La Versilia, la voglia di vivere e di sognare che si scontra con le proprie fragilità e naturalmente il mare: tutto questo è Fabio Genovesi.
“Sotto i piedi non ho nulla, eppure non vado a fondo. La testa rimane fuori dall’acqua, il corpo combatte, galleggio, e alla fine eccomi qui a guardare la vita che mi resta aggrappata addosso, tutta bagnata e agitata e più viva che mai.
Il babbo ha finito la sigaretta, ha allungato una mano, ha sorriso e mi ha tirato su a strappo. - Ora sai nuotare, contento?”
Come si impara a nuotare? Semplice per il padre di Fabio, il protagonista di Il mare dove non si tocca. Un tuffo lì dove il mare è più scuro e, dopo la paura iniziale, un po’ di acqua che si finisce per bere, si capisce che non serve a niente agitarsi e che restare a galla è più facile di quello che crediamo. Proprio come vivere, che fra mille affanni, incertezze e presunte incapacità, alla fine non è così complicato: perché la vita a volte è come un’onda che ci investe. Questa filosofia la ritroviamo un po’ in ogni suo libro, ma in attesa di ascoltarlo venerdì 13 ottobre e magari di chiedergli se non è proprio un caso che il protagonista del suo ultimo romanzo si chiami proprio come lui, proviamo a riassumere chi è Fabio Genovesi.
Classe 1974, Genovesi è un versiliano doc, ma non tanto perché è nato a Forte dei Marmi, quanto perché la sua terra entra prepotentemente in ogni suo libro. Non è uno sfondo, è un po’ come una protagonista; sì perché certi personaggi sarebbero proprio impensabili in un altro luogo. L’attaccamento a questa striscia di Toscana è quindi un elemento ricorrente, a partire da Chi manda le onde, passando per Morte dei Marmi fino ad arrivare a questo suo ultimo libro. Ma se vogliamo essere ancora più precisi il vero fulcro è il mare.
“Non lo vedo ancora, ci sono le cabine di legno in fila che lo coprono, ma sento l’odore della sabbia e il sale nel naso, il fruscio che fa l’acqua quando si spalma sulla riva e quello un po’ diverso di quando ci struscia sopra mentre torna indietro.”
Il mare può lasciare regali inaspettati sul bagnasciuga, ma può anche portare via tutto ciò che hai di più bello, può investire con le sue onde, può far paura, ma sembra impossibile per i personaggi di Genovesi sfuggire al suo richiamo. Anche in Esche vive, primo romanzo dello scrittore, sebbene ambientato in un immaginario paese della provincia pisana, Muglione, ritroviamo questa “liquidità” della vita:
E mi sa che la vita è proprio questa cosa qua, un fiume di roba che ti arriva addosso tutta insieme, un po’ la prendi e un po’ la perdi e un po’ nemmeno ti accorgi che è passata, e magari era proprio quella lì che faceva al caso tuo. Ma non lo puoi sapere e nemmeno starci troppo a pensare, perché stai ancora in mezzo al fiume e la roba arriva e passa e va.
Come già detto, spesso nella scrittura di Genovesi l’acqua, il mare diventano metafora della vita: una vita che è lì e ti aspetta, ti accoglie, ti investe implacabile, a volte fa male ma che nonostante tutto non si può non amare. Proprio come dice Luna di Chi manda le onde: “A me mi fa male, vabbè, ma che c’entra? Quegli sfortunati che non possono mangiare i dolci, loro stanno lì e soffrono in silenzio, mica si mettono a dire che la cioccolata fa schifo. Sennò sarebbero sfortunati e scemi”. Questa è la scrittura di Fabio Genovesi, una scrittura leggera, che alterna momenti tristi a una risata piena e sincera; in mezzo a storie quotidiane inserisce frasi che, nella presunta banalità del loro messaggio, lasciano il lettore a bocca aperta per la loro schiettezza e tenerezza.
Frasi che non potrebbero essere che cucite addosso ai personaggi che crea: sì perché sono loro il vero fil rouge dei libri di Genovesi. Lo scrittore si pone spesso dalla parte dei bambini, riuscendo a dare voce all’ingenuità e alle domande dell’infanzia; allo stesso tempo c’è sempre qualche adulto che si è perso, diviso tra il “vorrei” e il “non posso”. Fiorenzo, Mirko, Luna, Zot, Sandro, Fabio sono tutti un po’ “strani”: a livello superficiale o profondo poco importa, perché questo li contraddistingue. Se all’inizio si sentono solo “diversi”, nel finale quasi sempre capiscono che questo non è per forza un male e che a separarli da quella vita che sognano e che vogliono così fortemente spesso sono solo le loro paure e incertezze.
Poi però il tempo passa e ti rendi conto che la vita non ti stava davanti, la vita era proprio quella lì, precisamente quei giorni, quelle notti, la sentivi a un passo e invece ce l’avevi addosso.
Questi sono gli ingredienti di Fabio Genovesi; se vi hanno incuriosito lo scrittore sarà ospite della libreria Fogola di Pisa, venerdì 13 ottobre alle 18:00, presso il chiostro della Chiesa del Carmine.
Foto tratte da: https://www.librimondadori.it/libri/il-mare-dove-non-si-tocca-fabio-genovesi/ I disegni inseriti in questo articolo sono stati espressamente realizzati da Elisa Grilli, per visionare altre sue opere visitate: https://elisagrillidc.wixsite.com/drawing2dream oppure https://www.facebook.com/elisagrillidicortona/ Potrebbe interessarti anche:
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Febbraio 2023
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