Ceccarelli Dopo la pubblicazione, nel 2007, di Chiamami col tuo nome, André Aciman ha fatto tornare i personaggi in un secondo romanzo uscito lo scorso anno, Cercami. Sono passati molti anni, in questo secondo libro, da quando l’adolescente Elio, durante un’estate in Riviera, scopriva la forza del primo amore grazie a Oliver, ospite della casa di famiglia. Una forza travolgente e indimenticabile finita in strade diverse di un bivio: Elio pianista tra Italia e Francia, Oliver sposato con figli. Il nuovo romanzo si apre col padre di Elio, Samuel, seduto su un treno verso Roma dove per un incontro fortuito conosce Miranda, ribelle fotografa con la metà di suoi anni. I due percepiscono un’attrazione che potrebbe rivelarsi la messa in discussione di tutte le loro certezze. Anche Elio, trasferitosi poi dalla capitale italiana a Parigi, conosce una persona che potrebbe rivelarsi una storia importante. Nonostante tutto però il ricordo di Oliver è sempre lì, che non riesce a sbiadire. La storia sono le storie interne dei personaggi: i loro pensieri più intimi, le riflessioni sull’altro, sull’approccio al sentimento e al concetto di relazione, e all’amore. L’amore che in Cambiami, come in Chiamami col tuo nome, si esplica nelle sfaccettature più disparate, sfidando tabù e restrizioni, convenzioni. Qui l’amore è sofferenza perché libero di esser stato vissuto, non perché impedito. Qui l’amore è un amore a cui si richiede ragione, analisi per poi spazzarle via, dove le logiche mutano i connotati, anche mentali. Perché è la mente ad essere qui un aspetto massiccio e forte, che accompagnato da quello sensuale si fondono in sintonia per creare un qualcosa che si spinge oltre, verso una conoscenza profonda che cambia i limiti spazio temporali. Le azioni, i paesaggi sembrano voler competere a favore di quest’aura poetica ma allo stesso tempo reale e tangibile che caratterizza il modo in cui Aciman riesce a parlare di sentimenti. A volte, dimenticandosi il significato di amare o impegnarsi a non aver paura della fiducia, l’intensità delle emozioni che i protagonisti sentono risultano eccedenti, inverosimili ma accompagnate da un desiderio che siano vere per poterle provare un giorno. Storie che si salutano e si intrecciano mentre il lettore aspetta un parola che potrebbe riaprire una porta in fondo non era mai stata realmente chiusa. La parola di Aciman è la goccia che battendo piano sulla roccia la scava: leggera ma destinata alla profondità. Leggera per quanto sensibile e malleabile alle esigenze pur mantenendo una nota propria da recondita armonia, in grado di coinvolgere e sedurre chi legge, con delicatezza e tenacia. Anciman sembra interrogarci: esiste davvero una durate dell’amore? I sentimenti che i lettore percepisce leggendo il libro si rispecchiano in qualche modo a quelli contrastanti che provano i personaggi, come a dire: questi siamo tutti noi. Amanti. Come ruolo dell’amante ovvero dell’amare, come persona, un’altra persona. Immagine tratta da:
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Febbraio 2023
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