Mohsin Hamid è giunto alla finale del Man Booker Prize. Ci è arrivato con quello che è il suo romanzo più impegnato, più “politico” e che affronta in modo più diretto i temi di cui tratta. Exit West è, con ogni probabilità, uno dei romanzi più importanti dell’anno e la storia d’amore tra Nadia e Saeed, i due protagonisti, una delle più poetiche degli ultimi anni. Partiamo da qui.
I personaggi di Hamid, autore anglo-pakistano, sono personaggi liminali e non a caso nel romanzo si parla soprattutto di attraversamenti. La storia racconta il viaggio nel mondo e nella vita di Nadia e Saeed che, incontratisi durante l’adolescenza, crescono insieme affrontando le diverse fasi della vita. Il passaggio all’età adulta coincide con una maggiore apertura verso il mondo e la presa di coscienza che la città in cui vivono è sottoposta alle azioni di guerriglia di militanti dell’area. Di essi non sappiamo niente ed è giusto che sia così perché fanno da controcanto realistico e brutale alla favola d’amore vissuta inizialmente dai due innamorati. Passano quasi inosservate, inizialmente, le bombe e gli altri spari in città mentre l’amore di Nadia e Saeed cresce. È qui infatti, nella creazione di una utopia personale in cui i due si rifugiano che Hamid dà il suo meglio: la limpidezza della scrittura si giustappone nel modo migliore alle ripetizioni di parole chiave ricorrendo a proposizioni talvolta involute, dando ad alcuni passaggi un tono quasi sognante. La città che fa da sfondo alla narrazione non ha nome e, dunque, può essere una qualunque città mediorientale in guerra. La mente corre quindi alla capitale del Pakistan, Islamabad, ma anche ad Aleppo, in Siria, e Raqqa, in Iraq. Ma quel che fa realmente la differenza e costituisce il vero colpo di genio (nella sua semplicità, perché il genio è spesso semplice) sta nel trucco narrativo di immaginare porte nella città attraversate le quali si finisce in altre aree del mondo, ed è qui che il talento di Hamid emerge nel modo più chiaro. Quel che distingue Hamid da altri scrittori che parlano dei migranti è che, mentre tali autori mettono in rilievo le sofferenze e le privazioni a cui i migranti sono sottoposti durante il viaggio per mare o attraversando i diversi paesi, suscitando la pietà dell’Europa e sostanzialmente disinnescando le complessità del fenomeno migratorio, Hamid si concentra invece sulla fine del viaggio, sull’arrivo nel campo di rifugiati, rifiutando ogni facile soluzione consolatoria. Va anche notato che, sebbene questo espediente collochi apparentemente il romanzo in una sorta di “realismo magico”, l’elemento fantastico si inserisce perfettamente nel tessuto narrativo tanto da poter essere considerato parte integrante della realtà stessa. Exit West è un romanzo di cui qualunque cosa si possa dire non sembrerà mai abbastanza e al tempo stesso si avrà l’impressione di aver detto fin troppo. Si può solo aggiungere che all’interno del dibattito europeo sul tema dei migranti, è utile e fondamentale avere una voce che parli delle esistenze dei singoli che si spostano e che se ne faccia carico, rappresentandoli nella scrittura. Non resta che scoprirlo e calarsi nei panni di Nadia e Saeed. Diventare l’Altro, appunto. Immagine tratta da: https://www.ibs.it/exit-west-libro-mohsin-hamid/e/9788806233884
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Maggio 2023
Categorie |