Un thriller che non mente di Cristiana Ceccarelli Se tralasciamo la traduzione italiana del titolo che fa pensare al libro come a una puntata di Nicholas Sparks, superato il primo pregiudizio, troveremo, aprendolo, un thriller. E non uno di quelli semplici e ormai scontati che presagiscono il finale dalla prima pagina. Sì, perché Gone Girl, terzo romanzo (2012) della scrittrice americana Gillian Flynn, è un libro dal genere crimine e mistero che si è aggiudicato una posizione nella lista best Sellers del New York Times: e non a caso. Il suo modo di ritrarre le donne e la storia di questo matrimonio rancido che promuove tutto il resto, le sono valsi anche un'accusa di misoginia per la tematica esposta: la scrittrice ha dichiarato di essersi ispirata al suo matrimonio e di essere affascinata dall'horror sin da piccola. In un contesto contemporaneo che spesso viene dipinto da un'unica prospettiva, questa storia disturba, crea uno storm di emozioni che spinge il lettore ad addentrarsi nell’intricatissimo, nonostante lo smarrimento e il fastidio iniziale. Un buon thriller è infatti quello che propone qualcosa di spaventoso ma allo stesso tempo, tanto è scritto bene, fa mettere da parte la paura perché il desiderio di conoscere e capire è più forte. Questo thriller psicologico invece cerca di osservare gli eventi da un altro angolo per poi abbracciare la possibilità di un 360°, mostrando le due facce della medaglia, senza che una prevalga sull'altra. Tutti vengono osservati e lasciati agire, parlare e nessuno viene giudicato da chi racconta, se non dai personaggi interni stessi e da un lettore che a un certo punto non sa più cosa credere. Siamo in una comune e abbastanza grande cittadina americana, e una coppia vive un momento di crisi nonostante i tentativi di salvare le apparenze e il matrimonio. Non sembrano riuscirci, e qui un primo stereotipo che sarà poi ribaltato: lui che elude, lei che si chiude per poi sputare i rimuginii di giorni. Un giorno peròo, mentre il marito non è in casa, lei a casa non ci torna: sparita. I primi sospetti ricadono ovviamente sul compagno, che non mostra atteggiamenti da assassino ma nemmeno si comporta come convenzionalmente ci si aspetterebbe in una situazione del genere. Sembra quasi sollevato: da qui i primi dubbi sulla sua versione. A peggiorare la situazione, la relazione extra coniugale che deve ammettere e gli indizi e prove che piano piano sembrano incastrarlo come l’ultimo pezzo di un puzzle perfetto. Ma cosa è realmente successo? Il risvolto vi stupirà! Perché questo è veramente un thriller psicologico, dove l'azione è comandata da strategie comunicative e relazionali tra le due parti, che sfocia in un intreccio complicato e un esito sconvolgente. Con questo genere non è possibile dire di più perché, con la mia eccezione, solitamente le persone odiano le anticipazioni o spoiler. Ma è davvero un thriller da non perdere: scrittura precisa e incalzante, personaggi incerti e polivalenti solo perché percepiti così da chi legge con gli occhi dell'abitudine, sconvolgimento delle credenze e prassi comuni. Il romanzo è diventato anche un film nel 2014 con Ben Affleck (Nick, il marito) e Rosamund Pike (Amy la moglie). Da ribadire è che la piega proposta non vuole essere monito o il mettere in dubbio realtà che purtroppo esistono, ma il tentativo di dare voce a un’altra altrettanto purtroppo possibile sfaccettatura della realtà. Una realtà mostruosamente complessa e crudele, imprevedibile. Immagini tratte da Foto dell'autore
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Gennaio 2021
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