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4/2/2017

Omaggio a Dacia - Marianna Ucrìa non voleva farsi morire

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di Enrico Esposito

Ho conosciuto la storia di Dacia Maraini nell'autunno del 2014, durante il Pisa Book Festival che la vedeva nelle vesti di madrina d'onore della sua tredicesima edizione. In quell'occasione, la poetessa nata a Fiesole il 13 novembre del 1936 presentava un suo ennesimo romanzo, dal titolo "Chiara d'Assisi. Elogio della disobbedienza", ma più che parlare del libro in sè, fu un'affascinante panoramica sulla sua infanzia e adolescenza a conquistare me e credo molti altri membri del ricco pubblico presente in sala. Gli anni durissimi in cui fu internata con i suoi familiari nel campo di concentramento giapponese di Sapporo, il ritorno in Sicilia nella prigione d'oro per uno spirito libero e assetato di cultura che anni dopo si sarebbe imposta come una delle più grandi scrittrici di sempre. E avrebbe vinto il Premio Strega nel 1999 con "La lunga vita di Marianna Ucria", opera ispiratale proprio dalla difficile prima parte della sua vita.
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Ti ho fatto aspettare 78 anni per conoscerti,
meno di un minuto per stimarti, donna incorreggibile e senza tempo.

Le docili colline di Fiesole hanno bollito per te il latte primigenio tra gli avori delle
dinastie da cui provengono la tenacia, il talento e il catartico fervore
di portare la passione italiana attorno al globo.
A mezzo fiato attorno a poco piu' di 700 giornate in cui avevi potuto
farti un' idea del mondo, sei arrivata per colpa dell'ombra fascista nel Giappone piu' nero
di quanto si immaginasse, dentro una Sapporo raggelante.

Campi di lavoro a mandorla propinati dietro a un no orgoglioso
di mamma e papa' all'ultima indigestione disperata di Benito,
disciogliendosi dopo il 25 del primo Aprile sotto i raggi perturbanti
di un bruciore siciliano che mai piu' ti ha abbandonato.

Decine di mattanze e nodi al collo bigotti soffocavano
l'intensa libertà che inseguivi nel fiore della puberta'.
La tua Bagheria bagnata dal sudore delle mani della Marianna Ucria
che non piu' sei riuscita a far finta di considerare un'altra da te,
e in mezzo la grinta rabbiosa di chi sente morire la sua nazione e i suoi
artigiani in deriva spaventosa. 

Immagini tratte da www.pinterest.com

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