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26/3/2018

Il dramma a specchio dei "Vetri rotti" di Arthur Miller

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Al Teatro Era di Pontedera è andato in scena lo scorso 5 Marzo l'adattamento della play del drammaturgo statunitense Arthur Miller per la regia di Armando Pugliese con un cast eccezionale di attori, tra cui i protagonisti Elena Sofia Ricci, Maurizio Donadoni e Gianmarco Tognazzi (Una produzione Erretiteatro).
di Enrico Esposito e Alessandro Rugnone
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​Vetri rotti è uno spettacolo intenso e spietato, una secca e coinvolgente analisi delle crepe nascoste o inaspettate che possono sconvolgere le vite degli uomini. Arthur Miller, uno dei più importanti autori di teatro del Secondo Novecento, mise in scena questa pièce nel 1994 intitolandola "Broken Glass" , in un esplicito riferimento agli orrori della Notte dei Cristalli, che tra il 9 e il 10 Novembre del 1938 trascinarono con una ferocia spaventosa il mondo nell'incubo dell'Olocausto. Le foto delle vetrine dei negozi giudei ridotte in frammenti, delle innumerevoli violenze perpetrate, delle deportazioni di 30000 Ebrei nei Lager solcarono rapidamente gli oceani raggiungendo gli States e i loro quotidiani come il New York Times, aprendo anche agli Ebrei americani le porte di una delle due epoche di maggior sofferenza della loro storia ultramillenaria. Sylvia Gellburg (Elena Sofia Ricci) donna di mezza età ebrea brillante e dal grande fascino, è stata da sempre un'attenta osservatrice e lottatrice per i diritti degli uomini e in particolare per gli abitanti del suo quartiere nella Grande Mela. L'impatto con le bestialità della Notte dei Cristalli ha rappresentato per lei un evento devastante sia sul piano morale che nella dimensione fisica, dal momento che dopo aver visto gli scatti incriminati ha subito una paralisi pressoché totale delle gambe senza alcuna spiegazine. Sylvia non riesce più a condurre in casa le normali facccend perché non è in grado di stare in piedi. È costretta a una sedia a rotelle o a letto, e di conseguenza si sente nel morale fiaccare completamente, di sente sepolta e incapace di guarire da un male oscuro perchè non riconducibile a problemi di salute di alcun genere. Le analisi a cui la donna è stata sottoposta non hanno evidenziato valori sballati oppure gli effetti di malattie improvvise. Sylvia Gellburg clinicamente gode di ottima salute e questi questa scoperta non fa altro che accrescere le inquietudini del marito Philip (Maurizio Donadoni) ma anche del medico curante Harry Hyman (GianMarco Tognazzi).
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Philip e Harry sono due uomini completamente diversi l'uno dall'altro per non dire opposti. Philip è un agente immobiliare irascibile e irruento, un uomo dall'io spiccato e dominante che nel corso della vita matrimoniale ha ottenuto sempre da Sylvia ciò che desiderava. È riuscito a far sì che lei smettesse di lavorare nonostante stesse percorrendo una brillante carriera nel campo finanziario, e a convincerlo a mettersi a fare la casalinga e a dargli un figlio. Dal primo giorno in cui di sono incontrati, quando l'uomo era giunto a farsi le ossa nell'azienda in cui Sylvia ricopriva giovanissima un ruolo di dirigenza importante, Philip aveva sviluppato un'assuefazione bruciante nei confronti della donna, un asservimento alla sua grazia che tuttavia era arrivato a cozzare nel tempo con un'intrattabità acuta e spietata. Philip si era reso protagonista in pubblico di spiacevoli escandenze nei riguardi della moglie, e da anni ormai aveva smesso di toccarla, interrompendo del tutto i rapporti sessuali. Scheletri nell'armadio enormi, incomprensioni sepolte e fuoriuscite adesso in maniera pericoloso grazie al confronto da parte dei due coniugi con il dottor Hyman, un medico cordiale e in passato superbo dongiovanni, un seguace affermato del rilievo cruciale del dialogo e dell'indagine psicologica. Hyman sa come prendere tutti i suoi interlocutori e ottenere da loro ciò che intende ascoltare. Da tutti, compresi Philip Sylvia e Barriera sorella di quest'ultima, eccetto che dalla moglie Margaret, donna sensuale e molto astuta che conosce benissimo le debolezze del suo uomo e intuisce l'innamoramento galoppante che questi subisce da parte di Sylvia.
​
​Dopo aver appurato che la sua paziente dal punto di vista clinico apparentemente non si è imbattuta in alcun trauma, Hyman è fermamente convinto della natura psicosomatica delle condizioni di salute di Sylvia. Se è pur vero che le sue gambe non funzionano e non le sollecitano alcuno stimolo, Sylvia avverte soprattutto una crisi di nervi. È fiaccata nell'animo, stanca, demoralizzata e ha un chiodo fisso: la Notte dei Cristalli. Passa le giornate intere a riguardare le foto sui giornali o a cercarne nuove perché è rimasta scioccata da un evento che secondo lei corrisponde all'antico ma di una piaga molto più grande. Sylvia avverte la sensazione perturbante che qualcosa di orribile sta per abbattersi sul sul popolo ebraico, diventa una sorta di medium che tuttavia proietta il fenomeno universale all'interno del suo microcosmo personale.
Le sedute continue con il Dottor Hyman portano a galla un quadro familiare complesso e imperfetto per Sylvia e Philip. L'amore non esiste da molto tempo, e in passato i due hanno addirittura rischiato di separarsi. Sylvia vive come un automa, non prova gioie nel corso delle sue giornate ancor prima della situazione estrema che sta vivendo ora. L'abbandono del lavoro ha rappresentato per lei il colpo definitivo alla sua vitalità. Hyman giunge a vestire davanti ai suoi occhi i panni di un confessore cortese e romantico, a risvegliare in lei sensazioni di tenerezza e piacere sopite e probabilmente mai ricevute da Philip. Il dottore è completamente avvinto da lei, scambia con lei lunghe conversazioni volte a smascherare i suoi traumi irrisolti e a emettere una sentenza fondamentale: è Philip il suo tormento, e in parallelo con i fatti dela Notte dei Cristalli appare come il nazista assalitore. Sylvia fa progressi pian piano nella comprensione della verità mentre Philip, ebreo anch'egli, che ha sempre minimizzato le notizie provenienti dalla Germania perché si sente protetto dall'oceano che si frappone tra l'America e l'Europa, va incontro a un declino assoluto. È stato licenziato dal suo capo per un affare sbagliato, sta perdendo la sanità fisica e mentale, ha smarrito il controllo su Sylvia. Il castello di sabbia su cui per decenni aveva costruito una vita per lui perfetta, viene spazzato via d'improvviso sotto gli assalti di un destino disumano come nella Notte dei Cristalli e gli anni lunghissimi di angherie inflitti a un intero popolo.

Foto tratte da: foto gentilmente fornite dal Teatro Era.

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