"Sex had no place in love. Sex meant violence, marriage of prostitution, and arriage meant children, weeping nagging women and complaining men; it means unhappiness». Daughter of Earth, autobiografia fittizia della giornalista e scrittrice americana Agnes Smedley (1892 – 1950), rappresenta una pietra miliare della letteratura femminista americana dell'800. Nata a Osgood, una piccola comunità del Missouri in una famiglia di umili origini, vive un'infanzia complessa: le continue tensioni tra suo padre Charles e la moglie, accentuatesi dopo le esperienze fallimentari in miniera a Trinidad e Delagua, i continui spostamenti in cerca di “fortuna” (da “bracciante agricolo” a minatore), il nascondere le umili origini agli occhi della società. La figura del padre incide profondamente sul percorso interiore della giovane Agnes: da lui eredita da una parte la fervida immaginazione (il racconto dei suoi viaggi), dall'altra l'avversione verso il matrimonio (continui litigi con la moglie). La Smedley è una persona che si è fatta da sola; grazie al trasferimento in un centro urbano ha avuto la possibilità di avere accesso all'istruzione, di concludere il proprio iter scolastico e di prendere la licenza per l'insegnamento. Agnes Smedley, comprese quali sono le ingiustizie della vita (abuso sulle donne, società maschilista, condizioni di lavoro della working class), indirizza la propria esistenza alla ricerca della propria indipendenza, “sentimentale” e economica, passando dal lavoro di insegnante a quello di giornalista sempre più invischiata in faccende politiche: indipendenza dell’India, difesa dei diritti delle donna, lotta contro ogni forma di violenza di genere. Partecipa inoltre attivamente alla rivoluzione cinese. Salvato dall'oblio da Tillie Olsen e dalla Feminist Press, il romanzo Daughter of the Earth riporta piuttosto fedelmente gli eventi che hanno visto storicamente protagonista la stessa Agnes Smedley. Marie Rogers vive in una famiglia in cui vi sono continue tensioni tra il padre e la madre «my father cursed and my mother wept. It was the begining of many terrible querrels that bleakned my child life», in cui si sente trascurata «I felt neglected […] threw my arms around one of his pillar-like òegs, he shhok me off and told me to og away There seemed something wrong with me» , vittima degli abusi che si compiono ogni giorno dentro le mure domestiche della propria casa. La stessa esperienza scolastica, l'inizio del processo di emancipazione, è ricordata da Agnes come un momento difficile della sua vita (per apparire bene agli occhi della società diceva che suo padre era un dottore). Marie lotta per guadagnare la sua indipendenza economica, studiando e formandosi sui libri «my aim in life was to study, not to follow a man around». In tutto il romanzo Marie cerca di conciliare l'amore con la propria autonomia «in my hatred marriage, I thought that I would rather be a prostitute than a married woman. I could then protect, feed and respect myself, and maintain some right over my own body». Marie, nonostante le violenze carnali subite «I felt his hot lips search for mine […] I struggled to free myself from his arms», nonostante l'avversione al matrimonio (il matrimonio è catena e schiavitù della donna, costretta a essere legata a un uomo), al sesso e all'amore, non riesce a fare a meno di quest'ultimo. Marie finisce per sposarsi due volte. Sin dall'altare la protagonista non è convinta di unirsi in matrimonio a Knut«all you have to do is say yes» e questa incertezza sfocia nella consapevolezza di aver commesso un errore «love mean following a men into a desert». La notizia che avrà un figlio genera in lei sconforto «fear, bitterness, hatred evertything that was hopeful wanished i will kill myself first» e si conclude con l'aborto. Non è un caso che Marie, appena divorziata, chieda subito di riavere il suo cognome «you are again a Rogers». L'incontro con Sardar Ranjit Singh rappresenta il punto di svolta del romanzo: Marie, sempre più coinvolta in vicende politiche, si mette a servizio della causa antimperialista indiana, «in him I saw reflected all that I had not been, all that most of my people were not; thoughtfulness and humanity; the passionate longing for freedom for all men» finendo per “distruggere” se stessa per la causa in cui crede. In un primo momento nascondendo una lista contenente un elenco di indirizzi di attivisti indiani ricercati dalla polizia inglese, in seguito negando a Diaz, un altro membro del movimento, che si rivelerà una spia, il proprio coinvolgimento nella “questione indiana”. I cinquanta dollari lasciati dall'aggressore sul tavolo per pagare l'omertà della sua vittima sono l'affronto più meschino che Marie riceve. Il suo silenzio, il rifiuto di concedersi a Diaz sfociano nello stupro «just please ...let me go […] his lips were hot as fire … and his body had hurled itself upon me». Dopo l'umiliazione subita Marie tenta il suicidio, viene arrestata e, sotto interrogatorio, continua a credere nei propri ideali «your is an attempt to pose as a martyr. If you tells us the truth you become freedom again.». Nemmeno quando Talvar ha una pistola puntata alla tempia è disposta a collaborare «I have done nothing wrong … you are indicting me because I help men who are trying to get their freedom». Il matrimonio con Amand è la prova finale che amore e politica sono due forze inconciliabili; Marie, infatti, non riuscirà a conciliare il sentimento all'indipendenza e alle aspirazioni personali «I arose and egan to pack. Out of this house - out of this country ». Bibliografia: 1) Tesi di Laurea Magistrale Maybe it's not legal but I am right” Daughter of Earth di Agnes Smedley, a cura di Denise Zani 2) Daughter of the Earth di Aggnes Smedley 3) www.ilnerdaio.com/2013/10/daughter-of-earth-agnes-smedley.html Immagini tratte da:
- www.asu.edu - spymuseum.co, - www.republicanchina.org
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Febbraio 2023
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