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20/1/2018

Un delitto a Bocca d’Arno per il commissario Palmas

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di Eva Dei 
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​Niente vacanze per il commissario Palmas è uno dei titoli di punta nella collana gialli di Istos Edizioni. Ornella Spada e Silvia Rigutini hanno confezionato un giallo in stile classico: il ritrovamento di un cadavere, un commissario a capo dell’indagine, una serie di sospetti e di lati nascosti nella vita della vittima, la scoperta del colpevole e lo scioglimento della vicenda. Se questi sono gli elementi di base su cui si costruisce un classico giallo inglese, alla Agatha Christie per intenderci, cosa c’è di nuovo e particolare nelle vicende di Lorenzo Palmas?
Prima di tutto, sebbene il cognome del nostro protagonista non possa non farci venire in mente la Sardegna, la vicenda si svolge interamente nella zona di Pisa. Per chiunque conosca un minimo la città della Torre, leggendo questo libro vi sembrerà di accompagnare letteralmente Palmas per le strade pisane: dal Ponte di Mezzo fino a Piazza S. Caterina, per un caffè al bar Salvini alle Piagge fino all’alberato viale D’Annunzio che vi condurrà fino a Marina di Pisa. La città è presente lungo tutta la narrazione, non solo sfondo, ma quasi attore nella vicenda. Proprio a Marina, lì dove il fiume si immette nel mare, a Bocca D’Arno, viene ritrovato un corpo senza vita. “Impigliato, come un pesce nella rete di un pescatore”, così in mezzo a muggini e altri pesci, il cadavere di una donna compare una mattina d’estate a sconvolgere la tranquillità della cittadina di mare. Palmas sarà costretto a rinviare le sue ferie estive e a rivolgere tutta la sua attenzione a questo caso: a chi appartiene il corpo? Come è morta? Ma soprattutto: chi l’ha uccisa?
Questo l’inizio del libro; non vogliamo svelarvi molto altro per non farvi perdere il gusto della lettura, ma sicuramente possiamo dirvi che un altro elemento che collabora a tenere sempre viva la lettura è l’aspetto polifonico del testo. I 48 capitoli non ci riportano solo i pensieri e le parole di Palmas, ma si salta da un punto di vista all’altro, dai colleghi del commissario agli altri numerosi protagonisti della vicenda, come se le autrici ci dessero via via un pezzo di un puzzle da completare. E proprio a loro, Silvia Rigutini e Ornella Spada, abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande:
 
So che siete entrambe insegnanti. Da dove nasce l'idea di scrivere un libro a quattro mani? Quali sfide e difficoltà avete incontrato durante la stesura?
Tutte e due abbiamo avuto sempre una passione per la scrittura ed essendo amiche da molto tempo spesso ci siamo scambiate i nostri lavori, fino al giorno in cui Ornella mi ha fatto leggere alcuni appunti relativi all'dea di ambientare un racconto a bocca d'Arno.  Io mi sono appassionata e così ho cominciato ad immaginare la storia ed è stato naturale proseguire insieme. Durante una vacanza, avendo parecchio tempo libero a disposizione, abbiamo messo a punto la trama e i personaggi principali, poi è stato facile andare avanti, arricchendo con spunti personali le vicende. Non è stato difficile, anzi si può dire che ci siamo proprio divertite a intrecciare le storie: naturalmente ognuna ha avuto i "suoi” personaggi. Nel complesso non abbiamo avuto difficoltà a procedere a quattro mani e amalgamare il tutto.
 
