22/9/2018 Nebbia sul ponte di Tolbiac: quando l'ambientazione è parte integrante della tramaRead Nowdi Lorenzo Vannucci “Faceva fresco, ma non c’era assolutamente nebbia. Almeno non quella mattina. Un sole giallo lambiva le acacie spoglie di rue de Tolbiac. […] Era un arrondissement, un quartiere simile agli altri, con i suoi negozi di commercianti, i bistrot e la venditrice di giornali” Parigi, anni '50. Un'improvvisa richiesta di aiuto dall'ospedale della Salpêtriere scuote la vita disincantata di Nestor Bourma. Cosa voleva dirgli? Perché un ex anarchico aveva provato a mettersi in contatto con lui dopo così tanto tempo? E cosa è successo esattamente in quelle ore che separano la chiamata dalla morte del vecchio amico? Interrogativi che scuotono la vita di Bourma, uomo risoluto e tutto d'un pezzo, pronto a calarsi nei meandri di Parigi. Léo Malet, attraverso l'uso dell'argot della malavita parigina e di un ambiente noir, mostra una Parigi grigia, avvolta dalla nebbia: «c’è sempre qualcosa di marcio nel suo clima. Non dappertutto, ma in certe strade, in certi posti, si respira un’aria sudicia». Una Parigi, quella periferica, povera e pericolosa, fatta di vicoli, stradine, anfratti che, simili a un labirinto, finiscono per imprigionare le persone. Lo stesso Bourma, camminando per Rue Watt, si sente soffocato, schiacciato, incapace di muoversi, nonostante la sua apparente sicurezza, nell'universo parigino. Un'ambientazione, quella parigina, che fa da cornice al grigiore della vita degli abitanti di periferia, poveri, e costretti ad esserlo per il resto della loro vita a causa delle assurde leggi che impediscono la scalata sociale. Una società gerarchica, con i suoi codici e le sue regole, scossa sin dall'incipit da un'inquietante atmosfera: «Parigi di notte. Un uomo si aggira sul ponte di Tolbiac. Nel suo sguardo, la follia». La Parigi di Malet è cupa, tetra, come se l'umore dei protagonisti facesse da sfondo all'ambiente che li circonda, alle angosce e alle paure di quel periodo. Una visione, quella della Parigi di metà secolo, resa in maniera così drammatica grazie all'influenza di Jean Paul Sartre e Albert Camus, scrittori appartenenti al filone dell'esistenzialismo, e della guerra ancora impressa nella mente di Malet. Immobilità, caos, uomini come burattini, vittime di demiurghi che controllano la vita delle persone; questo il mondo in cui si muove Bourma, che dovrà fare i conti con una città in costante mutamento, in cui la sete di potere e l'avidità hanno preso il posto degli ideali di uguaglianza e libertà da lui auspicati nella gioventù.
Immagini tratte da: www.thrillernord.it http://www.bur.eu/libri/nebbia-sul-ponte-di-tolbiac-delitto-al-luna-park/
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