Questo sabato, per la rubrica letteratura, il Termopolio affronterà John Milton e la sua lotta per i diritti civili nell’Inghilterra scossa dallo scontro tra re e Parlamento. John Milton, poeta e intellettuale puritano, è universalmente noto per Paradise Lost (“Paradiso perduto”), ma non trascurabili sono i suoi scritti più politici, che fanno di lui un precursore dei diritti civili. Le questioni che Milton affronta direttamente sono ancora molto vive nel dibattito pubblico in Italia e all’estero, il divorzio e la libertà di parola. Ne La Dottrina e Disciplina del Divorzio (The Doctrine and Discipline of Divorce: Restor’d to the Good of Both Sexes, from the Bondage of Canon Law, 1643) lo scrittore, basandosi su Deuteronomio 24: 1 (il capitolo della Legge mosaica che permette il divorzio) dà giudizio positivo alla separazione, sostenendo che sia marito e moglie possano rompere la loro unione nel caso in cui ci siano disaccordi o incomprensioni; in ciò Milton mostra tutta la sua modernità e l’indipendenza intellettuale anche dalla sua stessa fazione, che si riconosceva in una rigorosa adesione al dettato biblico. Sarà proprio questo libro che costerà a Milton la censura e gli darà l’occasione di scrivere una delle sue opere più appassionate, Areopagitica (1644). Il nome deriva da un discorso scritto dall’oratore ateniese Isocrate per il ripristino dell’Areopago, il mitico tribunale della capitale greca. Così come lo scrittore greco, anche Milton fece circolare il suo testo tra i membri del Parlamento, attaccando gli stessi Puritani. L’argomento alla base del testo miltoniano è molto semplice: qualsiasi tipo di censura è dannosa in quanto non permette la circolazione delle idee e impedisce ai lettori di scoprire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Agli occhi di Milton un libro è un oggetto prezioso, capace di dare vita, un vero tesoro. La forza retorica della tesi dello scrittore muove poi anche sull’ambito religioso: ai suoi occhi i Puritani, arrogandosi il diritto di censurare preventivamente i testi, non sono peggiori dell’Inquisizione e della Chiesa romana, la quale, col suo Indice, stabilisce quali libri devono essere letti e quali no. Il culmine di Areopagitica è il celebre “tra tutte le libertà, datemi la libertà di conoscere, di discutere e di agire secondo coscienza”, con cui lo scrittore inglese segnala la critica alla sua fazione, perché il bene più importante è la difesa della propria autonomia e indipendenza intellettuale, a scapito della posizione politica. La libertà è per Milton una preoccupazione costante nella sua opera: anche nella poco nota History of Britain la perduta costante dell’autonomia da parte degli Inglesi è un segno, agli occhi di Milton, di preoccupazione e di tormento. Come si può vedere da questo breve articolo, John Milton non è soltanto il sobrio e austero poeta puritano, autore del celebre Paradise Lost, ma è anche (è soprattutto) un appassionato difensore di diritti e prerogative del singolo, una posizione difficile in un’Inghilterra che si avviava all’Interregno e alla decapitazione di Carlo I (1649). Immagini tratte da:
- First page of Aeropagitica - Da By John Milton - http://www.smu.edu/bridwell?curid=32196117
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Febbraio 2023
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