Un thriller magistrale di Cristiana Ceccarelli In occasione dell’uscita, il 30 ottobre, del film L'uomo del labirinto, tratto dall'omonimo thriller di Donato Carrisi, che ha anche diretto la produzione cinematografica, voglio parlarvi proprio di questo libro. Per chi è amante del genere thriller, Carrisi è un must Have del panorama italiano, con milioni di copie vendute anche fuori dai confini italiani. I suoi libri sono sempre un successo ma con questo sembra essersi superato, spostandosi un po' dall’inverosimiglianza amplificata acquisita da altre sue storie. Anche qui non manca quell'aura indistinta da fiaba macabra, ma la storia è verosimile e ben tortuosamente definita: un labirinto appunto. Spazio e tempo sono come sempre indefiniti, non sappiamo esattamente dove ci troviamo ma sappiamo, sin dalle prime pagine, che qualcosa ha afferrato questa realtà e l'ha trasformata in un inquietudine sobria che aumenta con lo scorrere delle pagine, in un climax ascendente che cattura il lettore da subito. Tutto inizia con un caldo anomalo che costringe le persone a cambiare la propria routine: lavorare di notte e dormire di giorno; la vita sembra modificarsi. E come qualsiasi evento che si rispetti questo ribaltamento sputa fuori conseguenze aspettate e non: tra queste, una parte dell'uomo che alcuni non sono in grado di trattenere e che fa inorridire e Samantha Andretti. Samantha: la ragazza scomparsa 15 anni prima all’età di tredici e ritrovata la notte nel bosco con una gamba rotta in stato confusionale (nel film interpretata da Valentina Bellè). Una volta all'ospedale si scopre che la ormai giovane donna crede di essere stata rapita e rinchiusa per pochi mesi, e sarà un difficile compito dirle che deve moltiplicare quello che pensa per almeno sette. Qui entra in scena il dottor Green (Dustin Hoffman), profiler dall'approccio non usuale, che tenterà di scovare il mostro dalla sua tana cercandolo non fuori ma all'interno della testa della vittima. Perché è proprio lì che si nasconde: nel veder la vittima diventare quello per cui ha deciso di agire, nei dettagli, negli elementi e delle modalità di gestione di quei lunghi anni di prigionia. Ma come si è liberata Samantha? E soprattutto, da dove? Ecco allora che arriva anche un altro personaggio, l'investigatore privato Genko (Toni Servillo) che, malato terminale, prende in carica il caso, pensando che molto probabilmente sarà l'ultimo. Con lui, la sua storia personale e la possibilità di riscattare anche un’altra vicenda mai portata a termine, si legheranno con quella del rapimento e della figura misteriosa del coniglio, ovvero il rapitore. Questo libro è incastrato alla perfezione, caratterizzato da una tensione palpabile eretta e mantenuta con maestria. Abili i colpi di scena, che come deve essere, colpiscono il lettore all’improvviso, sconvolgendolo. Perché in questo thriller abbiamo veramente un profilo psicologico nuovo, diverso dal suggeritore, che mette in campo elementi e processi tanto nuovi quanto sconvolgenti. È un caso difficile da affrontare, complesso per l’orrore di cui l'essere umano è capace che si porta dietro. Una malvagità sconfinata, passati difficili che si intrecciano in un ritmo serrato e inquietante che soffoca quasi; come se anche noi, a un certo punto, ci trovassimo sotto terra, prigionieri di un labirintico piano macabro, sperando che qualcuno ci tiri fuori: l'ultima pagina.
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Maggio 2023
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