Anche quest’anno il MIUR ha smentito i rumors sull’autore per la prima prova dell’esame di Stato 2017, scegliendo un inaspettato outsider, il poeta e traduttore livornese Giorgio Caproni (1912-1990). Nato in una famiglia laica e antidogmatica, Caproni è avviato allo studio della letteratura dal padre, il quale si premurò di regalare al figlio la Divina Commedia illustrata da Gustave Doré. Non solo Dante nel percorso letterario dell’autore labronico, ma anche Montale e Boine e i grandi nomi della letteratura francese, da Baudelaire a René Char, di cui fu fine traduttore.
Cosa contraddistingue l’opera di Caproni? Forte è in lui l’influenza del primo Montale, il Montale di Ossi di seppia. Egli si trova a confrontarsi con una realtà difficile e complessa, di cui il linguaggio umano non è in grado di darne debito conto (è dunque forte in lui l’influenza di Wittgenstein e del suo lavoro sulla filosofia del linguaggio, in particolare di quella sua celebre settima massima che invita al silenzio quando non si è in grado di spiegare e di comprendere).
Per questa ragione la sua opera, anche da un punto di vista formale e strutturale, si presenta con una sintassi franta e fa ampio ricorso all’enjambement, poiché il verso spezzato è l’unico che dà conto della natura sfuggente del linguaggio. Caproni si pone dunque come il Montale di Non chiederci la parola, un autore non più in grado di spiegare i grandi misteri dell’universo; non più il poeta vate dantesco che sa indicare la via, ma come tutti si trova prigioniero di un mondo incomprensibile.
La poesia scelta per l’esame di maturità, Versicoli quasi ecologici dalla raccolta Res Amissa, dà voce a una delle principali tematiche del poeta livornese, cioè la cura e la tutela dell’ambiente (di seguito il testo nella sua interezza): Non uccidete il mare, la libellula, il vento. Non soffocate il lamento (il canto!) del lamantino. Il galagone, il pino: anche di questo è fatto l’uomo. E chi per profitto vile fulmina un pesce, un fiume, non fatelo cavaliere del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba e l’acqua muore. Dove sparendo la foresta e l’aria verde, chi resta sospira nel sempre più vasto paese guasto: Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l’uomo, la terra. Caproni è molto preoccupato per la condizione dell’ambiente: il suo è un forte invito a prendersene cura in modo serio e fattivo. L’uomo non è fatto soltanto di auto e traffico, ma anche della natura e degli animali; egli invita a non premiare coloro che danneggiano il mondo esterno, ma ricorda che la natura è amore e se soltanto l’uomo è in grado di mantenerla riuscirà a trarne giovamento. Un Caproni autore di una poesia ambientalista, un tema che cade a fagiolo in un momento in cui l’amministrazione statunitense ha abbandonato gli accordi di Parigi sul clima. Una maturità 2017 all’insegna del progresso, che ci fa riflettere su quale strada esso dovrebbe prendere, se vogliamo evitare i toni sarcastici del Leopardi della Ginestra
Immagini tratte da:
Galleria d' Arte Livorno forlab - blogger www.roberto-crosio.net
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Maggio 2023
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