Il ripiegamento su se stesso e lo sguardo sul proprio Io aveva determinato, alla fine del XVI secolo, la nascita del saggio come genere letterario: Montaigne in Francia e Francis Bacon in Inghilterra avevano unito l’interesse all’antichità classica a un’indagine influenzata da una visione del mondo cristiana e scientifica. Diverso, tuttavia, è il percorso che contraddistingue il saggio romantico: l’Io torna a essere protagonista, riferendo di eventi e di situazioni assolutamente ordinarie e normali. Sarà Charles Lamb (1775-1834), in Inghilterra, a rappresentare il maggior esponente della saggistica romantica.
Nato a Londra, la sua gioventù è segnata da fatti orribili: un periodo di pazzia che lo costringerà a essere rinchiuso, mentre la sorella Mary, anch’ella colta da un crollo nervoso, ucciderà la madre a coltellate. Grande amico di Coleridge, lo stesso Lamb, disperato per le condizioni mentali della sorella, gli ebbe a scrivere che preferirebbe vederla morta.
Lo scrittore troverà conforto nella fede: autore di poesie dal titolo inequivocabile (“Sul Padre Nostro”, “Il giovane catechista” o “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”), egli non mancherà di attaccare fortemente l’ateismo o qualsiasi mancanza di fede nel componimento “Vivere senza Dio nel mondo”. Bisogna inoltre ricordare che l’amicizia e la frequentazione del giovane Coleridge potrebbero aver spinto Lamb a frequentare ambienti unitaristi o, in ogni caso, non affiliati con la Chiesa d’Inghilterra.
Al di là delle poesie religiose, la fama di Charles Lamb è legata ai Essays of Elia (1823, “Saggi di Elia”) e Last Essays of Elia (1833, “Gli ultimi saggi di Elia”). I protagonisti sono Elia (controfigura di Lamb stesso) e la cugina Bridget (cioè sua sorella Mary).
Duplice è l’interpretazione che è possibile dare all’Io narrante: da una parte egli potrebbe essere un impiegato italiano collega di Lamb presso la South Sea Company (la società inglese deputata ai commerci nei mari del sud), ma, al tempo stesso esso potrebbe indicare la mendacità della narrazione di Elia stesso, in quanto il nome potrebbe significare a lie (“una menzogna”). Fino a che punto, dunque, la narrazione è affidabile?
A ogni buon conto, il narratore Elia dà voce a ricordi d’infanzia o a situazioni della sua gioventù, a indicare la ripresa romantica del tema dell’infanzia e, soprattutto, la narrazione in prima persona che contraddistingue la produzione letteraria di questo periodo. Ai fratelli Lamb si deve anche un’importante opera di critica shakespeariana, i Tales from Shakespeare (1807). Si tratta di un lavoro con cui sia Charles che Mary intendevano avvicinare i più giovani all’opera del Bardo dell’Avon, il primo occupandosi di tragedie e la seconda di commedie, scrivendo una prefazione comune. È importante sottolineare come la statura del drammaturgo di Stratford acquisti una maggiore importanza durante il romanticismo, poiché esso viene salutato come l’emblema del genio creatore (cosa che già aveva fatto Goethe col suo saggio Zum Shakespeare-Tag).
Ricordare Charles Lamb significa commemorare una delle figure, ahimè, più trascurate della letteratura inglese, ma ricchissima di spunti e di riflessione.
Immagini tratte da: http://www.bbc.co.uk/education/guides/zcg6nbk/revision/6 https://www.poetryfoundation.org/poems-and-poets/poets/detail/charles-lamb https://openlibrary.org/works/OL44842W/The_essays_of_Elia http://www.amazon.in/Tales-Shakespeare-Puffin-Classics-Charles/dp/0140366776
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Febbraio 2023
Categorie |