La prima avventura di Pentothal era stata in parte disegnata nel febbraio del 1977, ma le tumultuose giornate di marzo, con l’uccisione dello studente Pier Francesco Lorusso, militante di Lotta continua, avevano contribuito a inasprire il clima (di per sé già abbastanza pesante) che si respirava per le strade di Bologna, la quale sarebbe ben presto diventata teatro di guerra di uno scontro parimenti politico e generazionale. Erano gli anni delle rivolte studentesche, dei gas lacrimogeni, dei passamontagna, dei raid e delle vetrine infrante: “Ero convinto di disegnare uno sprazzo, sbagliando clamorosamente perché invece era un inizio!”, scriveva un giovanissimo Andrea Pazienza in un’improvvisata tavola conclusiva posta alla fine del primo episodio di Pentothal, pubblicato originariamente a puntate sulla rivista Alter alter, il supplemento di Linus che, ai tempi, rappresentava anche la più importante vetrina del fumetto italiano contemporaneo. Pazienza manifestava così la propria intenzione di protrarre il racconto, aggiornandolo alla luce degli eventi recenti, con particolare riguardo vero dell’atmosfera di sfiduciata violenza che si era venuta a instaurare: “Ne avessi sentito il sentore, avrei aspettato e disegnato questo bel marzo”.
Ne Le straordinarie avventure di Pentothal, la realtà irrompeva nel racconto, con un esperimento da considerare estremamente d’avanguardia, visto il decennio di pubblicazione. In Italia il fumetto popolare aveva (e continua ad avere) un lunga e prestigiosa tradizione, fatta di generi, eroi inossidabili e storie all’insegna dell’Avventura più sfrenata; ma negli anni Settanta il giornalismo grafico, le autobiografie illustrate, i romanzi a fumetti e, in generale, tutti quei volumi che hanno invaso le librerie di varia più o meno a partire dal fenomeno Zerocalcare , erano bel al di là dal venire. Per usare le parole di Luca Raffaelli: nel fumetto la realtà “latitava”.
Di contro, Pentothal (come i molti personaggi che Pazienza avrebbe creato nel corso degli anni), aveva molto del suo creatore. Di più: Pentothal, che non a caso ha lo stesso nome del siero usato da Diabolik per assumere l’identità delle proprie vittime, ERA Andrea Pazienza, il suo alter ego immaginifico. Ed ecco quindi le interminabili file della mensa universitaria, le disastrose sbornie post-concerto, un letto sfatto in cui svegliarsi, dormire, sognare e rollarsi una canna (non necessariamente in quest’ordine); ecco che già nelle prime pagine Andrea viene lasciato da Lucilla, la quale gli rinfaccia la sua pigrizia e la sua scarsa dignità.
Il linguaggio-fumetto diventava un gioco di specchi in cui Pazienza allo stesso tempo raccontava, si raccontava e dissimulava, giocando a confondere le carte in tavola, in un flusso di coscienza joyciano che, per stessa ammissione dell’autore, doveva molto al Moebius de Il garage ermetico. Ai passaggi prettamente pseudo-biografici se ne affiancavano infatti altri, di carattere onirico-lisergico che per stessa ammissione dell’autore si rifacevano, dal punto di vista grafico e narrativo, alle sperimentazioni dal maestro francese compiute anni prima sulla rivista Mètal Hurlant, con lo scopo di destrutturare le regola della classica narrazione sequenziale (i cosiddetti fumetti “a forma di elefante”, privi di vignette ordinatamente disposte e di trame lineari). Le straordinarie avventure di Pentothal era anche l’opera d’esordio di uno dei più importanti e geniali fumettisti che abbiano mai calcato la scena italiana, ricordato con affetto e ammirazione ancora oggi, a quasi 30 anni dalla prematura scomparsa, avvenuta nel 1988. Pentothal è un inno alla giovinezza e alla fantasia, ma anche al desiderio di affermarsi e di essere amati; sul viaggio come sogno, e il sogno come fuga dalla realtà. È il canto del cigno una generazione interna, destinata a scontrarsi contro l’onda grigia del riflusso, contro un futuro talmente stronzo da pretendere di avere la meglio su quanto c’è di bello nell’animo umano.
Per chi volesse approfondire la figura di Andrea Pazienza, consiglio la visione di questo bellissimo speciale di Rai5, oltre che di PAZ!, film del 2002 diretto da Renato De Maria con Claudio Santamaria nei panni di Pentothal:
http://www.rai5.rai.it/articoli-programma/andrea-pazienza-prima-parte/27326/default.aspx http://www.rai5.rai.it/articoli-programma/andrea-pazienza-seconda-parte/27325/default.aspx
Immagini tratte da:
Immagine 1: http://www.slumberland.it/public/gallerie/pentothal_prima_tavola.jpg Immagine 2: http://www.badcomics.it/wp/wp-content/uploads-badcomics/Le-straordinarie-avventure-di-Pentothal-Alter-Alter-n.4-1977.jpg Immagine 3: http://artemade.altervista.org/wp-content/uploads/2016/05/paz_penthotal.jpg Immagine 4: http://www.fumettologica.it/wp-content/uploads/2016/05/pazienzalorusso.jpg
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