Un romanzo di Joёl Dicker di Cristiana Ceccarelli La verità sul caso di Harry Quebert è un giallo di Joёl Dicker, pubblicato per la prima volta nel 2012, con il quale lo scrittore ha vinto il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Goncourt des lycéens. Copertina del libro La verità sul caso Harry Quebert E’ un romanzo ricco di intrecci che fa del giallo il pretesto per incastonare verità e riflessioni su stereotipi e modelli contemporanei. La storia stessa però, si presenta come complessa pur nella semplicità dell’ambientazione e il numero contenuto dei personaggi coinvolti. Proprio queste caratteristiche rendono il romanzo coinvolgente, perché il lettore ha la possibilità con Marcus Goldman, il protagonista del romanzo, di seguire e recuperare dettagliate analisi e ricerche sui personaggi. E’ il 2008 e il giovane Marcus, dopo la pubblicazione del primo libro, con il quale ha riscosso un grande successo, si incaglia nel famigerato blocco dello scrittore. Decide per questo di accettare la proposta del suo ex professore, nonché amico, Harry Quebert di passare un po’ di tempo nella sua casa ad Aurora, cittadina tranquilla del New Hampshire, affacciata sull’oceano. Un cadavere però viene ritrovato nel giardino della casa di Harry, Goose Gove. Il cadavere è di Nola Kellegan, scomparsa nel 1975, del cui omicidio verrà accusato proprio Quebert, lo scrittore più rinomato di America per il libro Le origini del male, già sospettato al tempo della scomparsa. A fugare ogni dubbio sulla sua colpevolezza, la copia originale del suo romanzo che viene estratta insieme ai resti. Marcus però crede nell’innocenza dell’amico e per questo inizia a indagare, un’indagine che porterà a scavi dolorosi quanto sorprendenti, al suo secondo libro; nella speranza di poter utilizzare lo stesso insegnamento del professore per aiutarlo a risollevarsi: l’arte del saper cadere. Tipologie di relazioni nuove e spesso codardamente non sperimentate in precedenza si presentano nell’intreccio con tutta la carica emotiva dei loro rituali e della loro unicità, a volte anche opprimente, cieca, che esclude il resto. Nella narrazione interna, in prima persona, risiede uno dei punti di forza: Marcus Goldman si fa conoscere a fondo, e con lui ci permette di perlustrare le coscienze e le prospettive degli altri, le loro debolezze, i loro passi falsi, ma anche le loro virtù legate spesso a sogni infranti da prigionie astratte; ovviamente con i tempi da lui studiati affinché l’effetto sorpresa sia sempre in agguato, rendendo il ricredersi e il ristabilire opinioni il leitmotiv del romanzo. Il romanzo ci lancia il guanto di sfida, ci interroga: Qual è il nostro rapporto con l’errore, il fallimento? Come siamo in grado di gestire le sconfitte? Abbiamo il coraggio di affrontarle, cedere alle situazioni che le comportano? Perché ne abbiamo così paura? Cosa siamo disposti a fare pur di non fallire? Buona parte del tempo di lettura è impiegato dal lettore per metabolizzare la relazione che viene alla luce insieme al cadavere della ragazza scomparsa 33 anni prima; una relazione che porterebbe il lettore a desistere nel proseguire la scoperta del racconto se non ne fosse già stato catturato irrimediabilmente. E’ una relazione che può dare fastidio, per ciò che ci è stato insegnato e mostrato come giusto o sbagliato, e che non smette di ripresentarsi fastidiosa fino a quando la necessità di proseguire non riprende il sopravvento. Ma qui si presenta il vero giallo: come può una relazione primeggiare nella scala delle forti reazioni su un omicidio? E’ una provocazione, è una prova. Quanto gli stereotipi e le credenze possono essere sfidate? Supportate, sopportate? Quanto sono radicate in noi? Quanto la curiosità individuale vince sulle credenze collettive? Cosa è giusto o sbagliato? Esiste la verità? Quante ne esistono? Quesiti come questi si legano alla vicenda, riportata nel dettaglio delle indagini miste a riflessioni personali, rette parallele destinate ad incontrarsi nel labile confine tra oggettivo e oggettivo, tra razionalità e sentimento. Il romanzo è un incessante suspence che mitiga l’attesa con maestria di descrizione e attenzione al dettaglio interno, un’attesa che non tedia ma che contribuisce a creare tempo per la costruzione di trame dai nuovi significati, tutti da ricercare e scoprire; prima che venga svelato l’ennesimo tassello che innesca nuovamente il circolo narrativo. E’ un romanzo letteralmente travolgente che fa’ percepire le 700 pagine come collassate in un insieme consumato velocemente, tanto incita la foga della lettura. Scorrevole, coinvolgente, deviante, conciliante, trasporta il lettore nella cittadina, lo rende partecipe dell’analisi dei personaggi e delle scoperte, svelate pian piano, non senza false piste, cambiamenti nel punto di vista. Perché i colpi di scena sono proprio questi cambiamenti, queste diverse prospettive concesse nel turno della parola, del segreto. E’ un giallo che si muove tra i fili delle psicologie umane, che evita dettagli o scene macabre e rende il senso dell’orrore non con la morte ma con lo scandalo di ciò che è avvenuto prima: non banale. Un’altra caratteristica distintiva è l’apertura di ogni capitolo, che si presenta come un dialogo o una riflessione del professore per l’allievo, quasi come fossero, consigli da seguire; che a ben leggere possono essere percepiti come anticipazioni nascoste dietro la lezione del maestro, quasi fosse lo schema che lo scrittore ha seguito per costruire il romanzo, condividendolo con il lettore: al colpo finale corrisponde il colpo di scena, al saper cadere la caduta; o come se lo scrittore stesso presentasse le sue stesse speranze, comunicando implicitamente gli effetti che ha desiderato trasmettere con le sue parole. 767 Apertura dell’epilogo Questi incipit ricorrenti sembrano dolcemente insicuri, quasi come se lo scrittore avesse avuto paura che le frasi non bastassero da sole nel loro intento, non senza una previa preparazione e influenza del lettore.
Immagini tratte da: Foto autore
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Maggio 2023
Categorie |