di Lorenzo Vanni La letteratura è una forma d’arte che crea un’esperienza intensa, più di quanto possano fare film, ballo, musica. Nei thriller l’interesse sta tutto nel cogliere di sorpresa il lettore e nel “Visitatore notturno” si immagina che qualcuno entri in casa del lettore, senza fare niente e poi se ne andasse: come reagiremmo? Sarebbe interessante domandarselo. Se stesse soltanto a guardarti dormire e poi se ne andasse, come reagiremmo? Questa è l’idea di partenza, poi ovviamente per rendere il libro interessante si allarga ai temi di attualità in America: negli ultimi due anni c’era stata l’impressione che venissero diffuse menzogne fatte passare per verità e questo ha fatto in modo che il dibattito pubblico si polarizzasse. Era un problema legato alla stampa, e questo significa allargare il quadro senza però avere la pretesa di fare filosofia perché gli scopi del romanzo sono altri.
La struttura di base del libro è sempre la stessa: c’è un protagonista che risolve un caso. Dopodiché sono seguite alcune considerazioni derivate dall’ascolto di un intervento radiofonico di un neuro-scienziato che sosteneva che le aree del cervello che entrano in gioco quando si creano connessioni emotive con gli altri sono identiche a quelle che si attivano nel caso di un legame tra autore e lettore. Questo libro è insolito perché è tutto visto dalla prospettiva del cattivo e più si procede con la lettura più il processo di immedesimazione si intensifica. In questo non ci sono problemi: uno scrittore è avvantaggiato nel provare empatia verso i propri personaggi e quindi si può essere chiunque senza difficoltà e rendere tutto credibile. Far provare paura è difficile, ma è vero per tutte le emozioni da trasmettere intenzionalmente; quando accade basta sedersi, chiudere gli occhi e immaginare scenari di paura. Ovviamente ognuno ha le proprie fobie, ma in un thriller si parla di qualcosa di diverso dalla paura dei serpenti o delle vertigini. Uno scrittore è più o meno come un pilota di aerei e i lettori sono i suoi passeggeri: un pilota che entra in una turbolenza non si sorprende, è abituato, non ha paura e sa benissimo cosa fare; il passeggero no, e può avere paura. La differenza con lo scrittore sta nel fatto che lo scrittore non cerca di tranquillizzare il lettore, ma anzi cerca di turbarlo perché da questo dipende la riuscita del romanzo. Il personaggio di Lincoln Rhyme è ispirato a Sherlock Holmes a cui lo accomuna l’intelligenza usata per superare in astuzia i suoi rivali, ma Rhyme è un medico forense mentre Holmes è un investigatore privato. I cattivi invece non hanno un modello, generalmente somigliano all’autore forse perché per creare dei cattivi sempre nuovi è necessario contenere un po’ di male dentro di sé. Immagine tratta da: Amazon.it
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Maggio 2023
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