Un piccolo ma potente thriller al femminile di Cristiana Ceccarelli Donne che non perdonano è un romanzo di Camilla Läckberg pubblicato nel 2018. La scrittrice svedese, da milioni di copie vendute in tutto il mondo, famosa per i suoi gialli, si è esposta lo scorso anno con un lavoro editoriale diverso dai precedenti. Questo breve romanzo infatti tratta della violenza domestica, e più in generale della violenza di genere e delle disparità che ancora oggi albergano nelle stanze delle nostre società. “Con l’età ho realizzato che ho una voce pubblica e che la gente mi ascolta. Ora voglio usarla per parlare di temi che mi stanno a cuore.” scrive la Läckberg nella quarta di copertina.
E la voce la utilizza per parlare di un fenomeno che persiste e non accenna a scomparire: le donne come oggetto, come sesso debole, come persone alla mercé dell’uomo che può dettare leggere e muovere le fila delle loro vite o decidere di spezzarle, tagliarle in qualsiasi momento. Donne che non perdonano è un romanzo impegnativo nonostante la trama e il linguaggio semplice, per la riflessione che la tematica affrontata dovrebbe far scaturire in chi legge. Il romanzo ha come protagoniste le donne ed è strutturato a voci alterne che ci raccontano la loro storia: Ingrid, Victoria e Birgitta, tre donne dalle origini, stili di vita, professioni completamente diverse ma che si ritrovano complici nella condivisione di una situazione e nella risoluzione degli altrui problemi. La forma semplice rende la lettura veloce; ma è una semplicità attraente, incalzante, angosciante nella razionalità della consapevolezza e delle intenzioni. Le donne ci aprono, attraverso le pagine, le porte della loro vita privata e parlano delle loro vicende personali con una lucidità a tratti agghiacciante. Sono donne umiliate, tradite, comprate, donne che non hanno reagito prima non per mancanza di consapevolezza, ma per il sacrificio verso qualcosa di più grande, come la famiglia, l’idea di un amore, i figli. Ma anche il senso di sacrificio più innato è destinato a infrangersi negli scogli dell’inutilità dello sforzo compiuto, delle umiliazioni trattenute e subite; scatta allora un desiderio che non è quello di chiudere e ricominciare ma quello di vendetta. La piega decisionale intrapresa dalle protagoniste non è certo un invito alla violenza, si tratta pur sempre di un thriller, ma la decisione di ripagare la violenza con la violenza, diventando a propria volta carnefici, è un iperbole che ben ritrae l’esasperazione che in alcuni casi si concretizza nell’esplosione di altra violenza. La violenza, sia questa psicologica o fisica, comporta inaspettati cambiamenti nel genere umano; cambiamenti talvolta radicali, che conducono la vittima a un’esistenza spossata e capovolta. L’esagerazione nella reazione vuole mostrare la conclusione più insperata che a volte però si presenta quando le vittime si sentono come intrappolate e senza altra via di uscita, quando gli altri rimedi falliscono nel loro compito di portare l’aiuto necessario. Sono storie di un problema vero, troppo spesso sottovalutato, un problema che ha la sue radici, non nelle sue conseguenze, ma nel fatto di esistere.
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Gennaio 2023
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