di Cristiana Ceccarelli Persone normali è il secondo romanzo della giovane scrittrice irlandese Sally Rooney, accolta dalla critica come una delle voci guida della nostra generazione sin dall’esordio con Parlarne tra amici. “Il suo primo romanzo è stato universalmente e meritatamente acclamato. Era difficile credere che potesse mai scrivere qualcosa di meglio. Invece è successo”, scrive il The Guardian e infatti il romanzo è stato inserito nella lista per il Booker Prize del 2018. La storia ruota intorno a Marianne e Connell, le cui vite si intrecciano nell’anno di passaggio tra l’ultimo anno delle superiori a Carricklea e gli anni universitari al Trinity College a Dublino. A scuola Connell è alquanto popolare, ben voluto, con tanti amici, mentre Marianne è sola e lontana da qualsiasi probabilità di interazione con gli altri, ad eccezione appunto di Connell, al quale si avvicina quando lui viene a riprendere la madre Lorraine che lavora come signora della pulizie per sua madre. I due appartengono a mondi economico-sociali molto distanti. A primo impatto, la storia può risuonare alla mente del lettore come la classica novella adolescenziale banalmente costruita sull’intento di innovarla; di banale c’è solo questo primo pregiudizio. Il libro è magistralmente improntato su una semplicità sopraffina che sconvolge per la schiettezza della realtà che propone e la capacità di spiegare le relazioni in tutta la loro ferocia o grazia. La potenza del segreto della relazione, che inizialmente rivela l’immaturità della vergogna, rimane a volte tale nonostante l’evoluzione dei personaggi e del tempo, a riflettere un senso di protezione e privacy che sembra ormai sparito nella contemporaneità, di godimento puro fine a se stesso, un piacere dalla vetrina oscurata e la luce interna accesa. L’autenticità dei personaggio è estrema: sono corrotti, egoisti, narcisisti, paranoici, attenti a tutte le gestuali e colloquiali convenzionalità, attenti a rispettare il loro ruolo o a cercarne uno se ancora non lo hanno trovato, e la loro essenza è tutto fuorché irrealistica perché è esattamente così che noi uomini ci muoviamo nel mondo. Il lettore non può fare altro che immedesimarsi nei personaggi e adottare una lettura compulsiva e concitata, causata dalla febbrile stanchezza della vita, che trova respiro solo nell’incontro tra Connell e Marianne: proprio come succede a loro. Le critiche al libro convergono sulla mancanza di una descrizione dell’ambiente circostante, sfondo e possibile attore dell’intreccio, ma credo che questa “mancanza” sia dovuta alla concentrazione sulla figura umana e alle sue relazioni e contraddizioni, nonché al desiderio di far emergere la frenesia odierna e la funzione intermediaria dei dispositivi che ci coprono gli occhi; in poche parole non vediamo più, fingiamo di farlo solo per far capire agli altri che esistiamo e ci spostiamo, ma non ci soffermiamo davvero su ciò che ci circonda, o se proviamo a farlo il tumulto interiore non ci rende capaci di una piena presa di coscienza del solo esterno; tutto è sfocato in realtà. Il libro infatti è interamente concentrato sull’interiorità dei personaggi, e sul modo che questi hanno di farla o non farla riverberare fuori; in passaggi di acuta malinconia, sofferenza, desiderio di cambiamento, vuoto e speranza di trovare un senso alla vita. E’ quasi più la parte nata dal loro incontro a raccontare la storia, quasi come se a parlare fosse l’unione dei due più che un narratore onnisciente. La voce non giudica le loro scelte, le loro divisioni, i loro numerosi rincontri, mai troppo distanti davvero; si limita a registrare gli eventi su un doppio livello, persistente: quello della profondità di ogni attimo celata dal salvataggio delle apparenze, sempre. Non è forse così oggi? Esternare solo ciò che potrebbe piacere agli altri, sentendosi pieni della ricerca di attenzioni, da questo lavoro instancabile di piacere, per poi ritrovarsi vuoti dentro, svuotati degli attimi intensi, veri, propri. I dialoghi tra i due, per l’assenza di virgolette o caporali a notificarli, si confondono con la narrazione, la descrizione e la riflessione personale, si amalgano i pensieri alle parole, così tanto che serve concentrazione per capire cosa è stato detto o semplicemente pensato; forse sempre per sottolineare quanto oggi, nonostante la totale presenza di innumerevoli forme comunicative, non si riesca a far combaciare i due aspetti, non diciamo davvero quello che pensiamo o pensiamo a quello che dovremmo dire. In tutto questo frastuono del socialmente accettabile, socialmente importante, socialmente approvato, i due ragazzi trovano rifugio nell’altro, non senza errori, in un gioco di potere e persuasione reciproca che l’amore blocca dall’approfittarsi e dalla cattiveria. Si salvano, insieme. Si salvano anche quando lontani, si salvano per la scoperta di avere qualcuno in grado di accettare, capire, provare, qualcuno da cui poter tornare, anche solo con il ricordo, e che ha mostrato quanto la vita in fondo non sia altro che un gioco di bilancio tra sofferenza e brevi attimi di felicità vera; e la loro felicità sembra essere nella compagnia e nella scoperta dell’altro, una felicità riposante, leggera e spontanea. Sono diversi Connell e Marianne; lui che riesce e prova ad incastrarsi nel mondo, lei che del mondo sembra fregarsene solo perché convinta di non poter provare più niente. Sono diversi ma uguali nel trovare vero conforto solo nella loro relazione così priva di convenzionalità progettata; non sono mica mai stati fidanzati. Eppure sanno che non potranno sfuggire a quello che provano, nemmeno con altre esperienze, altri “amori”, i conflitti; sanno che ogni volta che si vedranno l’attrazione sarà irresistibile, innata, inspiegabile, qualcosa che davvero non si può cancellare. E questo amore rimane anche quando la relazione cambia, quando la vita separa; perché niente di futuro, passato potrà essere paragonabile all’intensità provata in un presente che per quanto amiamo non può essere fermato. Un amore straordinario per cui essere insieme è come stare da soli, senza che questo tolga niente al beneficio della condivisione e supporto reciproco. Immagini tratte da foto dell'autore
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Febbraio 2023
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