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28/5/2016

IL ROMANTICISMO, UNA RIVOLUZIONE CULTURALE

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di Andrea Di Carlo

Il sec. 18°, da un punto di vista letterario e culturale, è testimone del progressivo affermarsi del Romanticismo, un movimento che rappresenta una vera e propria rottura con l’equilibrio e l’armonia neoclassica. Il termine “romantico” designa le prime opere letterarie redatte non più in latino, ma nei volgari romanzi, ricchi di eventi non ascrivibili alla realtà e alla verosimiglianza (Ferroni 2012: 56, Meletinskij 1993). Il Romanticismo guarda con interesse all’epoca più remota e più controversa della storia europea, cioè il Medioevo, in quanto, durante quella stagione culturale, si svilupparono i futuri stati nazionali (Inghilterra, Francia e Spagna) e si avviò anche un’elaborazione linguistica.
Anche la riflessione filosofica contribuì in modo essenziale alle caratteristiche generali del movimento che andava lentamente nascendo: si deve a Burke e a Kant la definizione del sublime, cioè di quel senso di smarrimento e orrore di fronte a certi spettacoli naturali, come mari in tempesta, la maestosità delle vette alpine e pianure sconfinate (cfr. Bodei 2008).


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Dopo la filosofia, anche la letteratura inizia a produrre significative testimonianze in questa direzione: un primo manifesto della maniera romantica si può rivenire nella celebre Ode Written in a Country Churchyard (1742-1751) di Thomas Gray, dove l’Io lirico introduce la semplicità del mondo agreste contrapposto all’artificiosità della civiltà urbana e la solitudine del poeta, che riflette sulla storia del paese e dei suoi abitanti (immagine qui).
Il momento culminante del Romanticismo inglese è il sodalizio tra William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge, un’amicizia intellettuale iniziata nel 1797 e siglata definitivamente nel 1798 con l’uscita del manifesto della poesia romantica britannica, le Lyrical Ballads.
I due poeti, provenienti da background culturali diversi (Wordsworth figlio di un avvocato, Coleridge figlio di un pastore anglicano), si danno compiti diversi: Wordsworth, abbandonando lo stile poetico neoclassico, scriverà poesie utilizzando a language really used by men, una lingua più vicina a quella della gente comune. Diverso è invece il progetto che intende intraprendere Coleridge: il suo interesse per questioni trascendenti, filosofiche e spirituali lo spingono a servirsi di un idioma ricco di arcaismi e di echi medioevali L’amore per la semplicità medioevale fa sì che entrambi i poeti scelgano uno dei generi più frequentati in quel periodo, la ballata, come già appare nel titolo della loro raccolta (cfr. Stafford 2013).

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Coleridge nel 1795: olio su tela (559x457 mm) di Pieter Van Dyke, custodito presso la National Gallery a Londra.
Una seppur breve indagine sulla poesia romantica non sarebbe completa senza una menzione dei generi del saggio e delle confessioni, in quanto la centralità dell’esperienza dell’Io è più importante del mondo esteriore. Charles Lamb scrive gli Essays of Elia (“Saggi di Elia”, 1823-1833), dove l’autore descrive alcuni episodi della sua infanzia e giovinezza.
Celebri sono le Confessions of an English Opium-Eater (“Confessioni di un oppiomane” 1821) di Thomas De Quincey, dove, oltre alla centralità dell’Io, emerge anche l’esplorazione degli effetti dell’assunzione di droghe, un tema caro a un altro grande poeta di questo periodo. Charles Baudelaire.
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Bibliografia:
 
- Bodei, R. (2008), Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia, Milano, Bompiani.
- Ferroni, G. (2012), Storia della Letteratura italiana. Dalle origini al Quattrocento, Milano, Mondadori   Università.
- Meletinskij, E. (1993), Introduzione alla poetica storica dell’epos e del romanzo, Bologna, Il Mulino.

Immagini tratte da:
- Thomas Gray, wikipedia italiana, Pubblico dominio, voce: Thomas Gray.
- Samuel Taylor Coleridge, wikipedia italiana, Pubblico dominio, voce: Samuel Taylor Coleridge.
- Thomas De Quincey, da Wikipedia italiana, Pubblico dominio, voce: Thomas De Quincey.

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