Uno dei più significativi esponenti dell’Illuminismo letterario e filosofico tedesco è rappresentato da Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781). Figlio di un pastore luterano, la sua opera letteraria si contraddistingue per la ricerca della verità, in quanto non si dà una verità prestabilita e preordinata, ma essa deve sempre essere ricercata, per il suo forte spirito di tolleranza e fratellanza e per il rifiuto di dogmi (immagine qui). La sua visione del mondo emerge chiaramente in una delle sue opere più celebri e più belle, Nathan der Weise (“Nathan il saggio”, 1779). Il testo si svolge nella cornice della terza crociata (1192) e vede come protagonisti il mercante Nathan (rappresentante dell’Ebraismo), Saladino (rappresentante dell’Islam) e un anonimo templare (rappresentante del Cristianesimo). L’autore pone i monoteismi sullo stesso piano, senza affermare il primato di nessuno e criticando qualsiasi tipo di fanatismo e, per poter far ciò, si serve della parabola dell’anello. Attraverso il racconto allegorico, Lessing cerca di dimostrare come nessuna delle religioni sia migliore dell’altra, ma tutte sono uguali, come l’amore di un padre per i figli non cerca alcuna preferenza. La parabola di Lessing ha un suo antecedente nel testo boccacciano di Melchisedec e dei tre anelli, tratto dalla prima giornata del Decameron (Barr Nisbet 2013: 602-603, Yasukata 2002)
Lo spirito illuministico e la critica a una nobiltà corrotta e anacronistica emergono in Emilia Galotti (1772). Lessing basa il suo dramma sulla vicenda narrata da Livio della giovane Virginia, una bella ragazza di origine plebea, di cui si innamora il decemviro Appio Claudio. Ella resiste alla seduzione, ma viene corrotta e il padre preferisce ucciderla invece di esporla alla vergogna. Una vicenda simile viene narrata dallo scrittore tedesco ambientando la storia nella Mantova del XVIII secolo (Fick 2016: 347-366)
L’opera di Lessing non interessa soltanto la letteratura, ma abbraccia anche la riflessione filosofica e artistica. All’estetica della letteratura lo scrittore tedesco dedica la Drammaturgia di Amburgo (1767-1769), dove egli rifiuta il modello francese di Corneille e Racine e afferma la centralità delle unità aristoteliche e dell’opera di William Shakespeare.
Lessing dedicò anche scritti all’arte, come Del Laocoonte (1766). Egli sintetizza che l’arte, a differenza della poesia, opera nello spazio e ne rappresenta il movimento: una lezione , quella di Lessing, che sembra essere stata ben recepita dall’ekphrasis keatsiana dell’Ode all’urna greca (1819). Come si vede, ampio è il lascito morale e culturale dello scrittore tedesco: non soltanto egli si dedicò all’affermazione di una visione del mondo laica, relativista e aperta, ma sfidò anche la concezione artistica della sua epoca, in quanto non esiste nessuna verità già preconfezionata e stabilita.
Bibliografia:
Barr Nisbet, H (2013) Gotthold Ephraim Lessing: His Life, Works, and Thought. Oxford: Oxford University Press. Fick, M (2016) Lessing-Handbuch: Leben-Werk-Wirkung. Stuttgart: Metzlerverlag. Yasukata, T (2002) Lessing’s Philosophy of Religion and the German Enlightenment. Oxford: Oxford University Press.
Immagini tratte da:
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=3274&biografia=Gotthold+Ephraim+Lessing
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Maggio 2023
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