Due diversi modi di leggere il mondo di Tommaso Dal Monte ![]() Quando pensiamo all’intelligenza pensiamo ad un insieme di intuito, erudizione e capacità tecnica. Tuttavia, a livello etimologico, “intelligente” deriva dall’univerbazione (fusione di due parole vicine ma divise) del latino “inter legere”, cioè “leggere tra”. La peculiarità dell’intelligente è quindi quella di leggere tra le righe, tra gli spazi vuoti che intercorrono tra un segno e l’altro. I segni di cui parlo non sono soltanto le lettere dei libri, ma tutti quei segnali in cui siamo immersi e che compongono il mondo: un discorso orale, un’espressione facciale, la conformazione di una città si manifestano attraverso segni che devono essere decifrati, cioè letti. Quale forma di lettura adotta il complottista? Direi che la caratteristica principale del complottista sia quella di cercare il senso non nella lettera, non tra le righe, ma sotto la superficie. Rifacendomi al latino, posso allora coniare per esso il termine di sulligente, da “sub legere”, cioè “leggere sotto”. L’intelligente e il sulligente adottano una strategia di lettura che sposta l’attenzione dall’evidenza testuale ad altro. Se tuttavia lo spazio “tra” è qualcosa sotto gli occhi di potenzialmente chiunque, lo spazio “sotto” non è affatto osservabile. La conoscenza del sulligente diventa quindi esoterica, difficilmente comunicabile perché raramente ancorata a un qualche dato sensibile. Inoltre nel buio del sottosuolo è facile che ognuno incontri ciò che cerca, perché lo strato sub-semiotico non ha quei limiti interpretativi che i segni in superficie impongono. Per questa ragione la conoscenza del complottista, benché apparentemente stupefacente, gode di scarso credito sociale, mentre quella dell’intelligente riscuote ammirazione, proprio perché è argomentabile e dunque convincente.
Proviamo a fare un esempio di queste due forme di lettura a partire da un titolo di “Repubblica” del 31 agosto 2020: Parla il capo dei presidi: “Trovato un compromesso ragionevole per le esigenze dei più piccoli”. Una lettura intelligente porterebbe mettere in luce che il “compromesso” è stato stipulato tra due gruppi di adulti: dirigenti scolastici e una rappresentanza genitoriale, poiché i bambini non vengono interpellati anche per questioni che li riguardano. Quali sono allora le basi del compromesso? Sono davvero “le esigenze dei più piccoli”, oppure quelle dei genitori, magari impossibilitati ad assentarsi dal lavoro e non disposti a pagare dei baby-sitter, se le scuole non dovessero essere riaperte? Un complottista invece potrebbe pensare che il “capo dei presidi” abbia degli interessi privati per far ripartire le scuole, che tema per il proprio stipendio e il prestigio di “capo dei presidi” di uno Stato senza scuole aperte. Il “compromesso” dunque sarebbe tutt’altro che “ragionevole”, ma pericoloso per i bambini e vantaggioso per il gruppo chiuso dei presidi. Insomma la lettura sulligente partirebbe da un dato semiotico per sviluppare il proprio ragionamento completamente altrove, supportandolo con ragioni extratestuali non verificabili. Allenare l’intelligenza è più facile di quanto sembri. Non servono libri, dispense o particolare cultura, ma una disposizione a stare nel mondo e ad ancorare le proprie percezioni ai segni che esso ci manda o che ci lascia intravedere tra un segno e l’altro. Quando invece la nostra conoscenza deriva da luoghi invisibili dobbiamo diffidarne, consapevoli che un pensiero uniformato e non originale è spesso preferibile al privilegio di una conoscenza tanto segreta quanto inconsistente. Immagini tratte da: Immagini libere da copyright tratte da Pixabay
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Maggio 2023
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