È stato il mio regalo di Natale da parte di mio suocero, uomo colto e appassionato lettore.
Sinceramente non sono mai riuscito a capire come faccia a scegliere libri che mi appassionano ingoiandomi in un sol boccone, ma questa volta è persino riuscito ad andare oltre, donandomi "L'uomo del labirinto", ultima fatica dello scrittore Donato Carrisi. È difficile recensirlo, perché è un unicum in positivo. Lo stile letterario è semplice e raffinato, non inutilmente altisonante, eppure ricco di particolari descrittivi. L'autore dimostra un'assoluta padronanza della materia, descrivendo in più occasioni singole situazioni attinenti alle realtà oggettive trattate con perizia e attenzione ai dettagli. Ne è un esempio lampante la scena in cui, durante un appostamento del protagonista Genko, sfata il mito del poliziotto che beve molto caffè per rimanere sveglio, spiegando che la caffeina - essendo uno stimolante della diuresi - costringerebbe il povero detective a continue "fughe forzate" che potrebbero mettere a rischio l'occultamento della sua postazione, vanificando di fatto tutto il lavoro. Ma vi sono molti altri esempi che non sto qui a citare e che rendono il libro piacevolmente realistico. Eppure, la trama oltrepassa in più occasioni il sottile confine immaginario dello squisitamente concreto. E forse la bellezza del romanzo sta proprio in questo, nella genialità del saper correre tra il reale e il surreale. Solitamente, quando scrivo, immagino di prendere per mano una persona sussurrandogli: "Vieni, seguimi, ti porto via con me. Ti farò vivere un'avventura che non avresti mai immaginato." Carrisi riesce proprio a fare questo. La vita nel labirinto, le sensazioni della protagonista, le sue ansie, le sue angosce, le torture subite, il grottesco mascheramento scelto dal criminale, la sua storia, il male che avanza, sono tutti ingredienti sapientemente mischiati in un crescendo di tensione che trascina il lettore fin nei meandri della storia, ai margini delle pagine. Il conflitto dei personaggi che, in un carosello di rivalse personali, sembra così ben marcato, viene sapientemente gestito dall'autore che crea gustosi colpi di scena alieni perfino alle più allenate menti del genere letterario. É il classico libro che si fa attendere, quello che, non appena entri in camera, seduce il tuo sguardo e attrae ogni tuo senso. Ti avvolge in spire che si stringono intorno alla tua mente e non allenta la presa neppure per un attimo, finché non hai raggiunto il punto in cui lui stesso decide che quello è il momento in cui puoi interrompere la lettura. D'altra parte l'autore non è un novellino e sa bene come usare le proprie armi. Ed è così che ti porta a pensare "...ho capito..." per poi, solo poche pagine dopo, presentarti il conto e dimostrarti quanto tu sia fuori strada. Il duello detective-delinquente? Roba da bambini! C'è un altro personaggio in azione? Guarda meglio. Le sfumature sono il segreto di questo romanzo... E, se credi di aver intuito come andrà a finire a poche pagine dall'epilogo, beh, torna con i piedi per terra ragazzo, perché dovrai leggere fino all'ultima riga. Complimenti, Donato, un gran bel libro! Immagine tratta da: http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQIAtJEJlLiJorPGZexMlFN3SyrQWPwGBIiVlb9TXSbD0NBaKGI
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Maggio 2023
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