di Agnese Macchi Jon Krakauer nasce a Brooklyn il 12 aprile del 1954, è un saggista appassionato di alpinismo. Diviene infatti noto per i suoi libri concernenti la vita nella natura, l’avventura e in particolare l'alpinismo.
Nel 1996 negli Stati Uniti viene pubblicato il suo libro più celebre, “Nelle terre estreme", estensione e rielaborazione di un lungo articolo scritto precedentemente per la rivista “Outside". Jon si imbatte per caso nella storia di Christopher McCandless, un giovane ragazzo trovato morto nel settembre del 1992 in un autobus abbandonato nelle terre selvagge dell'Alaska. Jon rimane colpito da questa vicenda, e decide di ricostruire gli ultimi mesi di vita del ragazzo. Tramite il diario pervenuto vicino al cadavere, in cui Chris appuntava la sua vita da nomade in Alaska, Jon riesce a ricostruire le ultime settimane di vita e anche le cause della morte. Ebbene si, Chris, un ragazzo poco più che ventenne, laureato in scienze sociali con voti discreti, appartenente a famiglia borghese, aveva scelto di bruciare i suoi soldi, mollare le sue agiatezze e partire, un piede dopo l'altro, sotto falsa identità, attraverso il continente americano, sognando di varcare un giorno le porte dell'Alaska. Le testimonianze di chi lo ha incontrato e conosciuto durante il percorso sono state raccolte e hanno permesso di conoscere il viaggio, gli ultimi mesi di vita di Chris. Tra questi una coppia di sgangherati, un mietitore che offrirà lavoro a Chris, una giovane cantante hippie che si innamorerà di lui. Il personaggio piú rilevante che ha incrociato il cammino di Chris è forse Ron, un anziano ex alcolista rimasto solo al mondo, che si offrirà di adottare il ragazzo, il quale però, seppur con difficoltà, non accetterà la proposta per continuare a inseguire il sogno dell’Alaska. Il viaggio di Chris dura due anni, la sua famiglia, con la quale i rapporti erano da tempo difficili, vive nel dolore e nell'attesa di vedere il figlio tornare. In casa McCandless ci si interroga su cosa possa essere mancato a Chris, aveva appena avuto in dono un’auto nuova, e il denaro necessario per continuare a studiare. Il padre di Chris non se lo riesce a spiegare, Chris non si riesce a fermare. C’è un motore, dentro alcuni, che li costringe al movimento, all’evasione. Può far parte del sistema anche il desiderio di volerne uscire fuori. Cosa significano quei pezzi di carta che scandiscono i passaggi più importanti della nostra vita (diplomi, lauree, documenti matrimoniali, testamenti)? A che cosa servono i soldi se il padre di Chris, nonostante tutti i suoi averi, era così povero da pensare che un’auto nuova potesse appagare la sete di vita del figlio? Cosa si è ridotta ad essere la vita di un uomo? Una manciata di decenni passati a lavorare per vivere, a rincorrere soldi e contarli, senza avere poi il tempo di spenderli felicemente, perché è proprio vendendo il proprio tempo che si sono ottenuti. Un susseguirsi di anni, sacrifici, rinunce, circondati da migliaia di oggetti inutili e completamente innecessari, che qualche allettante pubblicità ci ha facilmente convinti a comprare. Che cosa è la vita, se non ritrovarsi un giorno in una cassa da morto e accorgersi solo in quel momento che è finita, che è trascorsa seguendo una via che mai abbiamo scelto, la via che ti illude ma ti manda al macello. Questo è il capitalismo, questo è il consumismo che svuota gli uomini della propria essenza e li riempie di oggetti, argomenti e priorità inutili. Questa è quella bestia di società, dalla quale Chris ha voluto distaccarsi, dalla quale chi avverte ancora residui della propria vera natura vuole distaccarsi. Tuttavia la vita in Alaska non si presentava come facile, gli insetti avevano ricoperto la carne dell'alce che Chris con moltissima sofferenza aveva ucciso per nutrirsi, con un coltellaccio faceva un altro buco sulla sua cintura, e poi un altro. Un’altra notte ancora chiudeva il diario e poi gli occhi con lo stomaco aperto dalla fame. Un altro giorno stremato camminava, a fatica teneva lo sguardo dritto davanti a sé, quando gli occhi d’improvviso gli si riempirono del colore di succulente bacche, sulle quali si lanciò incautamente. La fame lo aveva annebbiato, ma è il nutrirsi che l'avrebbe poi ucciso. Morì infatti per un'intossicazione da bacche velenose, dopo giorni di agonia e sofferenza, nell' autobus che gli faceva da riparo. Sulla sua bocca il sorriso di chi può affermare di aver vissuto, e a fianco a lui il suo diario, il compagno e il testimone più importante, che ci ha permesso di conoscere la meravigliosa storia di quest’uomo. Una lettura fortemente consigliata, soprattutto per i giovani, perché possano scegliere in libertà il proprio cammino, secondo la voce che sentono dentro e non ricalcando pacchetti di vita già fatti e confezionati dai nostri strozzini. Un invito alla libertà, alla riflessione, all’evasione; un invito alla convivenza e all’amicizia con la natura, in vista di un futuro rinnovato, in cui le priorità sociali cambieranno radicalmente. Un invito a crearsi uno schema, e non a stare dentro quelli imposti da altri; un invito a differenziarsi, a costruirsi un’identità che non sia fatta solo di dati anagrafici. Christopher ce l’ha fatta, certo come tutti gli uomini non è potuto sfuggire alla morte e ha pagato tutti i suoi errori, ma come pochi sono riusciti a fare, è morto da uomo libero. Oggi un pensiero va a Christopher e alla sua impresa, che insegna a perseguire la propria meta compiendo un passo dopo l'altro, per quanto lontana essa si trovi. Ciao Chris. Immagini tratte da www.cultora.it
1 Commento
Gianpaolo Macchi
7/11/2021 14:02:26
Questa lettura, ci lascia sensibili alla libertà privata, degli ultimi
Rispondi
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Maggio 2023
Categorie |