"Un secreto vale lo que aquellos de quienes tienen que guardarlo." “Un segreto vale tanto quanto quelli a cui lo devi tenere nascosto” di Cristiana Ceccarelli E’ questa la frase che mi è sempre rimasta in testa del libro L’ombra del vento, dello scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón, che è purtroppo scomparso ieri per un tumore all’età di 55 anni. Questo articolo non si concentrerà su quanto l’Ombra del vento, il suo non solo romanzo di esordio ma anche il libro che lo ha sancito come lo scrittore spagnolo più letto al mondo dopo Cervantes, sia meritevole di lettura, perché indubbiamente lo è, ma cosa i suoi libri hanno rappresentato per me; come una sorta di omaggio.
L’Ombra del vento raggiunge l’Italia nel 2004. Io avevo 9 anni, quindi l’ho scoperto più tardi, per merito di mia zia che ringrazio infinitamente: da adolescente apro il libro, ignara di quale potesse essere la fama che già aveva raggiunto, senza aspettative se non quella di essere estraniata come solo i grandi libri sanno fare. Leggo le prime pagine e mi ritrovo con la famiglia Sempere a Barcellona, il padre libraio e il figlio Daniel orfano di madre. Per il suo compleanno suo padre decide di portarlo in un Cimitero, ma non uno qualunque: è il Cimitero dei libri dimenticati, dove Daniel sceglierà, o meglio sarà scelto, dal libro che gli cambierà la vita. Il libro è l'ultima copia rimasta dell' Ombra del vento di Julian Carax, uno scrittore che vive nell'ombra e che farà di tutto per recuperare e distruggere il libro che ormai appartiene a Daniel. Inizia così il libro, che è un omaggio ai libri e a quello che solo loro riescono a farci e a darci, che li considera come tesorieri delle anime di chi chi li ha scritti e letti: sono i libri a scegliere noi, dopo tutto. E allora questo romanzo ci trasporta in un mondo storico dalle sfumature gotiche che intreccia le storie personali dei personaggi, (e che personaggi!!), con nuove storie d'amore e l'intreccio principale, che porta Daniel a conoscere la città e la vita in modo nuovo. La trama è già stata accennata, non svelerò di più: questo libro come tutti gli altri di Zafón devono essere scoperti pagina dopo pagina, per poi non dimenticarli mai. Atmosfere tetre e dolci incespicano l'un l'altra con una dialettica semplice e precisa che rende veloce quanto intensa l'esperienza di lettura. A volte è meglio non spiegare cosa si è provato, è molto meglio provarlo. E io, da adolescente e poi per gli anni che sono seguiti, ho scelto di provare e riprovare i libri di Zafón, senza mai sentire altro che me stessa presente nei libri: estraniata in quei mondi che lui aveva deciso di farmi sperimentare. Vi lascio la scaletta partendo dalla quadrilogia:
In questi libri tutti i personaggi sono indispensabili, unici nella forma che gli è stata attribuita: magici; perché la magia è una componente fondamentale di questi romanzi, non solo per l'aura a volte soprannaturale dei caratteri e delle situazioni, ma per la forza dell'atmosfera che riesce a creare. Gli altri libri invece sono storie separate che trovano vita e fine nel libro:
Ripeto: magia, magia pura. Suspense, spazi macabri e talvolta dismessi che accolgono relazioni inedite e storie quasi impossibili che ti ritrovi a vivere senza pensare, senza chiederti se crederci o meno: ci sono e vuoi viverle, le stai vivendo. Leggete Zafón, leggetelo e continuate a farlo vivere nei vostri pomeriggi e nottate, sotto le coperte con la abat-jour accesa, senza riuscire a dire "questa è l'ultima pagina". Leggetelo e fate si che il suo elogio ai libri continui ad esistere per lo stesso motivo per cui noi li amiamo: perché ci cambiano e ci rendono molteplici, con un io che si ritrova diverso e se stesso sempre, con un libro in mano e la voglia di arrivare alla fine con la speranza che non finisca mai. Immagini tratte da Huffingtonpost.it
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Maggio 2023
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