di Lorenzo Vanni La volgarità serve a mettere alla prova chi legge, serve a rendersi conto se quella persona si accorge che è tutto uno scherzo. Usare la volgarità serve a sottolineare quel che c’è di importante nel proprio discorso: Marco Malvadi è toscano e quindi lo usa con attenzione alla maniera di Federico Maria Sardelli e Giorgio Marchetti, i suoi maestri. Malvaldi è infatti interessato alla mescolanza tra registro aulico e volgare.
I romanzi del barlume girano tutti intorno a un bar, una barista, un banconista, e alcuni vecchietti. Ovviamente quando arriva il covid, non è possibile ignorarlo dato che i bar sono stati tra le attività commerciali più colpite. Sul covid si può scherzare, ma va fatto nel modo giusto: uno scrittore, pur essendo limitato nei movimenti durante il lockdown, non smette mai di lavorare e, almeno per quanto riguarda l’aspetto lavorativo, non cambia quasi niente. Chi ha un bar ha invece la necessità di stare aperto per lavorare e quindi continuare a guadagnare. La cosa veramente importante in un romanzo come quello di Malvaldi è la capacità di far ridere, ed è un meccanismo che funziona solo quando si sa che la situazione presentata nel romanzo non potrebbe mai verificarsi nella realtà e questo suscita il riso. Accade nei film della commedia all’italiana e il modello principale per Malvaldi è Amici Miei. I bar non sono un luogo ignorabile: sono un luogo democratico in un certo senso perché chi arriva per primo viene servito per primo. L’Italia è il paese noto per il cibo e l’intrattenimento, ma dobbiamo tenere presente che dietro tutta questa qualità c’è un retroterra di cultura alimentata nel tempo. Di questo ci siamo resi conto ancora di più durante questo periodo. Può accadere ovviamente che uno scrittore dica sciocchezze, la cosa importante è che le critiche che vengono rivolte siano fondate. Se si riesce solo a indignarsi per l’argomento trattato dallo scrittore, spesso è perché per primi si è poco oggettivi sull’argomento. Per scrivere un giallo si deve partire dalla fine. Uno strumento che Malvaldi usa è il cubo di rubik: deve essere scomposto riprendendolo con una telecamera per poi ricomporlo al contrario. Si deve sapere fin dall’inizio chi è l’assassino e ne deve essere ricostruita l’identità andando a ritroso. In chimica questo corrisponde al secondo principio della termodinamica: con il passare del tempo aumenta l’entropia di un oggetto, cioè aumenta la capacità delle singole componenti di un oggetto di unirsi e formare un legame stabile. Un altro strumento a cui fare ricorso è quello dell’analogia, il “come se”: tutti questi strumenti non si devono vedere, il testo deve essere fluido, anche se alle spalle c’è un lavoro di scrittura e revisione teoricamente infinito. Fonte immagine: Amazon.it
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Febbraio 2023
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