Non è mai facile mettere in scena un'opera shakespeariana. Anzi probabilmente questa rappresenta la sfida più grande per qualsiasi addetto ai lavori, soprattutto nel momento in cui ci si approccia ad un testo del Bardo con l'intenzione di riadattarlo alla contemporaneità. E' il caso de "La Bisbetica messa alla prova", spettacolo realizzato dalla compagnia siciliana "La Pirandelliana", che rielabora la commedia originale inserendovi robusti elementi tratti dalla realtà attuale ma senza chiaramente stravolgere la narrazione. La trama centrale che vede protagonista la nobildonna padovana Caterina e la storia della sua seduzione da parte di Petruccio segue infatti il suo normale corso degli eventi, mettendo in mostra tuttavia un colorato e vivace riadattamento in chiave moderna delle interpretazioni dei personaggi e della cornice esterna all'opera. Il plot che apriva, interrompeva e infine concludeva la narrazione delle vicissitudini della bisbetica sostituisce la figura del calderaio ubriacone Christopher Sly e la rappresentazione teatrale architettata da una compagnia di attori girovaghi per punirlo della sua arroganza. Al suo posto ritroviamo un'altra compagnia di teatranti, questa volta appartenenti al mondo odierno, che durante l'ultima prova generale precendente la prima del "La Bisbetica domata" shakespeariana subiscono l'abbandono del loro regista, e decidono sotto indicazione del produttore di affidare la direzione della perfomance all'esperta e rispettata interprete di Caterina.
Da questo momento in poi dunque, "la pseudo-Caterina" attua una radicale metamorfosi della canonica esecuzione della commedia, invitando i suoi colleghi a portare sul palco i loro personaggi affidandosi al proprio personalissimo punto di vista. Ragion per cui gentiluomini veneziani come Gremio e Ortensio finiscono per esprimersi con un voluto accento napoletano e siciliano e a citare Gigi D'Alessio, Fedez e tanti altri catalputando in maniera netta ma gustosa il Terzo Millennio tra i ricami di un testo risalente al 1500. E così facendo Petruccio (un vigoroso Matteo Cremon) compare sotto i riflettori avvolto in un giubbotto di pelle e jeans da motociclista, ricorda col suo accento emiliano Ligabue, e, appassionato di rock e musical, imbraccia il microfono cantando a squarciagola "Don't stop me now" dei Queen. Se Petruccio è rock l'avvenente e mite sorella minore di Caterina, Bianca, d'altro canto arriva sulla scena ascoltando a tutto volume "I wanna dance with somebody" di Whitney Houston, con tanto di cuffie enormi in bella vista e un abito attillato in pieno stile pin-up. Rock, pop, dance: la musica moderna nelle sue ramificazioni multiformi si trasforma in uno dei mezzi di maggiore rilievo attraverso i quali gli attori riscrivono i personaggi della "Bisbetica". La stessa Caterina si presta ad un ballo in tango e addirittura introduce uno dei suoi monologhi servendosi di una base elettronica registrata per mezzo di una loop station. Ma non tutti i membri della compagnia concordano con una tale revisione della commedia originale. E' l'interprete di Grumio, lo stolto servo personale di Petruccio, ad opporsi severamente alle predisposizioni impartite dalla capocomica. Profondamente rispettoso dell'icona shakespeariana, egli è al di fuori della finzione un attore precario, avanti cogli anni, obbligato ad accettare ruoli di secondo piano e non all'altezza della sua preparazione a causa di problemi economici. La sua serietà e rigidità contrastano fortemente con l'ottimismo e la leggerezza espressi dai colleghi, ed in particolare con la leadership della "pseudo-Caterina". La capocomica si interroga nervosamente sul perchè la bisbetica subisca nel corso della storia l'estrema conquista da parte di Petruccio fino ad apparire una moglie del tutto anonima e priva di una sua esistenza a completo vantaggio del benessere e dei bisogni del marito. In procinto di recitare il monologo conclusivo all'interno del quale Caterina rivela i motivi alla base dell'estrema metamorfosi, l'attrice rigetta il modello di Shakespeare e viene così pesantemente ripresa dall'interprete di Grumio per la sua insolenza. A seguito del duro litigio, la donna minaccia a sua volta di lasciare la compagnia, salvo poi riflettere sulla sua avidità e fare ritorno sul palcoscenico accompagnata dai versi di "Time", storico successo del cantautore Tom Waits eseguito proprio dal collega che l'aveva portata a riflettere sull'importanza di rendere omaggio alla storia del teatro. Immagini tratte da: Immagine 1,2 da www.centroperlaricercateatrale
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Febbraio 2023
Categorie |