Avete scelto il giallo. Come mai proprio questo genere? Avete avuto dei punti riferimento ai quali vi siete ispirate? Io leggendo il titolo del libro ho pensato immediatamente a Colin Dexter, ma non so se mi sbaglio...
Fra i vari generi letterari, ultimamente ci siamo appassionate al giallo e spesso ci ritroviamo a confrontarci sui nostri autori preferiti che sono dopo Simenon, soprattutto Vichi e De Giovanni, due autori ai quali ci sentiamo molto vicine, di cui apprezziamo moltissimo la scrittura e la caratterizzazione dei personaggi. Di conseguenza la nostra è stata una scelta naturale, anzi quasi obbligata soprattutto se pensiamo che tutto comincia a Bocca d’Arno (un luogo secondo noi molto suggestivo per ambientare vicende di vario tipo, tra cui crimini inquietanti che purtroppo sono avvenuti non solo nella fantasia). E poi volevamo ricordare una Bocca d’Arno come è stata fino a qualche anno fa, con la stessa emozione che ha fatto scrivere a D'annunzio i versi che abbiamo citato in apertura del romanzo. Quel che ci interessava maggiormente non era tanto scrivere un giallo basato sulla suspense, ma un romanzo in cui si muovono dei personaggi le cui storie sono tenute insieme da un’inchiesta.
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Una delle caratteristiche che ho più apprezzato, essendo anche io ormai pisana d'adozione, è la ricostruzione dell'ambientazione cittadina. Leggendo il libro mi sembrava di accompagnare Palmas per le strade della città. Scegliere Pisa e renderla protagonista del vostro libro è stata una scelta naturale?
Entrambe abitiamo a Pisa da molti anni precisamente dagli anni ‘70. Si può dire che la conosciamo bene e ne abbiamo seguito le vicende sia in veste di studentesse che di insegnanti e di donne, per questo è stato facile ritrarne i luoghi e le caratteristiche. Inoltre essendo originarie una di Roma e l’altra della Sardegna dovevamo trovare un luogo che ci accomunasse…E Pisa in qualche modo con le sue molteplici sfaccettature fa un po’ da collante, contribuendo a rendere i personaggi del romanzo verosimili e ben radicati nella realtà della città, o almeno questo era l’intento.
 
Quale è stata la risposta che avete avuto da parte dei vostri lettori? Oggi il genere giallo è molto apprezzato e letto, ma sempre più spesso i lettori sono attenti e critici verso la verosimiglianza dei fatti e la correttezza giudiziaria delle azioni dei commissari o poliziotti protagonisti dei romanzi.
In realtà quel che maggiormente ci interessava non era tanto scrivere un giallo basato esclusivamente sulla suspense o sull’aspetto giudiziario, ma un romanzo in cui le storie dei personaggi avessero una vita autonoma al di là dell’inchiesta. A questo proposito riportiamo le parole di un nostro lettore: "Più di un giallo, una storia di grandissima vivacità… Emozioni, pensieri, curiosità, dubbi, familiarità e sorpresa allo stesso tempo".
Sono in tanti a dirci che il nostro romanzo è gradevole che si legge tutto d’un fiato, anche se non si vorrebbe vederne mai la fine; un altro aspetto che è stato molto apprezzato è la caratterizzazione dei personaggi in cui è facile identificarsi, l’intreccio e anche la delicatezza con cui sono trattati alcuni temi.
 
A questo proposito devo ammettere di avere anche io un dubbio; mi riferisco alla "difficoltà di comunicazione" tra Pisa e la Grecia. Secondo voi è così credibile, al giorno d'oggi, dove siamo tutti interconnessi, che Irene e Lucia riescano a restare per tutta la vacanza completamente scollegate con gli eventi che accadono a Pisa?
Intanto chiariamo subito che il romanzo in realtà è ambientato intorno al 2003/2004 e come ben sai in quegli anni le comunicazioni con l’estero non erano poi così scontate. Per esperienza personale, quando siamo state in vacanza a Creta (come le amiche Irene e Lucia nel romanzo), proprio in quegli anni, spesso abbiamo avuto delle difficoltà a ricaricare il telefonino, ad avere campo e quindi a comunicare con parenti e amici, abbastanza preoccupati del nostro silenzio! Come vedi… 
 
Il libro si conclude con la soluzione del delitto a Bocca D'Arno. Sentiremo ancora parlare del commissario Palmas?
Ovviamente! Palmas ci ha preso per mano e dopo una breve vacanza in Sardegna ci ha condotto in un grigio e uggioso novembre nei dintorni di Pisa... E noi ci siamo fatte trascinare, affascinate, dove vuole lui! Cosicché stiamo scrivendo il seguito, o meglio un’altra avventura che vede il commissario Palmas e la sua squadra impegnati a risolvere un nuovo caso.
 
Foto tratte da:
http://www.istosedizioni.com/?product=niente-vacanze-per-il-commissario-palmas
I disegni inseriti in questo articolo sono stati espressamente realizzati da Elisa Grilli, per visionare altre sue opere visitate: https://elisagrillidc.wixsite.com/drawing2dream oppure
https://www.facebook.com/elisagrillidicortona/
 
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