E la pensò distesa sul letto con due tecnici ritti al suo capezzale, non chini su di lei ansiosamente, ma impalati soltanto presso il capezzale, le braccia incrociate sul petto. E si ricordò di aver pensato, in quel momento, che se Miltred fosse morta, lui si sentiva sicuro di non piangere. Perché sarebbe stata la morte di una persona sconosciuta, un volto di un passante, un'immagine vista su un giornale, e a un tratto gli apparve così ingiusto di essersi messo a piangere, non alla morte, ma al pensiero che non avrebbe pianto alla morte di lei, uomo sciocco e fatuo accanto a una donna sciocca e vuota.
Con queste parole Guy Montag si rende conto che la relazione con Miltred è diventata surreale, stereotipata, e che necessita di un cambiamento. Le cause di tale spersonalizzazione vanno ricercate in una società distopica, orientata esclusivamente al consumo di massa, dove il fine ultimo dell'esistenza diviene l'appagamento materialista. A Miltred non interessa che Montag debba ancora pagare la terza parete TV, “un piccolo sacrificio”, non ha importanza che una donna sia stata arsa viva insieme a migliaia di libri. L'unica cosa che lei realmente desidera è “installare una quarta parete TV”. Miltred finisce per diventare schiava di un regime totalitario che tiene impegnate le persone in attività che distolgono l’attenzione dalla riflessione. Nemmeno il collasso per aver ingerito sostanze stupefacenti provoca una reazione in questo personaggio tanto controverso quanto statico. È significativo come al risveglio l'unico pensiero non riguardi l'accaduto, bensì l'acquisto di una nuova televisione.
Fahrenheit 451 si svolge, pertanto, in una dimensione in cui i libri sono vietati, un mondo dominato dall'ignoranza in cui la popolazione vive una realtà distorta dove il sistema ha provveduto a eliminare qualsiasi tipo di fonte di “caos, incertezze o dubbi” per consentire alle persone una vita felice. Un mondo statico, in cui non esiste possibilità di cambiamento perché all'uomo non è consentito di pensare. Un efficiente corpo di “pompieri-incendiari”, guidato dal capitano Betty e dal “Segugio meccanico”, agisce con violenza e brutalità, uccidendo e massacrando tutti gli oppositori, pur di raggiungere la propria missione: eliminare ogni forma di conoscenza. Sin dalle prime pagine si nota come questi militi del fuoco siano dei meri fantocci, apparentemente felici, ma circondati da una profonda solitudine. Come marionette, bombardati dalla pubblicità, da talk show televisivi e programmi disinformativi, finiscono per essere ridotti a esseri non-pensanti, superficiali, incapaci di distinguere il confine tra realtà e finzione.
La stessa esistenza di Montag, in apparenza appagante di fronte alla sensazione di potere e di controllo che esercita – bruciare i libri e le case che li contengono - si rivela mediocre e superficiale. Montag viene incanalato in un sistema perverso in cui coloro che si oppongono a quelli che vogliono rendere ogni altro infelice con teorie e ideologie contraddittorie, viene di fatto considerato diverso e per questo escluso dalla società.
È Clarisse, una ragazza normalissima per i nostri tempi (ma anomala per quelli del romanzo) ad aprire la mente di Guy Montag. Amante della vita, dotata di una spiccata ratio e volenterosa di aiutare e ascoltare il prossimo, la giovane ragazza incarna il prototipo di vita che vorrebbe vivere il protagonista (possibile solo in un mondo utopico considerato il suo passato come milite del fuoco). Clarisse rappresenta l'altra faccia della medaglia, incarna tutto quello che Guy Montag avrebbe potuto essere e che invece gli è stato impedito dalla mentalità distopica del governo. Se da una parte la televisione e la radio finiscono per recidere i legami spontanei tra Montag e Miltred, dall'altra è proprio Clarisse a esercitare sul protagonista una forte fonte di attrazione verso il suo mondo «Stare con la gente è una cosa bellissima. Ma non mi sembra sociale riunire un mucchio di gente, per poi non lasciarla parlare, non sembra anche a voi? [...] Oh, parlerà pure di qualche cosa, la gente! No , vi assicuro. Parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno tutti che dire le stesse cose e nessuno dice qualcosa di diverso dagli altri».
Oltre a Clarisse, fondamentale per lo sviluppo positivo del personaggio (da milite a custode di libri), bisogna tenere a mente la scena in cui l'anziana mano ossuta della donna sfila uno zolfanello, muove la bocca ripetendo bei versi muti, pianta gli occhi velati nelle pupille dei suoi aguzzini e, accendendo la piccola fiamma, sancisce " Non avrete mai i miei libri. Io voglio restare qui."
In un modo o nell'altro, non li hanno avuti. Un episodio, questo, che getta nello sconforto lo stesso Montag, non più convinto delle sue azioni. Per la prima volta Guy si sente diverso, vorrebbe essere un pompiere pronto a spegnere l'incendio, e non un milite che sgorga il cherosene sulle pagine oscene di Shakespeare, di Dante, di Byron e di altri illustri scrittori.
Immagini tratte da:
Mr Thompson's Webquests
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Maggio 2023
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