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11/11/2017

“Follia” di Patrick McGrath e il ritorno del Gotico

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di Lorenzo Vanni
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Il romanzo gotico è uno dei generi più affascinanti che possa capitare di incontrare come lettori. Uno dei più popolari romanzi degli ultimi anni è stato Follia di Patrick McGrath. Inglese di Londra, ha iniziato la sua carriera come romanziere nel 1989 quando ha pubblicato il suo primo romanzo, Grottesco, che è diventato poi un film nel 1995. Altri due sono i romanzi con cui è si è fatto più conoscere, soprattutto grazie ai film che ne sono stati tratti: Spider nel 2002 diretto dal celebre regista David Cronenenberg (Maps to the Stars, Cosmopolis) e Follia del 2005 diretto da David McKenzie (Hell or High Water).
Quest'ultimo film è tratto dal suo romanzo omonimo pubblicato nel 1996 e che, a oggi, è di fatto l'opera più nota di McGrath. Il romanzo, pubblicato da Adelphi nel 1998, racconta la storia di una donna, Stella, moglie di uno psichiatra di un manicomio, che tradisce il marito diventando l'amante di uno dei pazienti del manicomio, Edgar Stark, ricoverato dopo aver ucciso la moglie decapitandola e cavandole gli occhi, cominciando da allora a lavorarne la testa come se fosse una scultura. Nonostante Stella sia a conoscenza del passato dell’uomo, ella si rifiuta di accettare la realtà e, qualche giorno dopo l'evasione di Edgar dal manicomio, raggiunge l'amato a Londra mentre gli altri psichiatri insieme alla polizia cercano di ritrovarli prima che anche Stella subisca la stessa sorte della moglie dell'uomo.
Se si volesse tentare un confronto, si potrebbe vedere il romanzo come una versione psichiatrica de L'Amante di Lady Chatterley. Quell'amore che Lawrence presentava come una forza vitalistica, da opporre alla freddezza dell'industria che divorava la campagna intorno alle grandi città, muta in McGrath mantenendo però costante la dialettica natura-cultura: i termini che vengono usati al posto di questi sono “ordine” e “caos”; l'ordine è indicato dalla società civile al cui interno i malati devono essere reinseriti mentre il caos è rappresentato dalla volontà di non reprimere istinti che fanno parte dell'individuo e che lo guidano nelle sue decisioni. Stella fa parte della società civile e può potenzialmente rappresentare l'ordine, ma è l'attrazione per Edgar a introdurre l'elemento destabilizzante per la razionalità, ossia l'amore. La dialettica natura-cultura si ripresenta in McGrath dunque in una sua versione malata, i cui esiti non sono così prevedibili come potevano forse sembrare nel romanzo di Lawrence.
Altro elemento di riflessione è il fatto che Edgar, per questa sua abitudine di scolpire, venga spesso indicato dal narratore come artista. La moglie di un tempo era stata da lui uccisa perché sospettata di avere un amante; l'idea di uccidere la donna che si ama in modo da conservarla in eterno come oggetto di contemplazione è un'idea tipicamente tardo-romantica che ben si adatta al romanzo gotico. Tanto più se l'omicida è un potenziale artista e ritrae la donna in una forma che la renda inscalfibile all'incedere del tempo.
Parlando in termini meta-letterari, se il processo di eternizzare chi vive viene considerato come una forma di caos allora l'intera dialettica natura-cultura/ordine-caos deve essere riletta come immaginazione-realtà. Non è un caso, evidentemente, che l'artista venga qui associato alla follia, perché da sempre, da Shakespeare in poi (e anche prima di Amleto), l'immaginazione artistica viene associata alla follia.
​Come avrete capito, Follia è un romanzo breve, ma denso. Al di là di tutte le analisi più o meno dettagliate che si possono fare, rimane il piacere della lettura e, per l'autore, il piacere della scrittura. Si percepisce il passo del classico, quindi chi vi è abituato troverà qualcosa di molto familiare; gli altri troveranno la suspence e il desiderio di sapere cosa seguirà.


Immagini tratte da:

http://www.stateofmind.it/2016/09/patrick-mcgrath-follia/ https://unbuonlibrounottimoamico.wordpress.com/2012/05/16/follia-patrick-mcgrath/

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