Nasceva il 1° Gennaio del 1919 lo scrittore de “Il giovane Holden” di Cristiana Ceccarelli Il libro portò lo scrittore alla fama internazionale, aumentata dal mistero dalla sua scomparsa dalla scena pubblica all’apice del suo successo: dal 1951, infatti, J.D. Salinger si relegò in un paesino al confine con il Vermont. Questo libro nasce dopo la seconda guerra mondiale, quando le atrocità cui forse Salinger fu costretto a partecipare come soldato, portarono contraddizioni talmente inspiegabili ma impellenti di uno sfogo da dare vita ad un adolescente simpaticamente saccente, sempre lo stesso ma diviso tra idee contrarie che si accavallano in minuti adiacenti, un paradosso continuo. Questo è Holden Caulfield, il ragazzo protagonista del romanzo. Il libro è, nella sua ritmica cadenza, quasi ipnotica e punteggiata all’estremo, nervosamente coinvolgente. La punteggiatura non lascia respirare, ma, al contrario, costringe a trattenere il fiato. Ed è così che il lettore si ritrova catapultato nella vita del sedicenne, seguendone le azioni ma soprattutto i pensieri nei due giorni che precedono il Natale; due giorni da girovago a New York, città che fa da cornice e trappola, senza poter tornare a casa per mantenere il segreto dell’espulsione dalla Pencey. Il vero protagonista del romanzo, infatti, non è tanto il mondo esterno ma piuttosto l’incapacità del ragazzo, tra i subbugli di un’adolescenza che gli crea angoscia, di rapportarsi con esso, di disbrogliarne gli avvenimenti, di trovarne un senso. Ciò che il giovane Holden dice è vero e crudo; agisce senza pensare, parla senza preamboli. A volte i suoi pensieri cozzano con le parole, le azioni e le credenze si sfaldano tra la lotta al conformismo ed il suo cedervi. Holden piace perché rispecchia tutti noi, incapaci di accordarci stabilmente col mondo e con noi stessi ed incapaci di trovare un’unica soluzione. E allora, come il giovane protagonista, diventiamo spietati e concilianti, rimanendo imprigionati nel conflitto tra queste mille sfaccettature, nell’insensatezza che avvolge la vita di ognuno. Holden è il contenitore adolescenziale di sentimenti universali che ci uniscono come esseri umani; e il suo successo risiede proprio nella capacità che lo scrittore ha avuto nel rendere questi sentimenti accessibili in modo semplice, quotidiano. Le condanne e le critiche al contesto sociale e politico americano dell’ante e del dopo guerra sono velate, nascoste dietro commenti di un adolescente arrabbiato per cose apparentemente piccole, che sono però metafore del mondo adulto, contemporaneo e non privo di incomprensibili avvenimenti di Salinger. La copertina bianca, voluta dall’autore affinché il libro fosse scelto per il contenuto, è lo specchio del protagonista, che può essere considerato un foglio bianco, un incipit dato al lettore per traslare le proprie incertezze e arrabbiature, per riconoscersi o per decidere di rimanere in bilico come lui. Ma tra contraddizioni e paradossi l’unica cosa che alla fine conta è la vecchia Phoebe, la sua sorellina, che rappresenta quella speranza inquieta che aiuta a non arrendersi del tutto, con l’auspicio che ogni persona possa trovare la propria. Immagini tratte da: - Immagine 1 da https://www.gelestatic.it/thimg/ML31vMtZgKTlYqLJBrJVqRv_YrA=/1800x1014/smart/filters:format(webp)/https://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep/2018/12/31/183606142-004a442d-f49d-4656-96d4-abf27937b74f.jpg - Immagine 2 da foto dell'autore
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Maggio 2023
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