di Lorenzo Vannucci ![]() La metamorfosi del cavaliere in figura leggendaria e letteraria, complici le Chansons de geste e i poemi romanzeschi del ciclo di re Artù, ha la sua ragione storico-sociale nei secoli XI e XII. Elementi caratterizzanti dei due generi letterari, nelle loro differenze, senza dubbio il forte senso della cristianità e della difesa di questa dai musulmani, nonché la codifica dei privilegi della classe nobiliare visibile nella organizzazione sociale di stampo feudale. Espressione più alta di questo genere è la Chanson de Roland, che pone al centro il tema della guerra di religione, in particolare la difesa della fede cristiana contro gli infedeli, e la propaganda a favore della monarchia carolingia, vista come nucleo fondante dell’identità nazionale francese. Questo ideale è incarnato da Orlando, devoto al suo signore Carlo Magno, pronto a cedere la sua vita pur di vedere realizzarsi gli ideali di purezza, religiosità e devozione alla patria. Questo è visibile, in particolare, nel momento in cui l'eroe, in punto di morte, indirizza i suoi pensieri unicamente agli aspetti della vita legati al ruolo che ha ricoperto: la spada che tanto lo ha assistito nelle innumerevoli battaglie, l'amore per la patria, la devozione per il re Carlo. ![]() Se Orlando incarna il vassallo e il combattente, dalla seconda metà del XII, sempre in lingua d'oil, influenzata dai temi amorosi tipici della lirica provenzale, si diffondono opere a metà strada tra il genere epico e quello amoroso. Alle origini del ciclo bretone, che narra le imprese di Artù e dei suoi cavalieri, c'è l'opera di Goffredo di Monmouth, autore della Historia Regum Britanniae, sunto della storia dell'antica Britannia prima dell'invasione degli Angli e dei Sassoni. Questi temi, cari al ciclo bretone, che tanto abbracciarono leggende e miti celtici alla base della cultura britannica, trovano il suo culmine nelle vicende di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Un cavaliere, quello di Monmouth e di Chretien de Troyes (scrittore medievale, celebre per i suoi romanzi dedicati al ciclo bretone), sempre più alla ricerca della propria elevazione spirituale e visibile nella figura di Percival, la cui novità consiste nell’attribuzione di un carattere quasi sacro alla figura del cavaliere che, da giovane ingenuo e incolto, intraprende un cammino di iniziazione e crescita individuale. ![]() A differenza del ciclo carolingio, i canoni etico-estetici dei poemi appartenenti al ciclo bretone ammettono l'intrusione di temi fantastici - come interventi magici, inserti onirici o apparizioni di creature immaginarie - amorosi ed erotici (si pensi alla vicenda adulterina di Ginevra e Lancillotto), mentre i temi religiosi ed epici risultano decisamente ridimensionati, se non elisi. Le crociate inoltre perdono delle motivazioni ideali più profonde, scadendo talvolta in azioni espansionistiche di natura territoriale e commerciale, mentre la straordinarietà del cavaliere, visibile in Orlando, viene ridimensionata, restando percettibile, soprattutto, nell'elemento avventuroso. Avventura, quella del ciclo bretone, sia di stampo amoroso – spesso i cavalieri della Tavola Rotonda sono mossi anche dall’amore che guida il cavaliere verso grandi imprese- sia nella ricerca, da parte di Percival e Galahad, del Sacro Graal, da intendersi come allegoria della ricerca di Dio. Immagini tratte da: The Norton Anthology of English Literature, Autore Stephen Greenblat New Literary Links, Autore Graeme Thompson English Literature, Autore Sanders
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Maggio 2023
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